Una guerra contro la libertà

Non si può credere! Sembra così assurdo che ancora oggi si propenda per una forma di prepotenza così grande, così insensata, così palesemente vigliacca. Solo una mente contorta, direi malata, può concepire una tale barbarie. E il tutto in maniera così sfacciata, forte del fatto che, se si reagisce in maniera veemente, altre teste calde potrebbero surriscaldarsi, creando una reazione micidiale. Perché, in tutto questo, di altre teste calde sparse nel mondo ce ne sono, eccome.

Il dramma della guerra è un tarlo che entra nella mente; si vanno a scorrere le notizie giorno dopo giorno sperando l’impossibile, la tregua, la fine. È un dramma che rimanda, come tutto, alla libertà dell’uomo, a quella dei personaggi protagonisti ma anche a noi. La libertà tanto distorta che arriva fino a negare una origine comune per il potere, il nichilismo orrendo del potere e il suo assorbire l’essere umano nella vacuità di un essere accidentale. A sfidare questo irragionevole (!) fallimento dell’umano è Dio che oggi riprende la sua storia nella storia, lo fa rigenerando la vita, toccando la libertà, ridestando l’anelito di pace che vibra nel cuore di ogni persona, più forte del potere, più forte della sua avanzata tra le macerie che ha prodotto; è la storia della sua presenza in mezzo agli uomini e alle donne, è il Dio che urge la libertà di ciascuno di noi. Che il fiotto della pace risorga tra le bombe che devastano le pagine della storia!

Ma non può essere che non si riesca a reagire, ad andare oltre ogni comoda anche se, forse, importante manifestazione di piazza per esprimere solidarietà, vicinanza. Non si abbandona una nazione che giace colpita, ferita dal potere di uno squilibrato, senza alcun equilibrio, appunto. Ben vengano gesti di solidarietà, offerte e donazioni, presenze militari per “gestire” la situazione sui posti di battaglia. Penso alla quantità di bambini, famiglie che, all’improvviso, si sono ritrovate a raccogliere qualche abito e scappare, senza una meta, senza un luogo sicuro. Prendere cosa? Come si fa a scappare? Cosa prendi da casa? Cosa è importante? Ma poi, per andare dove? E per quanto tempo? Solo Dio è la speranza che oggi rifiorisce nel correre degli istanti. Solo lo spalancare questa orrenda finestra per coglierne la valenza nel suo contenuto più misterioso può sollecitare ognuno di noi, non solo gli Ucraini. Altro è fugace, discorrere è per solidarizzare, occorre affidarsi.

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About Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine nella scuola Secondaria di I grado, è caporedattore di un giornale d'Istituto con ragazzi della scuola Primaria e Secondaria. Appassionato di calcio, arte e musica, vive a Napoli. Ha pubblicato diversi articoli in riviste di architettura e in ambito educativo-scolastico.