Luca Giordano. Dalla Natura alla Pittura. La mostra a Napoli

Luca fa ambressa è il soprannome di Luca Giordano per la celerità e la copiosa produzione di opere, se ne contano più di tremila solo a Napoli. Forse proprio per questa abbondanza, che si traduceva anche nella vita, avendo avuto sedici figli da quattro donne diverse, nonché per la sua capacità commerciale, la sua grandezza di artista a tutto tondo è passata sottotono. Certo non è un autore tormentato, ha saputo destreggiarsi tra corti e botteghe definito anche copista per la sua sostanziale influenza di grandi artisti come il Ribera, suo maestro, da cui trae ispirazione per molte sue opere. In ogni caso riesce a cogliere un suo filone distintivo aggiungendo la linea barocca nei colori e nei volti esasperando le sue scene pittoriche. Capace di dipingere in qualsiasi maniera e con un’incredibile celerità.
E’ senz’altro un autore moderno per i suoi tempi, congiunge la classicità di Jusepe Ribera alla pittura barocca successiva che vede in Solimena che, con Nicola Malinconico e anche grandi artisti del settentrione guarderanno Luca Giordano con attenzione, uno dei suoi maggiori rappresentanti. Influenzato dai grandi e dalle storie del passato, come anche dai filosofi, come in la morte di Catone, da cui attingeva per le sue scene, Ribera resta il suo prediletto a cui si è confrontato una vita intera. Dalla Natura alla Pittura, dove la natura è Caravaggio: scene realistiche negli sguardi e azioni, ma rivisitate nell’impatto cruento e ridondante sicuramente barocco. Segue quindi la scuola caravaggesca, ma studia Tiziano, Raffaello a otto anni le prima sue opere due angeli per una commissione nella bottega del padre e segue la scuola pittorica di Ribera.
Nasce a Napoli il 18 ottobre 1634. Appena ventenne, realizza due dipinti per la chiesa di san Pietro ad Aram e la pala del transetto della chiesa di Santa Brigida.
La sua opera non è circoscritta al suolo partenopeo, conquista spazi e committenze a Firenze, Venezia e Roma fino ad ottenere incarichi per le maggiori chiese e per l’aristocrazia napoletana ma, soprattutto, spagnola tanto da risiedere per quasi dieci anni a Madrid. Produce tantissimo fino a diventare capo pittore di corte. Nel suo autoritratto, risalente al periodo della partenza per la Spagna su invito di Carlo II, l’occhialino e lo sguardo austero manifestano la sua piena e cosciente realizzazione in vita
Gli ultimi anni di vita li trascorre a Napoli lavorando anche nella Certosa di san Martino e nella chiesa dei Girolamini.
Tra i suoi lavori trova anche lui ispirazione dalla peste nel 1656 come molti artisti dell’epoca, rappresentando il trionfo della morte in linea con il mood barocco; Giordano, nella pala di san Gennaro, a cui si chiede voto contro la peste, riprende il tratto urbano della stupenda opera di Micco Spadaro.
E’ lui che segna il salto barocco a Napoli ed è a Firenze che, in un filo conduttore con Pietro da Cortona, si caratterizza come massimo genio del barocco in Europa testimoniato dagli affreschi nel palazzo medici Riccardi del 1682.
È del poeta il fin la meraviglia… chi non sa far stupir, vada alla striglia (Giovan Battista Marino, 1608 circa)
E girare tra le sue opere la meraviglia e lo stupore di tanta bellezza toglie il fiato in una mostra accurata, raffinata che conduce il visitatore in un percorso filologico e meraviglia per la costruzione scenica di finestre e squarci a loro volta opera. Si conclude in uno spazio interattivo straordinario in cui le sue opere vengono virtualmente ricollocate per dove erano nate: la chiesa di santa Brigida, Santa Patrizia così come nella Certosa o nella chiesa dei Girolamini. Luoghi conosciuti ai più dove l’occhio distratto non si sofferma come meriterebbe sulle opere che contiene, disponibili gratuitamente al devoto che dà per scontate. La mostra dà invece risalto allo spessore di un artista nostrano così moderno e famoso in Europa già ai suoi tempi.
La mostra Luca Giordano. Dalla Natura alla Pittura, a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, da un’idea di Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte e di Christophe Leribault, direttore del Petit Palais di Parigi, dove si è svolta la prima esposizione dal titolo Luca Giordano. Le triomphe de la peinture napolitaine (14 novembre 2019 al 23 febbraio 2020) che, insieme alla mostra su Gemito, ha completato “la stagione napoletana” dell’autunno 2019 nel cuore della capitale francese. E con il mood europeo ritrova in Napoli la sua più consona collocazione intima ed emozionale.
L’architetto dell’allestimento Roberto Cremascoli (Cor Arquitectos) e Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni) autore dell’installazione multimediale interattiva che mostra alcuni dei luoghi e delle opere affrescate dall’artista a Napoli: nella chiesa di San Gregorio Armeno, di Santa Brigida, alla Certosa di San Martino e nei Girolamini quasi ad invogliare il visitatore a vivere in presenza quei luoghi.
Valore aggiunto avvalersi di una guida turistica che ne faccia cogliere l’essenza e il valore di ogni opera con uno sguardo al vissuto e alla personalità dell’autore con una visione antropologica che dà completezza alla visita. Marco Fiore dell’associazione Oltre i Resti ne è un degno conduttore da consigliare vivamente.
La mostra è visitabile fino al 10 gennaio 2021.
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