APRE AVELLINO JAZZ fino al 15 settembre con grandi nomi
LA GRANDE MUSICA PROTAGONISTA DI “AVELLINO JAZZ”: AD APRIRE IL FESTIVAL LO STORICO GRUPPO IRPINO SINJARMAJAZZ DOMANI (9 settembre) AL CARCERE BORBONICO
Saranno i Sinjarmajazz ad aprire domani (9 settembre) il festival “Avellino Jazz” che, nel suo ventennale, prevede concerti, laboratori, mostre workshop, improvvisazione, formazione fino a 15 settembre presso il Carcere Borbonico e presso numerosi locali della città.
L’evento promosso da Fond Mus It ha visto la prima parte svilupparsi sul tema “Aborismi” e, da domani, sarà interamente dedicato al jazz.
Domani (9 settembre), alle ore 19, presso il Carcere Borbonico, ad esibirsi saranno lo storico gruppo avellinese Sinjarmajazz. Una lunga esperienza nei suoni del jazz; con organici di formazioni spesso eterogenee, questo ensamble nel corso degli anni ha dedicato al jazz ed all’improvvisazione numerosi progetti, proponendo una lettura personale della pratica improvvisativa. La formazione irpinia compie, per l’inaugurazione del cartellone dei concerti di Avellino Jazz, un omaggio alla sua lunga storia, presentando Open Suite. SinjarmaJazz ha conosciuto e suonato con tantissimi musicisti e ha elaborato varie composizioni, che in questi anni hanno guidato la musica del gruppo verso un idioma originale e multiforme. Open Suite è l’omaggio a questa storia di musica, con protagonisti alcuni tra i tanti artisti che l’hanno alimentata.
Martedì 10 settembre, dalle 15.30 alle 19, presso la sala Ripa del complesso monumentale dell’ex carcere borbonico, si terrà invece il laboratorio di improvvisazione a cura di Marcello Giannini (chitarra) e Renato Grieco (contrabbasso) dal collettivo Crossroads Improring. Partendo dalle loro prime esperienze di musica libera da schemi e dalle loro collaborazioni con altri musicisti ed altri collettivi, spiegheranno come hanno sviluppato la loro personale visione dell’improvvisazione in solo e d’insieme, su quali parametri muoversi per improvvisare, come si è sviluppata l’idea di collettivo, con quali schemi gestire una conduction di un ensamble e su quale materiale lavorare, l’improvvisazione nell’elettronica, quali ascolti sono necessari per avere una visione più ampia sull’improvvisazione, come hanno riportato queste esperienze anche in contesti di improvvisazione più canonica o di musica con schemi ben precisi. Sempre martedì 10 settembre, alle ore 21.30, in Via Circumvallazione (Fiorangelo), “ImproNotte”. Una serata dedicata all’improvvisazione, con vari musicisti che si alterneranno in vari set, formati al momento, senza nulla di prestabilito, lasciando scorrere il fluido creativo e l’interplay. La serata è in collaborazione con il Crossroad Improring, un collettivo che da anni si riunisce ogni settimana per seguire quello che succede e quello che succederà nella musica e nel jazz. Nessuna partitura, nessuna tonalità a cui poggiarsi: solo ritmo, istinto, interplay e le storie, l’esperienza, la cultura di ciascuno. Crossroads Improring mira a estendere l’idea della libera improvvisazione coinvolgendo musicisti provenienti dalla pratica dei generi più diversi, dal jazz al rock, dall’elettronica all’hip hop. L’obiettivo finale è la creazione di una forma libera da connotazioni stilistiche prestabilite, un viaggio all’interno dei percorsi dei singoli musicisti, che si affidano alle evoluzioni del momento. E’ composizione estemporanea, che nasce da un flusso di improvvisazione, basata sul rispetto degli spazi sonori, sulla ricerca delle soluzioni più disparate e sulla partecipazione.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI FINO AL 15 SETTEMBRE
Il secondo laboratorio si terrà il 12, 13 e 14 settembre, dalle ore 15 alle ore 19, presso la sala Ripa, e sarà curato da Hobby Horse e Dan Kinzelman al sassofono, clarinetti, flauti, tastiere, percussioni e voce, Joe Rehmer al contrabbasso, tastiere e voce e Stefano Tamborrino alla batteria, percussioni e voce.
Il 12 settembre, alle ore 21, presso il Caffè Letterario, “Hirpus Duo”, Pasquale Innarella e Carmine Ioanna. Il Duo di Pasquale Innarella ai sassofoni e Carmine Ioanna alla fisarmonica, è un duo che utilizza musiche proprie, classici del jazz, canzoni latino americane e brani o frammenti provenienti da ogni parte del mondo. Tutti i brani diventano a volte un romantico soffio oppure un vorticoso e intrigante spunto per le improvvisazioni che a loro volta possono secondo il caso restare collegate alla parte armonica, melodica del brano, oppure allontanarsi per dipingere nuovi scenari e poi rientrare nella poetica del tema di partenza o andare verso altri brani, altri suoni, altri umori.
Il 13 settembre, alle ore 21, presso l’ex Carcere Borbonico, concerto degli “Slivovitz”. Nascono nel settembre 2001 e da allora non hanno mai smesso di muoversi, crescere, cambiare forma e direzione, sempre nel solco della musica strumentale intorno al jazz rock dai toni etnici.
