E la Scienza bruciò

Brucia la cultura, brucia un pezzo di Napoli, brucia il futuro..

Ieri sera un vasto incendio ha distrutto il complesso museale di Città della Scienza, nato negli anni ’90 nella Bagnoli desolata e devastata dallo spettro dell’Italsider.

Portare innovazione liddove il progresso e la tecnica avevano deturpato il paesaggio, ri-dare vita a un quartiere, attivare un discorso di “formazione” ma sopratutto avvicinare i piccoli (e, perchè no, anche i loro accompagnatori) a un modo nuovo per apprendere, a un modo divertente per fare scienza era lo scopo del complesso.

Città della Scienza era un laboratorio a cuore aperto, spostandosi da un padiglione all’altro ci si poteva imbattere in decine e decine esperimenti di fisica classica, e una serie di laboratori coinvolgevano e affascinavano per la cura con i quali erano gestiti.

Un patrimonio culturale è andato in fumo, una realtà che ha faticato ad esistere nonostante la crisi, la mancanza di fondi, e le spese di gestione che un complesso monumentale come questo ha di certo.

Città della Scienza era un luogo prezioso, e oggi si fa fatica a fare i conti con il fatto che non esista nella mentalità comune il discorso “bene di tutti”, si fa fatica a pensare e sapere che il “dolo” è la causa di tale devastazione. E si fa ancora più fatica ad abbassare gli occhi e accettare in silenzio che qualcuno o qualcosa abbia privato noi cittadini di un luogo prezioso, un luogo di crescita, di cultura,  di progresso.

Iole Nigro


 

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