Francia: stop ai social a minori di 15 anni
La proposta servirebbe a tutelare gli adolescenti
Vista la grave situazione che molti giovani stanno vivendo, ha ragione la Francia di correre ai ripari proponendo una nuova legge che limita l’uso dei social network ai minori di 15 anni. Ci si riferisce sia a Facebook che a Snapchat, TikTok, Instagram e Twitter. La legge comprende inoltre una sorveglianza serrata e sanzioni per le piattaforme che non controlleranno l’età degli utenti. La sanzione prevede una multa al massimo dell’1% del loro fatturato. Lo scopo della nuova legge è di tutelare i ragazzi dai pericoli correlati all’uso dei social network, quali disturbi dell’alimentazione e del sonno, dipendenze da sostanze e da alcolici, ludopatia, depressione, cyberbullismo, ansia, problemi di apprendimento. Il disegno di legge è stato proposto dal deputato di centro Laurent Marcangeli, padre di due bambine di 8 e 10 anni, spaventato dal corso degli eventi. Subito altri paesi si sono dimostrati interessati a questa proposta di legge poiché la preoccupazione regna ovunque. Anche alcuni pediatri appoggiano il pensiero sottolineando i pericoli derivanti dai social. I limiti della futura legge potrebbero però essere aggirati dai minori.
Va evidenziato che ben il 37,15% dei liceali rimane per ore su TikTok sia di giorno che di notte. I social sono gestiti dall’intelligenza artificiale, da algoritmi atti a incollare i fruitori allo schermo. In base ai dati emersi da un’indagine svolta a Firenze su 436 studenti dei licei, il 37,15% di loro, rimane per tantissimo tempo TikTok tanto da non rendersene conto. Uno dei rischi per i giovani, è costituito da Hikikomori che determina isolamento sociale. A mio avviso dovremmo ribaltare la situazione ponendo i social al servizio dell’uomo e non il contrario.
Sono ben 54mila gli studenti italiani che intrattengono relazioni solo in rete, tralasciando i rapporti reali in favore di quelli virtuali. Questa situazione di ritiro sociale.
L’espressione Hikikomori rappresenta un fenomeno scoperto e sviluppatosi in Giappone negli anni ’80 e significa il ritiro nella propria stanza, senza contatti con l’esterno, comprese le relazioni personali e familiari.
I giovani hikikomori soffrono sovente di depressione, manifestano condotte ossessivo-compulsive e hanno il ritmo circadiano sonno-veglia scombussolato. Il ritiro sociale si realizza lentamente e comporta l’assenza di soft skills e l’aumento di stati aggressivi. Gli hikikomori sono stati definiti “eremiti post-moderni” dal prof. Flavio Rizzo dell’Università di Tokyo.
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