Vaso di Pandora in agguato. Il focus di Giuseppe Rocco

Rammentando la mitologia greca, si prende lo spunto dal racconto tramandato da Esiodo. Da esso si desume che Zeus per vendicarsi di Prometeo, che gli aveva rubato il fuoco per donarlo agli esseri umani, decide di offrire agli uomini la prima donna mortale, Pandora, la quale diventerà la sposa del fratello di Prometeo, Epimeteo.

Si tratta di una sottile vendetta perché Pandora, resa bellissima da Afrodite, a cui Era aveva insegnato le arti manuali e Apollo la musica e che era stata resa viva da Atena, è destinata ad arrecare la perdizione al genere umano.

Va pure citato che Pandora aveva ricevuto dal dio Ermes il “dono” della curiosità; per questa ragione non tarda quindi a scoperchiare il vaso, liberando così tutti i mali del mondo, che erano gli spiriti maligni della “vecchiaia”, “gelosia”, “malattia”, “pazzia” e il “vizio”. Sul fondo del vaso rimane soltanto la speranza, che non fa in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venga chiuso di nuovo. Pertanto nel vaso rimane solo la speranza e Pandora, aprendolo una seconda volta, riesce a donarla al mondo.

Conoscere i miti antichi e leggerli, dal punto di vista simbolico ci permette di conoscere la nostra intimità e le modalità giornaliere e di apprendere grandi lezioni di vita. Certamente il mito è una metafora di un mistero, che va oltre la vita umana, realizzando i progetti della metafisica. In altre parole, si tratta di una storia che ci aiuta a capire alcuni aspetti profondi di noi stessi. Secondo questa concezione, il mito è una falsità apparente, in quanto contiene una punta di verità.

Dal punto di vista metaforico, Pandora è stata una risvegliatrice d’anima; ha seguito la voce della sua curiosità; non l’ha rifiutata per paura; ha disobbedito per nutrire la sua anima. Ella ha avuto il coraggio di andare oltre le regole imposte, di vederci oltre, di dare retta al suo istinto, al richiamo della vita. Per poter crescere, rinascere ed arricchirsi diventa doveroso affrontare le proprie paure, ascoltare i messaggi di tutti gli accadimenti della vita, riuscire a non pensare in modo duale (positivo-negativo/ bello-brutto) ma accogliere con fiducia la totalità e trovare in ogni sua manifestazione una grande maestra dell’esistenza. Pandora ci invita a guardare questo buio, a non nasconderlo, a passarci in mezzo per poter crescere, a considerarlo occasione di arricchimento.

Passando dalla mitologia alla realtà, possiamo citare un danno mortale di grosse entità, con l’apertura del vaso dei virus SRAS-Cov-2, pare avvenuto nel laboratorio di Wuhan nella provincia di Hubei in Cina. Dal punto di vista storico, Stati Uniti e Cina si sono più volte rinfacciati accuse alla ricerca di colpevoli più che della verità. In questo difficile contesto. L’Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organization, WHO) ha cercato di costruire un percorso condiviso, basato cioè sul consenso di tutti i paesi, per approfondire il tema e cercare spiegazioni plausibili. Si è così assistito sia a una copiosa produzione di letteratura scientifica sulle origini del virus sia a un confronto politico continuo e conflittuale, che non ha risparmiato attività di disinformazione, con corto circuiti e contaminazioni tra i due livelli che hanno favorito la confusione. Purtroppo spesso, come in questo caso, pare che la politica abbia prevalso sull’esigenza di accertare i fatti e risalire alla verità sull’origine del virus.

Il sospetto che la SARS-CoV-2 possa avere un’origine (accidentale o intenzionale) di laboratorio deriva proprio dalla coincidenza che è stato rilevato per la prima volta nella città che ospita l’importante laboratorio virologico che studia i coronavirus. Essendo in gioco posizioni strumentali da parte delle superpotenze, difficilmente sapremo la verità, ma l’ipotesi dello svolazzamento del virus dal vaso di Pandora, non si possono escludere colpe dell’’Istituto di virologia di Wuhan.

