Superba è la notte

Sta nella mente spaventata un mare

Martedì 30 luglio, ore 21 – Casa della Musica, Parma, Cortile d’Onore

Licia Maglietta, voce recitante, Diane Peters, arpa

INGRESSO LIBERO

Dopo il successo dei primi appuntamenti, martedì 30 luglio, alle ore 21, si chiude la rassegna “Superba è la notte. La Poesia incontra la Musica”, voluta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma – Casa della Musica, Biblioteca Ugo Guanda e organizzata in collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini, Società dei Concerti di Parma, Associazione culturale Ermo Colle e con il contributo di Fondazione Cariparma. Questa iniziativa, curata da Giuseppe Marchetti, riallacciandosi alla grande tradizione di impegno e di approfondimento sulla poesia della nostra città, intende tracciare e sperimentare un percorso, quello tra la grande poesia e la musica, attraverso un incontro che possa creare rapporti, suggestioni, dialoghi.

Una chiusura in grande stile che vedrà protagonista sul palco la grande attrice Licia Maglietta accompagnata dall’arpa di Diane Peters. L’attrice napoletana, protagonista, tra gli altri, del pluripremiato film di Soldini ‘Pane e tulipani’,  regalerà al pubblico della Casa della Musica uno spettacolo incentrato sulla poesia di Anna Maria Ortese. Per Licia Maglietta non è nuova all’incontro con la letteratura, di grande successo le sue interpretazioni dei versi di Alda Merini.

Con queste parole Licia Maglietta racconta lo spettacolo:

Questo testo è un percorso che ho amato fare tra le poesie di Anna Maria Ortese che ho tratto da Il mio paese è la notte e La Luna che trascorre. Non c’è camuffamento o travestimento retorico, ma un’estrema nudità e ritmica della parola che si rivolge e interpreta tutte le creature di questo nostro mondo.

Il corpo delle poesie, che si susseguono secondo una mia altra urgenza, è raccolto tra un prologhetto e un epilogo tratti da Corpo Celeste. L’introduzione dell’altra voce, l’arpa, è arrivata dopo ed ho scelto di lavorare con frasi musicali larghe ampie e che ritornano, come a riscrivere il ritmo del mare, la ripetizione dell’onda mai uguale alla precedente, il fluire delle nuvole e il forte respiro ed il gemere delle piante e degli animali.

“Potrei ricominciare da capo se volessi, aggiungendo tante altre cose che mi sono sfuggite. Ma tutto quello ch’è passato davanti ai miei occhi, in tutti questi anni, si stende già in un solo tono uniforme, in un solo colore azzurro, dove questo o quel particolare non hanno più importanza di un vago arricciarsi di spume o brillare di pagliuzze d’argento. Il mare! Ecco cos’è una vita quando gli anni si mettono a correre tra noi e la riva diafana sulla quale siamo apparsi la prima volta: assopito, remoto, mormorante mare” (Il Porto di Toledo)

LICIA MAGLIETTA

È una delle attrici italiane più intense ed espressive. Unisce ad una sua peculiarità napoletana, uno strano distacco, accentuato da una particolare espressione del viso che la rende enigmatica. Nasce all’ombra del Vesuvio il 16 novembre 1954 e si laurea nella sua Napoli in architettura. Non progetterà mai palazzi: il teatro con la sua magia l’attrae totalmente. Gli inizi sono sempre faticosi, ma il felice sodalizio con Carlo Cecchi le regala una splendida interpretazione de “La Locandiera”. Ma la vera consacrazione sulla scena arriva con uno spettacolo tutto suo: “Delirio amoroso” messo in scena nel 1995 e nato dall’incontro con la poetessa Alda Merini. Licia scrive, dirige e interpreta la piece, che racconta la storia delle tragiche esperienze in manicomio della Merini. Questo spettacolo resta tra le sue prove interpretative più intense, ma negli ultimi anni è il cinema a regalarle le più grandi soddisfazioni. Scelta da Mario Martone per i film “Morte di un matematico napoletano” prima e “L’amore molesto” poi, Licia attira l’attenzione del pubblico cinefilo. Nel 1997 Silvio Soldini la sceglie e dal loro sodalizio, fra le altre cose, nasce due anni dopo “Pane e Tulipani” che regala a Licia Maglietta il David di Donatello come miglior attrice protagonista. Seguono altri film con Antonio Capuano “Luna Rossa”, in Concorso al Festival di Venezia del 2001, con Silvio Soldini “Agata e la tempesta” nel 2003 e l’anno seguente con Susanna Tamaro “Nel mio amore”, per finire con un paio di incursioni nelle miniserie TV. Ma il teatro, come confessa lei stessa, rimane la sua grande passione: ultima fatica è la messa in scena di due monologhi di uno fra i più arguti drammaturghi inglesi Alan Bennett, dal titolo “La grande occasione”.

 

DIANE PETERS

Diane Peters è un’artista di livello internazionale formatasi a Melbourne dove si è esibita in diversi formazioni non classiche nei locali e jazz club. Si è laureata presso il Victorian College of the Arts e la Monash University di Melbourne, in jazz, improvvisazione e composizione. Nel 2001 pubblica il cd “Diane Peters’ Archeaopteryx” composto da brani originali, registrato per per la “A.B.C jazz track” agli A.B.C. Studios a Melbourne. Ha suonato a New York, Parigi, Belgio ed Amsterdam per “5th European harp symposium”. Ha partecipato a Festival internazionali: 1998 Perugia, 2001 Arles, 2004 ANU (Australia) e 2015 Viggiano (Potenza). In Italia dal 2005 ha interpretato le sue musiche con diversi musicisti quali: Stefano Benini, Maria Vicentini, Yuri Goloubev, Danilo Gallo. Ha registrato per Nicola Conte Bari (Blue Note Jazz). Con il suo progetto “Harp and Bass”, 2015, ha suonato con Antonella Mazza e Bruno Rousselet a Parigi e in Australia con Nick Haywood e Lyndon Gray. Nel 2017 è uscito il cd “CafeAmaro” (arpa ed elettronica con Andrea Ponzoni), ed i concerti live in Italia Roma, Firenze, Milano. Il Progetto “Blue Immersion” (in trio con Marc Abrams, bass e Enzo Carpentieri, drums ) è la novità del 2018.

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