A SCUOLA DI SALUTE di Fabio Marino

18-09-2014

 

A scuola di Salute, scritto da Fabio Marino, edito da NonSoloFitness Editrice, è un libro molto interessante per molteplici aspetti. Potrebbe essere classificato come un testo accademico ma per la semplicità con cui sono trattati i suoi contenuti è leggibile e comprensibile a tutti i suoi potenziali fruitori. Potenziali perché, secondo la mia opinione, è un  testo che tranquillamente potrebbe essere studiato trai banchi di scuola (soprattutto le medie inferiori) e sarebbe di grande aiuto a studenti, insegnanti e genitori.

In esso, infatti,  si affrontano argomenti …

come il corpo umano, dal suo sviluppo alla sua evoluzione  nelle fasi della crescita; si spiegano le posture sbagliate e si illustra come si possano correggere, evitare e  eventualmente sostituire; si tratta dell’alimentazione dei ragazzi e, infine, si analizzano gli sport più praticati dai bambini e dai giovanissimi, con particolare attenzione a sfatare alcuni “miti” ricorrenti nelle scelte delle pratiche sportive.

Ogni capitolo reca al suo inizio una citazione molto eloquente ed è strutturato partendo con la esplicitazione dell’argomento  e termina con proposte di  rimedi.

Nel  1° capitolo, ad esempio, si affronta il delicato argomento “postura” partendo dalla composizione della spina dorsale (arricchito ovviamente da utilissime illustrazioni), spiegando le sue curve fisiologiche, confrontando il modo sbagliato in cui spesso ci sediamo di fronte al pc o alla scrivania per studiare.

Ma non solo questo: a pagina 30, ad esempio l’autore scrive che la nostra postura evolve allo stesso modo delle caratteristiche fisiche del nostro corpo, come anche di quelle psicologiche e dipende molto dal vissuto, dalle esperienze motorie del soggetto e rappresenta il nostro modo di interagire con il mondo esterno.

La persona che si muove con il busto eretto, con coordinazione e armonia trasmette un’immagine di sicurezza, a differenza di chi cammina con la schiena curva, le spalle cadenti e il capo inclinato che mostra rassegnazione e sofferenza verso i compiti della vita.

Molte le riflessioni che ho esposto all’ autore Fabio Marino e al Professore Pierluigi  De Pascalis, intervenuto alla presentazione del libro.

D: Riguardo gli atteggiamenti sbagliati mi viene da pensare agli adolescenti che spesso “si stringono nelle spalle” come a proteggersi dal mondo che li circonda o a tante ragazze che incurvano le spalle quasi come se si vergognassero di far “venire fuori” la loro nascente femminilità.

F.M: Questo a dimostrazione di come non si possa separare la psiche dal corpo. A tal proposito potremmo definire il movimento quale strumento conoscitivo per eccellenza fin dalla nascita, fondamentale per assicurare anche un buon sviluppo cognitivo oltre che corporeo. I cattivi atteggiamenti posturali tipici dell’adolescenza sono proprio susseguenti a una carenza nel bagaglio di motricità.

D: Di fronte a tali atteggiamenti un genitore obiettivo e consapevole dei danni , cerca di incoraggiare il figlio a non assumere posture sbagliate ma spesso, a causa anche dei chiari conflitti che si verificano tra genitori e figli nell’età puberale, questi ultimi  rifiutano l’aiuto ei consigli dei genitori. Allora in questo caso lo sport praticato potrebbe aiutarli a cercare di far acquisire maggior coscienza di sé e sicurezza e in tal caso praticare attività sportiva a scuola o avere le giuste attrezzature per aiutare gli studenti potrebbe essere molto utile, in quanto a non tutti i giovani piace andare in palestra ad allenarsi.

F.M : Paradossalmente oggi avviene l’esatto contrario, sono proprio i genitori che spesso incoraggiano i propri figli a stare fermi piuttosto che a muoversi e a fare sport. All’interno del libro specifiche tabelle di riferimento indicano che fra i motivi che più frequentemente spingono i giovani all’abbandono dello sport praticato vi sono problemi con lo studio. I genitori per una sorta di punizione per qualche cattivo risultato scolastico, scoraggiano i propri figli dal praticare l’attività sportiva. Allo stesso modo, all’interno delle mura scolastiche, una delle punizioni più frequenti che le maestre impartiscono agli alunni è quella di saltare l’ora di educazione fisica. Siamo quindi arrivati al punto che lo sport e l’attività motoria risultino quasi inconciliabili con lo studio e la scuola. Il libro vuole risolvere questo apparente conflitto, dimostrando invece come praticare lo sport favorisca il raggiungimento di buoni risultati scolastici e aiuti a combattere una serie di conseguenze negative tipiche del nostro tempo quali sedentarietà, obesità giovanile e cattivi atteggiamenti posturali. Allo stesso tempo la scuola, quale istituto educativo per eccellenza, dovrebbe farsi portavoce per essere un’amica nella ricerca della salute e non invece una nemica come è attualmente.

