Una sirena e una Signora, ne parliamo con Maurizio De Giovanni

Recensione di Una sirena a settembre e intervista a Maurizio De Giovanni

Su un post del Maurizio de Giovanni Official Fan Club pubblicato il 6 luglio, giorno dell’uscita di una Sirena a settembre di Maurizio De Giovanni, si leggeva: «STO LEGGENDO! Non disturbare». Tutto da condividere l’ammonimento del post. Così, attendo di leggere Una sirena a settembre e, una volta iniziato, lo termino in due giorni.

Un libro estremamente simpatico, ironico, sorprendente per il suo intreccio. Un personaggio diverso Mina, l’assistente sociale che lavora presso un consultorio dei Quartieri Spagnoli, un luogo magico e oscuro che nasconde trame intricate e complesse. Diverso certo da Sara, da I bastardi di Pizzolfacone e dall’amato e struggente Ricciardi. Lo scenario cambia e così lo stile dell’autore si adatta (o viceversa?) alla “popolanità”. (Non cercate questo vocabolo sul dizionario, l’ho inventato io per l’occasione perché non riuscivo a trovarne uno più appropriato!)

Mina deve sempre districarsi tra i suoi problemi lavorativi e quelli personali, tra cui inserirei la presenza di una madre “ingombrante” nonché il fatto che, come il suo creatore scrive, Mina ha un’anima e una mente rinchiuse, per qualche errore di fabbrica o per la divertita perfidia del celeste Architetto, nell’involucro sbagliato. Fatti che accadono a persone che necessitano di aiuto, che vivono i disagi della povertà e l’arte dell’arrangiarsi. C’è poi il substrato dei Quartieri, chi organizza e gestisce gli scippi, gli spacciatori, i delinquenti di vario genere e grado e, ancora, coloro che “sanno tutto di tutti”.

Una cosa è certa: molti di loro vivono di TV e tutto ciò che si dice in TV è vero e sacrosanto. Il potere mediatico che la TV esercita, soprattutto quando pretendendo di dire la verità va a scavare nel marcio ma finisce per perdere l’obiettivo di partenza, è davvero molto forte e ben rappresentato nel romanzo. La povera Mina questa volta dovrà combattere anche contro la TV! Oltre questi ci sono le relazioni interpersonali, la gelosia, il pettegolezzo, la delusione, la malattia, il disinteresse della borghesia nei confronti dei quartieri popolari e tanto, tanto altro.

Ma su un gradino più in alto di tutto e tutti, a mio parere, c’è lei: la Signora. Un personaggio di un fascino straordinario. Un giovanotto va da lei. È uno scrittore e chiede una storia. Così la Signora risponde ad ogni mia domanda, a ciò che mi chiedo ogni volta che leggo uno straordinario romanzo come questo. Da dove e come nasce una storia? Dagli antefatti e dalle connessioni. Così risponde la Signora. Le storie fanno così, e sembra faticoso raccontare piccoli antefatti e singole situazioni, e questo fa questo e quello fa quello, sembra che tutto sia immobile e che niente possa cambiare. Poi però i pezzi della storia si incontrano e ogni cosa si mette ad andare più veloce […] Se vuoi raccontare una storia vera, che assomiglia alla vita intendo, allora i personaggi man mano che si trovano in situazioni particolari devono cambiare spirito. La Signora vola ma non su un posto qualsiasi, su Napoli, una città nella quale in ogni angolo si può trovare qualcosa. Una storia. È come se i tetti non avessero le tegole ma fossero costruiti con il cristallo, le parole viaggiano nel vento e lei le coglie per dare vita alle sue storie.  