Per affermare che il vaso di Pandora è sempre attuale, il pensiero va alle crisi economiche. A tal fine richiamiamo la farfalla, insetto gradevole e gioioso, che svolazza e crea un clima di inebriante allegria attorno. L’uomo non disdegna questo volatile a guisa di portafortuna o prodromo di buone notizie. Questa premessa per introdurre una finzione meteorologica, denominata “Effetto farfalla”, locuzione meteorologica che racchiude la dipendenza a guizzi iniziali, ossia una metafora che si immagina che un semplice movimento di ali di farfalle possa innescare flussi di maltempo in zone limitrofe e causare un uragano: un’allegoria che può spiegare l’andazzo sociale imitato e traslato in paesi vicini. Il percorso di riferimento si affaccia nell’economia, sottoposta a spostamenti e ripercussioni degli eventi socio economici e purtroppo finanziari, che stanno alterando i rapporti e il benessere dei cittadini, nell’ambito del grosso fenomeno della globalizzazione disordinata e disarmonica.

Il riferimento vuole proprio ricercare questi addentellati fra popoli e fra iniziative, in una costellazione di sbalzi e contro sbalzi, al punto da svilire le manovre di sanatoria. Un evento trasmette i suoi effetti alla stregua dei vasi comunicanti, ove salgono tutti alla stessa altezza, secondo un principio fisico. Il fallimento di una banca, come è accaduto per la “Lehman brothers” americana compromette altri istituti di credito che hanno azioni nella banca fallita; la crisi di una nazione si riflette su quelle che forniscono beni e per causa della nuova situazione disastrosa le imprese fornitrici vedono calare lo stock di vendita con grossi danni per l’economia. Una manifestazione celebrativa accresce il flusso di partecipanti verso il luogo che gestisce l’evento, con presumibili impennate delle correnti di moneta e fioritura di affari nella zona interessata.

Queste indicazioni dimostrano che esistono miriadi di effetti collegati e intrecciati nel campo politico, economico e sociale. L’abbandono del mercato alle fluttuazioni libere finisce col determinare situazioni di scompensi, come avviene attualmente. Agli effetti prodotti dagli eventi (farfalle), dobbiamo inserire una gamma di iniziative speculative che tentano il guadagno facile. La ricerca di maggior denaro, realizzato attraverso il mercato finanziario, attribuisce a quest’ultimo un ruolo di grande peso attuale, a guisa di idolatria.

La stima che il valore della finanza (ossia delle carte) risulti sette volte maggiore del valore dei beni tangibili e produttivi (ossia l’economia reale), esprime uno scenario altamente inquietante. Tale immagine fa capire le ragioni per le quali questo scompenso si riflette su tutta l’economia e sugli aspetti sociali. La disamina cerca di analizzare la sequenza delle connessioni e tenta pure di fornire ragguagli sulle opportunità di recuperi organizzativi verso una soluzione ottimale, ossia di non frenare i vasi comunicanti, ottimi trasmettitori di informazioni, ma di evitare l’iniquità delle speculazioni sotto l’egemonia finanziaria, elevata a livello di feticismo.

Per meglio chiarire, il vaso di Pandora si situa nel laboratorio iperliberale americano, sulla scia delle gesta freudiane del western. L’ideologia è la stessa e gli Stati Uniti risentono di questa condizione determinante nella concezione della vita. Nel rispetto delle ideologie, la fucina della libertà a tutti i costi si trova oltre oceano. Non a caso le crisi del 1929 e del 2008 sono partite da quella zona, a guisa del vaso di Pandora.

In ogni momento vi può essere un soggetto che – per curiosità, per ambizione, per sete di potere, per attaccamento a movimenti liberali – finisce per inquinare altri soggetti e persino altri popoli, che finiscono per essere contaminati, complice la selvaggia globalizzazione incontrollata.

Vaso di Pandora o effetto farfalle sono due visioni sovrapponibili, per dimostrare che in un mondo interconnesso, ogni idea o movimento riesce a coinvolgere altri popoli e altre zone. A tutto ovviamente vi è un rimedio, ma non sempre si riesce a ottenere il consenso degli Stati, che si chiudono in sé stessi sotto la propria egemonia politica o economica. Per concludere resta il monito a rivedere la gestione della finanza, per riportare la Borsa valori alla sua naturale funzione, depurandola della componente speculativa e nel contempo precludere le operazioni inique.