Nevrotici, irrequieti e naturalmente tesi al movimento, in questi anni, a partire da Napoli hanno suonato in tutta Italia, toccando l’Ungheria, la Spagna, la Serbia e l’Austria. Con la formazione originale (Domenico Angarano al basso, Stefano Costanzo alla batteria, Derek Di Perri all’armonica, Marcello Giannini alle chitarre, Pietro Santangelo ai sassofoni, Riccardo Villari al violino) hanno registrato il primo omonimo disco tra il 2004 ed il 2005, editi da Ethnoworld (Milano), arricchiti dalla presenza della voce di Ludovica Manzo. Hanno registrato il secondo disco al caldo dell’estate napoletana 2007 presso gli studi Megaride. Nei nuovi brani spicca l’utilizzo “strumentale” della voce e l’intrecciarsi dei diversi strumenti a disposizione, mai relegando nessun elemento del gruppo al ruolo di mero accompagnatore. Il forte impatto live denota un chiaro ascendente rock sulla sezione ritmica, mitigato dalle innate capacità improvvisative dei solisti; il tutto fuso in strutture complesse che rimandano al jazz-rock più puro dei primi anni settanta ma con risonanze etniche dal mediterraneo all’area balcanica. Il disco, dal titolo “Hubris”, impreziosito da ospiti come Giovanni Imparato (voce e percussioni in “CaldoBagno”), Marco Pezzenati (vibrafono in “Mangiare”) e Ugo Santangelo (chitarra acustica in “Co2”), è stato missato a Londra, presso gli studi della SAE da Luca Barassi e masterizzato a Roma da Fabrizio de Carolis presso lo studio “Reference”. “Hubris” da settembre 2009 è distribuito in tutto il mondo dalla MoonJune Records di Leonardo Pavkovic.
Il 14 settembre, alle ore 21, presso il lounge “Martella”, Hobby Horse in concerto, con Dan Kinzelman al sassofono, clarinetti, flauti, tastiere, percussioni e voce, Joe Rehmer al contrabbasso, tastiere e voce, Stefano Tamborrino alla batteria, percussioni e voce. Incrocio coinvolgente tra improvvisazioni ipnotiche ed esplosiva dinamicità, la musica degli Hobby Horse varca i confini di genere con influenze free jazz, ambient, rock e sprazzi di musica elettronica. Il repertorio proposto consiste principalmente in pezzi originali composti appositamente per la formazione, con l’aggiunta di qualche brano di autori come Tom Waits, Robert Wyatt e Thelonius Monk. L’interplay del gruppo è di livello altissimo e gli anni di esperienza condivisa hanno reso possibile un dialogo fresco, coinvolgente e sorprendente tra i musicisti. Gli Hobby Horse nascono nel 2008 con un repertorio ben radicato nella tradizione, ma il gruppo si è subito mosso verso orizzonti nuovi. Durante gli ultimi anni hanno esplorato i propri limiti timbrici utilizzando strumenti inusuali (flauti di latta e a coulisse, glockenspiel, melodica, sintetizzatori ed altri) e sperimentando l’uso della voce, fino ad ottenere una ricchezza sonora quasi orchestrale e un impatto sorprendente per una formazione così piccola.
Il 15 settembre, alle ore 21, presso il ristorante “Blob”, El Hadji Mbaye e i tamburi di Gorèe. I Tamburi di Gorée sono un gruppo musicale che nasce nell’isola di Gorée, in Senegal, dall’iniziativa di alcuni membri del gruppo Africa Djembe, con l’intento di fare rivivere le radici musicali tradizionali del loro Paese e dell’Africa occidentale, in particolare della tradizione musicale mandinga e wolof. Nel 1988 successivamente alla registrazione del Cd omonimo, il gruppo si trasferisce a Roma dove risiede attualmente. I loro spettacoli sono eseguiti con strumenti a percussione e a corda, e con l’impiego di variopinti costumi propone i cori, i ritmi e le danze africane tradizionali.
I ritmi del repertorio hanno radici nella storia dell’isola da cui provengono, l’isola degli schiavi, la “porta” della tratta verso l’America, situata di fronte Dakar e patrimonio dell’Unesco. Molti dei ritmi che propongono sono proprio quelli che furono trasportati con le navi attraverso l’atlantico per sbarcare in America e porre le radici del jazz e della musica nera americana.
Alcuni di loro vantano collaborazioni con alcuni tra i più importanti artisti del panorama musicale africano come Youssou N’Dour e Miriam Makeba.
Avellino Jazz si presenta per la prima volta nel settembre 1993, all’ex Carcere Borbonico, con Enrico Rava, artista che non ha bisogno di presentazioni, che tiene a battesimo il festival. Il trombettista, per tre volte presente in cartellone,ha così consolidato nel tempo un rapporto d’amicizia con Avellino Jazz. Nel 1993, musicista jazz dell’anno, presentò ad Avellino l’European Jazz Quartet, con Palle Danielsson al contrabbasso, Jon Christiansen alla batteria ed un giovanissimo Roberto Cecchetto alla chitarra. Negli anni il Festival ha avuto ospiti artisti internazionali tra i quali Steve Coleman, Hamid Drake, William Parker, John Tchicai, i migliori musicisti italiani come Giulio Capiozzo, James Senese, Paolino Dalla Porta, Pasquale Innarella, Antonello Salis, Roberto Cecchetto, Michele Rabbia, Fabrizio Sferra, Gianluca Petrella, e i migliori tra i giovani musicisti italiani, Mauro Ottolini (musicista jazz dell’anno 2012), Giovanni Guidi, Tony Cattano, Domenico Caliri.
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