Surreale

Contro l’immersione quotidiana nella logica, in questo nuovo articolo vi invitiamo a lasciare indietro tutto ciò che conosciamo, che abbiamo già visto, per ricercare il non visto, quello spazio tra il sogno e la realtà, dove tutto sembra avvolto dalla magia, dal surreale.

Dal francese surréel, composto da sur- e reale, l’aggettivo descrive qualcosa che va oltre la realtà sensibile – ovvero l’esperienza e la percezione che abbiamo del mondo grazie ai nostri sensi – e che permette di evocare tutto il mondo dell’inconscio e del sogno.

È forse evidente il legame dell’aggettivo con il surrealismo quel movimento artistico e letterario d’avanguardia, nato in Europa negli anni ’20, che ha indagato una realtà superiore, irrazionale e onirica, con lo scopo di scovare gli aspetti più profondi della psiche. Di grande interesse in quegli anni i temi dell’irrazionale e dell’inconscio che si stavano diffondendo sempre di più grazie al Sigmund Freud. Non è un caso se L’interpretazione dei sogni, del fondatore della psicoanalisi, abbia avuto una grande influenza sul movimento, sottolineando l’importanza dei sogni e dell’inconscio per l’evocazione dei desideri e delle emozioni umane. Così, si sperimentava una nuova scrittura, priva di controllo razionale, libera da idee preconcette, che dava vita ad associazioni insolite, ma meravigliose.

Tra le firme del primo manifesto surrealista quella di André Breton poeta, saggista e critico d’arte francese. Il suo Nadja uscì nel 1928, un romanzo autobiografico che racconta di un incontro in cui l’autore ha percepito il fascino della casualità, del disorientamento, dell’uscire dagli schemi del quotidiano. Non limitandosi a mostrare immagini oniriche o insolite, Breton esplora una nuova idea di essere al mondo. Anche Ebdòmero, di Giorgio de Chirico, noto come pittore, rappresentò un capolavoro della letteratura surrealista per i francesi. Un testo in cui la trama non procede per avvenimenti, ma per immagini, in cui gli elementi predominanti e portanti sono proprio il sogno e l’allucinazione. Che sia in campo artistico, con Salvador Dalì o René Magritte, o in ambito letterario, l’esplorazione del surreale diventa un progetto di liberazione, di fuga dalle brutture e dalla crudeltà del mondo, in cui la ragione sembrava aver lasciato definitivamente spazio alla follia della Seconda guerra mondiale.

Gianni Mauro, poliedrico cantautore, attore teatrale e scrittore, aveva già esplorato in ambito musicale il surreale, dando vita al gruppo I Pandemonium tra i primi a sperimentare proprio il genere demenzial-surreale in Italia. Ha, poi, trasposto questo forte interessa anche nella stesura dei suoi romanzi e racconti, accompagnando il lettore in una dimensione metafisica, fuori da qualsiasi canone del quotidiano o del razionale. Ed ecco che nel 2021 pubblica con Edizioni Il Papavero L’evanescente Emilia e le sue confuse non vite, esplorando proprio quella terra ai confini tra sogno e realtà. A dare vita alla storia la bellezza diafana di Emilia che colpisce e sconvolge i sensi, portando a galla a sentimenti ed emozioni molteplici e contrastanti. Poi, elemento che nella scrittura di Gianni Mauro non può mancare, il colpo di scena finale. Ma la sperimentazione e la sua passione per una scrittura libera dalla ragione e dagli schemi non si ferma, e, ispirato fortemente da autori come Beckett, Gogol, Pessoa e Pirandello produce una nuova raccolta di racconti surreali, paradossali, assurdi e visionari, che esplorano una realtà in cui niente è come sembra, e che presto sarà consegnata al pubblico.

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About Martina Bruno

Martina Bruno, laureata in Lingue e Letterature Moderne, classe 1996, fermamente convinta che la comunicazione e la cultura, in tutte le sue sfaccettature, siano elementi fondamentali per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. Non posso smettere di essere curiosa e osservare, c’è troppo da scoprire, assaporare e raccontare.