Accanto al desiderio di subdola illusione di facile guadagno, gioca nella società sia l’istinto all’imitazione che l’inconscio abbandonato alla pubblicità pubblica e privata. A proposito di pubblicità o meglio istigazione, le banche si sono distinte per convincere i propri clienti ad acquistare azioni, al punto che hanno creato uffici di marketing molto attivi. Da questa premessa viene in mente l’effetto Pigmalione, conosciuto anche con il nome di “profezia autoavverante” o come effetto Rosenthal dal nome dello psicologo tedesco che per primo studia il fenomeno. Si tratta di una forma di suggestione psicologica per cui le persone tendono a conformarsi all’immagine che altri individui hanno di loro.

Per fare un esempio pratico, si rammenta l’esperimento condotto dallo stesso Robert Rosenthal e dalla sua equipe quando sottopongono alcuni bambini di una scuola elementare a un test d’intelligenza. Dopo il test, in modo casuale, vengono selezionati alcuni bambini ai cui dagli insegnanti viene fatto credere che abbiano un’intelligenza sopra la media. La suggestione arriva al punto che, quando l’anno successivo Rosenthal si reca presso la scuola elementare, deve costatare che il rendimento dei bambini selezionati era molto migliorato e questo solo perché gli insegnanti li avevano influenzati positivamente con il loro atteggiamento, inconsapevoli del fatto che fosse tutto legato alla suggestione.

L’effetto Pigmalione può attivarsi anche nei rapporti sociali, in particolare fra banca e cliente, tra dipendenti e datori di lavoro. Pensate ad una persona che abbia paura di perdere il lavoro e che per questo inizi a sentirsi molto insicura, temendo che i superiori la reputino meno capace di altri colleghi. Questa serie di proiezioni negative può rendere l’individuo effettivamente incerto nelle sue mansioni, meno concentrato sul compito da svolgere, fino a fargli commettere effettivamente degli errori o a peggiorare il proprio rendimento.

Anche nei rapporti di coppia avviene qualcosa di molto simile quando uno dei due partner è ossessionato dalla paura del tradimento, adotta atteggiamenti sospettosi e controllanti che possono indurre effettivamente l’altro a sentirsi incalzato a mentire e addirittura a tradire, confermando in tal modo i sospetti del coniuge. È la profezia che si avvera.

Ricadono nella materia le aspettative che gli altri hanno a priori su di noi a poter influenzare il nostro rendimento, ma anche le aspettative che noi stessi abbiamo sugli altri e sulle nostre capacità.  Ma certamente possiamo agire su quelle che sono le aspettative che noi stessi abbiamo sulle nostre possibilità di successo. Tutto ciò viene condizionato in un momento in cui l finanza è diventato il “falso credo” dell’economia, proprio per l’effetto Pigmalione. Perciò dovremmo affidarci a uomini di buon senso e preparati, per dare il massimo di noi stessi e tirar il meglio di chi ci circonda. Solo così potremo prevenire l’effetto farfalla e magari rifiutarci di aprire il vaso di Pandora.

©Riproduzione riservata

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About Giuseppe Rocco

Esperto di commercio estero. Vice Segretario generale della Camera di commercio di Bologna sino al 31.1.2007; Docente esterno presso l’Università di Bologna, Istituto Economico della Facoltà di Scienze politiche, in qualità di cultore dal 1990 al 2006, di “Istituzioni Economiche Internazionali” e in aggiunta dal 2002 al 2006 di “Diritti umani”; Pubblicista iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 1985; 450 articoli per 23 testate nazionali; in particolare consulente del Il Resto del Carlino, in materia di Commercio internazionale, dal 1991 al 1995; Saggista ed autore di 53 libri scientifici ed economici; Membro del Consiglio di Amministrazione del Centergross dal 1993 al 2007;Membro del Collegio dei periti doganali regionali E. Romagna, per dirimere controverse fra Dogana ed operatori economici dal 1996 al 2000, con specificità sull’Origine della merce.