STORIA DI UN PILOTA: JUSTIN WILSON

Justin Wilson, pilota di grande talento in Indycar e con un passato in Formula 1, ci ha lasciati qualche mese fa. Justin non era solo uno sportivo, ma un uomo di grande statura morale.

Si corre per fuggire, evadere, scappare dai problemi, correre su una vettura da competizione ti permettere di vivere emozioni che altri possono solo sognare. Il giovane Justin Wilson, classe ’78, comincia a correre a soli dieci anni in kart e a 17 debutta in Formula Vauxhall, nel 2001 vince il campionato di Formula 3000.

Justin ha affrontato un infanzia difficile, la causa è la dislessia, il suo modo di evadere da questa situazione di disagio è mettersi alla guida di un bolide da corsa. Dopo i successi giovanili approda finalmente in Formula 1, correndo per il team italiano Minardi e poi per la Jaguar. Ma l’Europa non gli regala altre soddisfazioni, così nel 2008 vola in America per correre in Champ Car, da poco divenuta Indycar.

Firma il contratto con il team Newman/Haas/Laningan e vince la sua prima gara a Detroit, terminando il campionato in undicesima posizione. Nel 2009 comincia a correre per la Dale Coyne regalando alla scuderia la prima pole position e la prima vittoria in 23 anni di attività. Dopo aver cambiato squadra rientra nella Dale Coyne nel 2012, anno in cui fa un altro “regalo” alla scuderia, vincendo sull’ovale del Texas Motor Speedway.

La sua carriera e la sua vita si interrompono bruscamente in seguito a un incidente in pista, il 23 agosto 2015 sul circuito Pocono Raceway. Tutti gli appassionati di motorsport sono rimasti scossi dall’accaduto, la comunità sportiva americana, e non solo, ha manifestato il proprio cordoglio con numerose iniziative. Inoltre, dopo il tragico evento, il fratello di Stefan (anch’egli pilota) ha annunciato che la donazione degli organi del pilota defunto ha salvato la vita di sei persone.

I piloti di Indycar sfilano con le loro vetture sul Golden Gate in onore

di Justin Wilson

Ma com’era Justin fuori dalla pista? Certamente una persona riservata ma generosa. Nel 2012 il pilota inglese si iscrive a twitter, ma in seguito a numerosi fraintendimenti è costretto a mettere questo messaggio sul suo profilo: “WARNING: Dyslexic in control, tweets might not make sense.” Ossia, i suoi tweet potrebbero non aver senso per via della dislessia. Questo problema sui social ha fatto nascere in Justin il desiderio di affrontare attivamente il problema e aiutare chi è nelle sue stesse condizioni, soprattutto i più giovani. Nei mesi seguenti organizza diverse iniziative con bambini dislessici, diventando membro attivo e portavoce della Dyslexia Association.

La scomparsa di Justin Wilson lascia un buco incolmabile nel cuore degli appassionato di motori e delle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, l’unica cosa che resta da fare è continuare a onorare la sua memoria.

Flavio Uccello

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