Vite spezzate dalla camorra. I ragazzi del Ristori incontrano il fratello di Dario Scherillo

La vita di Pasquale Scherillo cambia dal 6 dicembre 2004, giorno maledetto in cui il fratello Dario verso sera  viene freddato alle spalle. La sua colpa?! Possedere un SH di colore blu, unica cosa in comune con un pusher coinvolto nella faida scissionista di Secondigliano. Ennesima vittima innocente di una città sempre in guerra, se si può essere colpiti da un proiettile, certo non volutamente a te indirizzato, ma non per questo passibile di normalità in un paese civile e in pace.

Dario era un ragazzo di appena 26 anni, che con i fratelli aveva da poco intrapreso un’attività lavorativa aprendo una scuola guida, con i progetti in tasca di una vita in comune con la sua Maria con cui condividere casa, famiglia, figli  profumo di vita. Amante delle moto, ritenute dalla famiglia troppo pericolose, tanto da scendere al compromesso di uno scooter, che per scherzo di un destino avverso sarà causa di un dolore imprevedibile e nemmeno lontanamente immaginato. Camorra, lotte tra faide, sparatorie tra loro, stese, controllo del territorio, tutte realtà ormai consone, ma è una consuetudine insana ingiustificata e ingiustificabile. Da allora Pasquale fa onore alla memoria di Dario girando per le scuole per sensibilizzare i ragazzi a fare scelte giuste, a tenere viva la memoria di Dario, nel disperato tentativo di dare un senso ad una morte che senso non ha. Pasquale oggi ha una famiglia, due figli, il più grande si chiama Dario, continua a gestire la sua scuola guida nello stesso luogo; non è scappando che avrebbe risolto il suo dolore, ma restando a testa alta e mantenendo in essere il progetto di vita che aveva con il fratello.

Così si racconta Pasquale Scherillo ai ragazzi della scuola Ristori situata a ridosso di un’altra periferia Forcella, una periferia al centro storico, ragazzi cresciuti con l’idea che in periodo di guerre tra faide è norma seguire fasce di coprifuoco e non uscire per strada per non correre il rischio di essere raggiunti da un proiettile apparentemente non destinato a loro, ma che invece colpisce un’intera comunità basata su principi di legalità e democrazia.  Pasquale, con l’associazione Libera, persegue i suoi obiettivi di incarnare una testimonianza, di dar voce a chi non c’è più in qualità di  vittima innocente di mafia. Il suo insegnamento è di perseguire uno stile di vita fondata sul rispetto dell’altro, sull’aiuto dell’indifeso, partendo proprio dai banchi di scuola. Uno stile di vita, dice Pasquale, in contrapposizione a quello che spesso si connota con una mentalità mafiosa, più pericolosa della mafia stessa, perché più difficile da riconoscere per poterla eliminare. Testimoniare ai ragazzi che la vita è un’altra, dedita al bello, alla speranza, alla serenità sono concetti non poi così scontati, quasi rivoluzionari rispetto ad una rassegnazione ad un ribasso delle aspettative di una vita di qualità. L’emulazione di personaggi prepotenti, apparentemente vincenti, anche da una filmografia di effetto, crea falsi miti, e su questi presupposti che con sacrifici, Pasquale ha seguito la realizzazione di un film ‘ed è subito sera’ che attraverso il racconto della sua tragedia personale, evidenzia il crollo dei falsi miti mostrando la vita miserabile di chi persegue vie non lecite. Alla domanda di uno studente su se avesse ottenuto giustizia e nel caso l’ avesse incontrato poter perdonare il killer che ha uccido suo fratello, Pasquale risponde che non è come loro e non potrebbe pensare di uccidere un essere umano pur se responsabile materiale del dolore causato alla sua famiglia e che comune è un sistema complesso che va combattuto con le armi più potenti che sono: lo studio e la cultura.

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About Angela Ristaldo

Angela Ristaldo, giornalista pubblicista per inseguire una passione per il giornalismo nata tra i banchi di scuola come espediente didattico privilegiato per educare i ragazzi, anche in tenera età, all'autonomia di giudizio e al senso critico. Organizza da anni un giornale scolastico che spazia tra gli interessi dei ragazzi agli stimoli circostanti che la realtà propone. Laureata in Lingue è dal 2005 insegnante di scuola primaria per scelta, credendo fortemente nella scuola come veicolo e velivolo formativo di cultura: unica arma per essere vincente in questi tempi così cangianti e difficili. Amante dell’Arte, spazia nei suoi articoli, tra le più svariate tematiche dal sociale alla scuola senza mai perdere di vista la bellezza insita in tutte le cose se la si sa osservare e valutare.