“1954. Trieste è italiana. La Zona B è perduta”. Successo per la mostra all’IRCI di Trieste. Prorogata la chiusura

14.000 visitatori dall’apertura, avvenuta il 26 ottobre 2024; visite guidate sempre piene con 25/30 visitatori alla volta, con picchi di 150 nell’ultima settimana prima della fine delle festività; volontari in piena attività per un’occasione che Trieste non poteva perdere e che invece ha attirato visitatori da diversi luoghi d’Italia. Gli appuntamenti, sempre aggiornati sulla pagina Facebook dell’Istituto Regionale per la Cultura Istriana-Fiumana-Dalmata di via Torino, si susseguono, richiedendo una proroga, visto il grande interesse che la mostra attira. È stata annunciata infatti la chiusura a fine marzo. E in verità l’esposizione merita di essere visitata, lo merita la puntualità, la precisione, la cura, l’impegno e il rigore con cui la storia è stata presentata per quello che era, per quello che è.
La tanto cercata ricongiunzione alla madre Patria a Trieste è costata la perdita dei territori istriani e a molte, troppe persone, è costata la perdita di casa, ricordi, tutto. Spinti via dalla loro terra, dai loro affetti, gli abitanti italiani dell’Istria sono fuggiti, costretti ad andare via, per proteggere le loro famiglie prima dalla furia titina, poi dalla calcolata pulizia etnica, poi dall’emarginazione, affinché ciò che erano le loro case potessero essere date ad altri, costruttori di una nazione in cui di italiano non doveva rimanere neanche il ricordo.
Sono passati settant’anni da quel giorno, eppure le ferite non si sono ancora richiuse, mentre oggi la storia vede riavvicinarsi le memorie dei due popoli divisi dalle esigenze del potere e dalla ragion di stato.
Il catalogo della mostra, corredato dalle foto, tabelle, articoli, che sono state esposti, e da un apparato critico di gran valore, è stato curato da Piero Delbello, direttore dell’IRCI e dallo storico Roberto Spazzali.
Le prossime visite guidate che, viene sempre specificato, sono gratuite, ci saranno: giovedì 30 Gennaio, alle 17 e giovedì 6 Febbraio sempre alle 17. Cicerone sarà sempre la Prof.ssa Marina Parladori. Non serve prenotare.
Si andrà avanti fino al 30 marzo 2025 (tutti i giorni, lun-dom, 10:30-12:30 e 16:30-18:30). A ridosso del 10 Febbraio, apprezzerete integrazioni e ampliamenti forse spiazzanti. Presto troveremo tutto sulla pagina dell’ente.
Ma le attività dell’IRCI non si fermano a questo. Il Magazzino 18 aspetta i visitatori. Queste le aperture ufficiali previste da qui a fine Febbraio 2025. Qui la prenotazione è necessaria, i posti sono limitati e – per queste date – non riguardano gruppi o scolaresche. A guidarvi saranno due colonne dell’IRCI: Giovanna Penna e Fiore Filippaz; non si esclude più di un cameo del direttore Piero Delbello.
Per le prenotazioni scrivete a irci.ierioggidomani@gmail.com o contattate l’ufficio su WHATSAPP: 351 759 0343. Le date sono: Sabato 8 Febbraio 2025 alle ore 11.30 e alle ore 15.30; Lunedì 10 Febbraio 2025 alle ore 15; Martedì 11 Febbraio 2025 alle ore 15; Mercoledì 12 Febbraio 2025 alle ore 15; Giovedì 13 Febbraio 2025 alle ore 15; Venerdì 14 Febbraio 2025 alle ore 15; Sabato 15 Febbraio 2025 alle ore 15.30.
Un altro evento di rilievo va segnalato. Si tratta di “MEMENTO”: presso Porto Vecchio, Magazzino 26. Un oratorio per voce sola tra le masserizie di Magazzino 18, scritto da Roberto Spazzali per la voce di Sara Alzetta, con l’accompagnamento di un violino, suonato da Angela Faccani, per rievocare la tragedia dell’esodo giuliano-dalmata attraverso la recitazione di estratti e di poesie e l’esecuzione di brani musicali.
Ecco le date:
Lunedì 17 Febbraio alle ore 15.45: lunedì 24 Febbraio alle ore 15.45; lunedì 10 Marzo alle ore 15.45
La prenotazione anche qui è obbligatoria: via mail irci.ierioggidomani@gmail.com – via whatsapp 351 759 0343.
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