Imprenditorialità femminile nel rapporto di Unioncamere. Il commento di Giuseppe Arleo

Arleo (Competere.Eu): i dati di Unioncamere consegnano un quadro incoraggiante ma bisogna fare di più perché la crescita delle imprese diventi strutturale. Ben vengano incentivi e politiche ad hoc
E’ davvero grave  che il tessuto imprenditoriale italiano abbia solo un’impresa su 5 guidata da donne

“I dati dell’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere ed Infocamere ci consegnano quindi un quadro incoraggiante per quanto riguarda le imprese femminili avviate dalle under 35 sebbene faccia da pari la poca crescita complessiva delle imprese rosa rispetto al primo trimestre dello scorso anno dove erano avviate 26044 imprese rispetto all’anno in corso pari a 26.299 registrando un segno positivo ma davvero impercettibile.“

Lo afferma Giuseppe Arleo coordinatore dell’Osservatorio Next Generation Eu del think tank Competere.eu dedicato alle strategie di attuazione del Recovery Plan in Italia nel commentare i dati presentati oggi da Unioncamere.

“Le imprese femminili avviate da under 35 registrano- spiega Arleo- nel primo trimestre del 2021 un dato significativo attestandosi con un incremento, rispetto allo stesso periodo del 2020, pari all’8,1% ribadendo come le imprese giovanili rosa si dimostrano più resilienti rispetto alle over 35.

Il dato nazionale ci consegna una presenza di imprese rosa di oltre un milione e 330 mila imprese pari solo al 21,97% delle imprese italiane, dove nelle regioni più grandi quali Lombardia Lazio Campania e Sicilia si presentano in maniera più numerosa e invece risultano avere maggiore peso percentuale nelle regioni del Molise, Basilicata e Abruzzo dove si supera il 25% del totale delle imprese presenti sul territorio regionale.”

“Le donne over 35- continua Arleo- in maniera complessiva dimostrano meno fiducia delle colleghe giovani dall’avvento della pandemia ad oggi, sebbene i dati di inizio 2021 siano positivi ancora non si ha una inversione di rotta decisa e, inoltre, l’incremento del solo 1% complessivo delle imprese rosa rispetto al 9,5% complessivo delle imprese maschili accentua ancora di più la necessità di avviare una politica di incentivi e agevolativa incisiva che aiuti in maniera concreta l’avvio e lo sviluppo delle imprese femminili.

Ben vengano, quindi, incentivi dove per la partecipazione femminile vi siano agevolazioni o facilitazioni nella fase di accesso, si pensi ad esempio al requisito dell’età, ma occorre nell’ottica di una rivisitazione complessiva delle politiche agevolative, un aiuto più concreto in termini di semplificazioni e velocità di attuazione dei bandi pubblici.

E’ davvero grave- conclude Arleo- che il tessuto imprenditoriale italiano abbia solo un’impresa su 5 guidata da donne mortificando le capacità e le competenze possedute ma che evidentemente, oltre ad un retaggio culturale non ancora penetrato, scontano anche delle mancanze in tema di agevolazioni e aiuto a far emergere qualità che poi si sono rilevate di primissima importanza.”

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