 

D: Arriviamo così ad esempio, alla trattazione della considerazione dello sport nelle scuole, perché e vero che pochissima attenzione è dedicata allo sport e allo sviluppo fisico piuttosto che a quello cognitivo. Questo rappresenta una grave limitazione per la scuola italiana perché nei paesi europei (per non allontanarci troppo) le scuole hanno spazi e tempi  dedicati allo sport, è proprio dalla scuola che nasce il primo input verso l’attività sportiva. Ma voglio anche dire che grazie, ad esempio, ad un ausilio tecnico come questo testo, si potrebbe con poco aiutare gli studenti a imparare tante cose: sedersi correttamente, avere il giusto peso da trasportare, far comprendere e insegnare i danni di una cattiva postura. Ancora, con un intervallo più lungo, ad esempio, si potrebbe far eseguire ai ragazzi degli esercizi per stendere e rilassare i muscoli, come suggerito nelle pagine del libro.

P.de P.: Per restare nell’ambito scolastico si potrebbe mutuare il medesimo linguaggio ritenendo il libro una sorta di supplente, capace di suggerire e tracciare delle linee guida che i genitori più attenti e volenterosi potrebbero seguire sostituendosi appunto a quanto sarebbe, almeno in parte, compito della scuola come istituzione. In altre nazioni si percepisce il valore educativo, psicopedagogico e preventivo dell’attività fisica, in Italia, spiace dirlo, si va perdendo perfino la percezione legata all’importanza della cultura, sostituita dal mero desiderio di concludere un ciclo di studi pur senza aver acquisito reali competenze, è quindi normale che (ancor prima) si sia persa la voglia e la capacità di guardare al futuro e quindi anche alla prevenzione che passa attraverso l’attività fisica, che può insegnare uno stile di vita sano, e può formare le nuove generazioni ai valori della vita. In questa direzione la scuola ha fallito e non si vedono all’orizzonte spiragli di cambiamento.

 

D:Oggi gli insegnanti di Educazione Motoria, per motivi economici e inadeguati, vengono spesso sostituiti da insegnanti che non hanno la specializzazione e questo è un danno per la scolarizzazione. È il tipico controsenso italiano che obbliga  insegnanti non qualificati, che ne farebbero volentieri a meno per dedicarsi alle materie per cui sono istruiti, e lascia a casa chi, invece, ha studiato per tirare fuori il meglio di uno studente in palestra. Il tutto, ovviamente, a vantaggio delle scuole private che si fanno vanto di svolgere attività sportive pomeridiane e delle palestre private in cui spesso per i giovani sono impiegate allenatori non del tutto competenti.

P.de P.:  Colpa di tale atteggiamento è proprio la mancanza di una idonea e reale cultura. Sebbene dai tempi di Ippocrate si conosca il ruolo fondamentale del movimento, almeno in Italia sembra ancora essere un elemento accessorio, quasi un capriccio o un modo per ingannare il tempo. Pertanto le famiglie in primo luogo non manifestano alcun risentimento rispetto a simili iniziative, mentre sicuramente scenderebbero in piazza se l’insegnante di Educazione Motoria si improvvisasse anche docente di matematica o di lingua italiana. Timorosi (a ragione) di un insegnamento inadeguato della materia, ma paradossalmente molto meno preoccupati di un figlio con un potenziale aggravio delle condizioni di salute.

 

 

Grande attenzione è rivolta, nel testo, alla relazione tra sport, genitori e bambini per ciò che riguarda l’aspetto psicologico e quello salubre. Lo sport (cit. pag. 106)ha un inestimabile valore formativo, educativo e sociale in questa fascia d’età ma solo se proposto nella maniera giusta. Molti sono i casi in cui grazie allo sport si vince la propria timidezza ma altrettanti sono quelli in cui piuttosto che l’aiuto reciproca si insegna la competizione o la prevaricazione sugli altri.

A tale proposito molto interessante e istruttiva è l’analisi fatta nel testo degli sport più frequentemente consigliati  e praticati  dai bambini, in cui come già accennavo, si vanno a sfatare alcuni miti all’insegna sempre del proporre la giusta scelta.

D: Un ultimo richiamo è alla lingua italiana e perciò potrà sembrare banale ai lettori, ma voglio egualmente correre il rischio! Se educare significa (come cita il dizionario Treccani): promuovere con l’insegnamento e con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche, e delle qualità morali di una persona, spec. di giovane età,  educazione motoria dovrebbe significare insegnare come muoversi nel migliore dei modi nella stessa maniera e nello stesso impegno di come si insegna tutto il resto, anzi considerando i risvolti sulla salute, bisognerebbe accentuarne ancora di più la sua importanza.

P.de P.: Non solo, a onor del vero occorrerebbe aggiungere che l’attività motoria ha un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo cognitivo, nel favorire le connessioni neuronali agevolando anche la comprensione e consolidando la memoria. Vi è uno studio recentissimo dell’università dell’Illinois dedicato proprio alla relazione fra attività aerobica in giovane età e sviluppo cerebrale. In altri termini l’attività fisica ha un’influenza positiva anche sul resto delle altre fondamentali discipline. Questo non significa volerla porre su un piedistallo, quindi al di sopra delle altre, ma neppure assegnarle la maglia nera nel’ipotetica classifica di ciò che concorre all’educazione.

 

Grazie per la gentile collaborazione.

Maria Paola Battista

 

 

 

 

 

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