Amore

Un altro appuntamento con la rubrica SCRABBLE. Collezione di parole ci farà approfondire il significato di una parola, attraverso la letteratura.

Il 2 ottobre si è celebrata la giornata internazionale della nonviolenza e il 25 novembre ricorrerà quella per l’eliminazione della violenza contro le donne. Basta guardarci intorno, anche solo per un instante, per capire, con amarezza, che la nostra società ne ha ancora profondamente bisogno, che ha bisogno di essere sensibilizzata ed educata per poter piantare il seme del cambiamento. Desidero, allora, aggiungere alla nostra collezione una parola di cui dovremmo far tesoro, troppo spesso bistrattata o data per scontato: amore.

Le interpretazioni etimologiche della parola amore sono numerose. Risale, innanzitutto, al sanscrito kama ovvero, ‘desiderio’, ‘passione’. Il verbo stesso amare deriva dalla radice indoeuropea *kam che racchiudeva in sé un duplice significato: ‘volere’ e ‘amare’. Una seconda interpretazione, fa risalire il termine al greco mao, ovvero ‘desidero’. In latino, invece, si usava il sostantivo amor, diffuso poi in tutte le lingue romanze, per dire a parole quell’attrazione viscerale e istintiva che si opponeva al verbo diligo, che i latini utilizzavano per dire “ti amo” e che deriva da legĕre ovvero ‘scegliere’, colorando quell’attrazione di una sfumatura più razionale, consapevole. Anche nel linguaggio corrente, la parola amore si colora di sfumature diverse. Può essere utilizzata per esprimere quel sentimento di affetto verso una persona che ti spinge a voler procurare il suo bene; può indicare un’inclinazione, una passione o un attaccamento; infine, può essere utilizzata per manifestare il desiderio in quanto brama di possedere una cosa e, purtroppo anche spesso, una persona. Forse, se ancora abbiamo bisogno di istituire giornate contro la violenza, è proprio perché questa brama di avere è in grado di accecare e annientare la purezza dell’amore, quell’amore cantato da Dante nel canto XXXIII della Divina Commedia, a conclusione del suo viaggio e del suo capolavoro, quell’amore che colma il Paradiso e che è il motore del mondo e della vita: «L’amor che move il sole e l’altre stelle».    

A suggerire un’ulteriore interpretazione è il libro AmarTi AmarSi di Michela Marano (Edizioni Il Papavero). Una raccolta di poesie che intercetta e fa propria l’idea dell’amore, scandito non solo dai versi, ma anche dal trascorrere delle stagioni. Non è casuale la forma del titolo, né la citazione tratta dal Simposio con cui si apre il libro, ma rispecchiano le chiare intenzioni dell’autrice di voler consegnare al lettore il concetto dell’amore, non banale, non idealizzato, ma che giorno per giorno è alimentato dal bene. Che cos’è l’amore, d’altronde, se non è indirizzato al vero bene? Allora, ecco, che attraverso la sua poetica, ci ricorda che non possiamo amare l’altro, se non amiamo prima noi stessi, non egoisticamente, ma di quell’amor proprio pronto a essere proiettato verso l’altro, scatenando quella reciprocità fondamentale e portante dell’amore sano, dell’amore vero

Gran parte dell’arte e della letteratura si è sviluppata attorno a questo tema. Sono state create storie senza tempo, capaci di emozionare ogni volta, di trascinare nei mondi immaginati, sussurrando, urlando e cantando dell’amore in tutte le sue forme. Storie che sono rimaste impresse nel tempo e nella memoria, immortali e indimenticabili. Chi non conosce l’amore di Romeo e Giulietta, raccontato in modo intenso e unico da William Shakespeare? Un amore profondo, che germoglia nell’odio, un amore impossibile e tragico, ma potente; così celebre da spingere ogni anno visitatori da tutto il mondo a scoprire la città dell’amore: Verona.
Orgoglio e Pregiudizio, capolavoro di Jane Austen, mostra l’amore che cresce lentamente, per poi divampare nei cuori dei protagonisti. L’amore che si fa spazio tra l’orgoglio di lui, e il pregiudizio di lei, facendoli evolvere e maturare. Un amore che sa essere doloroso, ma per cui si è disposti a lottare e a cedere. È, infine, l’amore per la vita quello che, forse inaspettatamente, può essere scovato nella poetica di Leopardi e che ci svela in tutta la sua delicatezza e dolcezza Alessandro D’Avenia, con L’arte di essere fragili. Un libro che dà nuova luce a uno dei poeti più importanti del panorama culturale d’Europa, troppo spesso presentato a scuola, prima di ogni altra cosa, come pessimista.

A volte, però, non serve guardare troppo in là, non serve immaginare nuovi scenari, nuovi mondi per dare vita a storie d’amore uniche ed è Trenta giorni di Luce di Francesco Maria Olivo (Edizioni Il Papavero) a ricordarci che molto spesso la realtà supera di gran lunga la fantasia. L’autore imprime tra le pagine del suo libro i suoi ricordi, quelli incastonati nel Monte Faito, consegnando una storia speciale, come la protagonista. Sì, perché Bianca è una donna invecchiata precocemente, una donna affetta da grave disagio mentale, trascurata, vittima della prepotenza, dell’ignoranza e della superficialità umana; una donna che scatena l’ilarità di tutti coloro che non hanno mai neanche provato a spingersi al di là delle apparenze, dimenticando che tutti noi siamo custodi di una storia. Raccontando di Bianca, Francesco Maria Olivo racconta inevitabilmente dell’amore che dà speranza, l’amore che ti cambia e ti dà nuova vita, anche quando forse è solo una dolcissima bugia.

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About Martina Bruno

Martina Bruno, laureata in Lingue e Letterature Moderne, classe 1996, fermamente convinta che la comunicazione e la cultura, in tutte le sue sfaccettature, siano elementi fondamentali per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. Non posso smettere di essere curiosa e osservare, c’è troppo da scoprire, assaporare e raccontare.