Verità

C’è chi darebbe e ha dato la vita in suo nome, chi invece tesse fitte reti pur di celarla e chi la cerca affannosamente nei libri, nei volti, nei numeri, nei segni del destino. Punto di arrivo o costruzione mutevole? Questo mese esploriamo la verità.

Per i greci la verità era aletheia, termine formato dalla a- privativa e da lèthe ovvero ‘nascondimento’, per indicare ciò che non era nascosto, che era ben visibile. Vero è la caratteristica di chi è in mondo incontestabile, di ciò che si rende evidente, valido universalmente, spesso contrapposto al concetto di fede e opinione. Come spesso accade, però, l’etimologia non sempre basta a dipingere l’essenza di un termine: la verità si rivela e si nasconde, si frammenta in mille interpretazioni, si piega al potere di chi la narra perdendo così la sua natura più profonda.

In lungo e largo, la letteratura ha indagato e interrogato la natura della verità, mostrandola come qualcosa di più complesso, di molto più articolato. Così, qualcosa che dovrebbe apparire allo sguardo di tutti come ovvio e inconfutabile può essere celato, manipolato da chi governa fino a trasformalo in uno strumento di controllo, celandolo nella fitta rete delle narrazioni, come accade in 1984 di George Orwell, specchio di una realtà ancora purtroppo attuale.    
Pirandello, dal suo canto, ha affrontato magistralmente il tema a lui tanto caro dell’inconoscibilità del reale. Se è giusto affermare che la verità è la caratteristica di ciò che è visibile e universalmente valido, sembrerebbe altrettanto corretto sostenere l’inconoscibilità del reale, assoggettato alle interpretazioni personali, al relativismo, alle convinzioni che conducono all’impossibilità di conoscere una verità assoluta, concetto ben reso dal titolo stesso del dramma del 1932: Così è (se vi pare).

Che esista o meno una verità assoluta, è forse irrilevante, ciò che conta è il cammino per avvicinarsi il più possibile, quello stesso cammino intrapreso da Siddharta, protagonista dell’omonimo romanzo di Hermann Hess del 1922. Un viaggio che richiede l’abbandono di quei cammini conosciuti, spesso apparentemente comodi, per riflettere sulla ricerca interiore. Ciò che sembra davvero contare è l’esperienza diretta della ricerca della verità, piuttosto che l’adagiarsi a dottrine o autorità che sembrano fornire risposte preconfezionate.

Attenzione, però, potremmo essere noi stessi a innalzare le mure di un labirinto senza uscita. È quello che accade a Don Chisciotte di Miguel de Cervantes (El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, 1605-1614) che si nutre di romanzi cavallereschi, lasciando che gli offuschino così tanto la vista, da farsi trascinare in un mondo fantastico, in cui follia e ostinazione gli svelano una realtà diversa, eppure, per lui, altrettanto veritiera.

È proprio della ricerca della verità che si nutre l’ultimo lavoro di Osvaldo Carigi: I lati oscuri della luna (Edizioni Il Papavero). Una sete di conoscenze per la quale non esiste cura – a voler citare Lavinia Pallotta, autrice della prefazione – che ha spinto però l’autore a condurre ricerche e interviste esclusive sui misteri del nostro satellite e che spinge, da sempre, appassionati a voler saperne di più, senza però giungere mai, appunto, a una verità assoluta. Due le questioni cardine affrontate dall’autore: il moon landing, ovvero l’approdo di un veicolo spaziale, e la presenza aliena sulla luna. Due tematiche ostiche e per anni dibattute che hanno profondamente diviso la nostra società in chi sostiene che sia tutto vero e in chi crede sia tutta una menzogna costruita. Probabilmente, né per la prima, né per la seconda questione ci sarà mai una risposta. Ecco che di nuovo non sembra contare il raggiungimento definitivo di una verità assoluta, ma piuttosto il desiderio di esplorare i vari punti di vista, di ricercare e interrogarsi, lasciando viva la passione per questo mondo oggi incredibilmente vicino, eppur ancora così lontano.

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About Martina Bruno

Martina Bruno, laureata in Lingue e Letterature Moderne, classe 1996, fermamente convinta che la comunicazione e la cultura, in tutte le sue sfaccettature, siano elementi fondamentali per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. Non posso smettere di essere curiosa e osservare, c’è troppo da scoprire, assaporare e raccontare.