‘Siccità’: Il Film di Virzì che dalla siccità fa germogliare nuove speranze

Il film ‘Siccità’ di Paolo Virzì – presentato fuori concorso alla mostra d’arte internazionale del Cinema di Venezia – attualmente disponibile nelle sale cinematografiche, è ambientato a Roma, in una Capitale in cui non piove ormai da tre anni. Ma senza acqua non si può vivere e la sete della popolazione, spinge gli abitanti alla spasmodica ricerca di qualche goccia di acqua, finendo però per sovvertire anche le regole sociali. Paolo Virzì, dunque, si è impegnato nel suo ultimo lavoro immaginando uno scenario disastroso dopo il periodo di lockdown: a Roma non piove da troppo tempo e, come le piante, uomini e donne si sono inariditi.
I destini dei protagonisti si incrociano sotto un sole malandato in una città che letteralmente muore di sete e di divieti. All’interno di questo quadro si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori. Le loro esistenze sono legate in un unico disegno, mentre cercano ognuno la propria redenzione. La drammatica vicenda climatica finisce, infatti, per intrecciarsi con le storie dei protagonisti. I volti e le voci del film sono quelli di un cast di eccellenza del cinema italiano con Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Monica Bellucci, Sara Serraiocco, Elena Lietti, Claudia Pandolfi, Tommaso Ragno, Vinicio Marchioni, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi, Beatrice Schiros, Francesca Turrini, Emma Fasano, Liliana Fiorelli.
L’opera di Virzì consente di riflettere sulla più grande emergenza planetaria in corso: i cambiamenti climatici e le sue dirette conseguenze. Se un tempo la commedia italiana si confrontava con gli eccessi del boom economico, con il conflitto delle classi sociali fra periferia e città, ‘Siccità’ apre il cinema italiano alle questioni, troppo spesso ignorate, relative alla crisi ecologica. Virzì, riesce a mostrare qualcosa che è già ben visibile ai nostri occhi e cioè come alla catastrofe ambientale si accompagna naturalmente quella sociale. L’acqua, diviene oro blu, risorsa preziosa e scarsa. La crisi viene però governata alla solita maniera, senza gettare lo sguardo due passi in avanti e si sa, non pianificare fin da subito misure strutturali significherà non avere tempo per crearle in seguito. L’uomo, ancora una volta, non fa i conti con gli equilibri che regolano la natura e l’emergenza momentanea finisce per divenire elemento naturalizzato che sconvolge gli elementi eco-sistemici di Roma.
Una storia fantasiosa ma non troppo, come noterà lo spettatore. Abituati a passare da uno stato di emergenza all’altro, pare che tutto alla fine, sia risolvibile ed è su questa fiducia cieca e sciocca che Virzì fa muovere la pellicola. Lo sguardo dello spettatore esce dalla sala non con un carico di pessimismo, piuttosto con rinnova speranza e reale comprensione dei pericoli e delle responsabilità con cui dobbiamo imparare a confrontarci. Un film da vedere, attraverso cui riflettere e ri-posizionarsi nel mondo.
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