A Maurizio De Giovanni chiedo innanzitutto questo: il libro è dedicato a sua madre, la Signora. Vorrei sapere se sua madre raccontava storie e qual era il suo modo di farlo. Ho perso mia madre agli inizi di settembre dell’anno scorso, avevo con lei un fortissimo legame e sono convinto che mia madre, come tutte le donne, ami “nutrendo e raccontando”, cioè che le madri amino i propri figli facendoli mangiare e raccontando loro storie. Mia madre ha raccontato storie sin da quando eravamo piccoli, io sono il primo di tre figli, lo faceva in maniera estremamente generosa e lo ha fatto fino alla fine. Aveva un modo di raccontare meraviglioso, molto immaginifico. Lei era insegnante elementare per cui era abituata a parlare con i bambini e a fare in modo che fossero costantemente interessati e attenti. Quindi, per rispondere alla sua domanda, sì raccontava storie e la “Signora” del mio romanzo non è altro che una rappresentazione di mia madre, come è naturale che sia, ma anche della sirena e, quindi, di una maniera che ha la città di raccontare se stessa. C’è una forte identificazione di mia madre e della mia città in questa unica figura.

Non sempre gli scrittori sono conosciuti dai tanti. Ma poiché i suoi libri scalano le classifiche in un attimo vorrei sapere: lei di che tipo di popolarità gode? Non sono uno che dà grande attenzione alla popolarità, non è un mio desiderio primario ma succede e questo mi rende molto felice perché è chiaramente una cosa bella. Io penso sia molto stupido e falso dire che la popolarità dà fastidio. Essere riconosciuti per strada, fare fotografie, firmare autografi è una cosa interessante e divertente soprattutto per uno scrittore che, non essendo un attore o un cantante, non basa il suo lavoro sulla propria immagine .  Sono molto felice soprattutto dell’affetto che noto nei miei confronti: le persone sono contente di vedermi, di parlare con me o di incontrarmi. Non vi è mai un atteggiamento negativo, cosa che invece in molte altre popolarità avviene.  Registro una generale simpatia e un atteggiamento affettuoso, e questo mi piace molto.

E a proposito della affettuosa simpatia di cui gode, martedì lei è stato insignito del Giffoni Special Award. Si è ritrovato tra giovani entusiasti di averla lì. I giovani sono il presente necessario, lei ha detto. Cosa le ha lasciato questa esperienza e qual è il suo pensiero sul Giffoni Film festival, una manifestazione speciale e necessaria che negli anni ha assunto un ruolo di pregio? Io ritengo con convinzione che i giovani siano il presente, anche perché pensando alla politica attuale noi con il Recovery Fund stiamo riscuotendo un prestito che andrà restituito entro un certo termine e questo ricadrà sulle nuove generazioni, per cui noi dobbiamo coinvolgerle assolutamente. I giovani sono il presente e devono rimanere nel presente. Fra l’altro loro sono perfettamente in grado di essere coinvolti, non hanno nessun tipo di carenza che costringa ad evitarlo.  L’esperienza di incontrarli è stata splendida. Anche il premio è stato una bellissima sorpresa perché io non ne sapevo nulla ed ero andato lì solo per chiacchierare con i ragazzi. Mi è piaciuto tanto parlare con loro, il tempo è letteralmente volato. I ragazzi sono meravigliosi, sensibili, attenti, intelligenti. È stata davvero una splendida esperienza che porterò con me e che sono deciso a ripetere appena possibile. Riguardo al festival sono d’accordissimo con lei nel dire che è una importantissima manifestazione innanzitutto perché è identitaria e caratteristica della regione, è importantissimo e diventerà sempre più rappresentativo. Anche in questo momento di pandemia nonostante le presenze siano forzatamente ridotte e non c’è il flusso che dovrebbe esserci, ho visto un entusiasmo e una partecipazione all’interno del rispetto delle regole che mi hanno molto colpito.

E come la scorsa intervista le chiedo se sta lavorando a un nuovo libro e quali tra i suoi personaggi dobbiamo attendere. Al momento sto scrivendo una commedia per il teatro con Bambinella e Maione, cioè Adriano Falivene e Antonio Milo, e il prossimo libro sarà su I bastardi di Pizzofalcone.

A tale proposito ho visto anche che il teatro Il Pozzo e il Pendolo metterà in scena “Vipera” il 31 luglio e i giorni 1/6/7 agosto al Real Orto Botanico di Napoli. Sì, lo fanno ogni anno. Annamaria Russo e il Pozzo e il Pendolo fanno un lavoro straordinario sui miei testi e ne sono estremamente felice.

Grazie, come sempre, a Maurizio De Giovanni per la sua disponibilità e simpatia nonché per la sua arte della scrittura.

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu