Pensieri sparsi in cerca d’autore, 3° capitolo

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3° capitolo La nascita

Francesca nacque dopo una gestazione normale. Rebecca aveva continuato a lavorare. Insieme a Franco, suo storico compagno di studi. Avevano uno studio legale apprezzato. Rebecca penale, Franco civile.

Nel tempo associarono Emilia, per l’amministrativo. Per ultimo Guidalberto, tributi, società. Italia, Inghilterra, Spagna. Treno, aereo, macchina. Qualsiasi tentativo di ricondurla ad una vita più tranquilla. Nisba. Il lavoro era il succedaneo esistenziale. Ricordo la telefonata, come fosse adesso. “Passa a prendere il borsone, controlla che sia quello giusto, sono in ambulanza, ci vediamo in clinica.”  Come due automi, pervaso da un misto di paura e di felicità, prendo la macchina, corro a casa, controllo, prendo la bottiglia che avevo posizionato in frigo, e nell’andare in clinica, a volo, prendo un fascione di astromelie. Trafelato mi fiondo nella camera travaglio. Rebecca, sorridente, si massaggiava il pancione. In trance, camera parto, le mani congiunte e finalmente il primo strillo. È stato liberatorio, per lei. Ma soprattutto per me.

Me la ritrovai fra le braccia, una cosina. In quel momento si realizzò un legame che caratterizzò per tutto il tempo, il nostro rapporto. Sono felice. La felicità è un istante emotivo che non può durare, eppure mi concentravo, inutilmente, per renderla eterna. Come Faust, avrei venduto l’anima. Ho un vago ricordo degli avvenimenti di quella giornata; e non solo di quella. Ricordo il botto, un brindisi con Rebecca e lo sfiorare, con un dito umido di bollicine, le labbra della cosina. Allora, come poi, Rebecca mi apostrofò. “È piccola. Tu sei pazzo.” Mentre un sorriso le distendeva i lineamenti del volto. La trasgressione pennellò il nostro rapporto costantemente. Piccole nuance. Senza un po’ di pazzia, che vita è. Inconsciamente volevo trasmetterle, con quell’atto innocente, la potenza della trasgressione. Cosa è la trasgressione. Non come stile di vita, beninteso. Perché la trasgressione continua, annulla la potenza della stessa. La trasgressione esiste come contraltare della norma. La norma è uno strumento utile alle società per portare ordine e tarpare qualsivoglia tendenza a spinte centrifughe. È preservativa.

La trasgressione è conoscenza. Infrangere la norma significa vedere cosa c’è dietro l’angolo. La norma non vorrebbe due madri o due padri per un pargolo, non vorrebbe unioni omosex e potrei fare un elenco infinito. Se volgo lo sguardo alla natura ed alle varie società, presenti e passate, queste costumanze sono già di per sé reali. La cultura, gli usi, i costumi. Sono caratteristiche che la varietà umana già vive. La poligamia, il matriarcato, il cavalluccio marino, le famiglie allargate degli animali. Non a caso il primo atto trasgressivo fu il cogliere la mela. L’Eden restò una chimera. Immaginate che noia vivere nel giardino incantato. Ancora. Il decalogo dei dieci comandamenti vietava con pervicacia la natura umana ma aveva un senso. Giustificava la contrizione e, quindi, la confessione per mondarsi dal peccato. Ed ancora. L’eroe è la rappresentazione di chi osa, di chi trasgredisce.

Passarono un po’ di giorni. Visite, gli amici, il primo pannolino, la prima poppata. Lo stato confusionale lentamente svaniva. Ed io ero rapito. Fantasticavo. Immaginando un futuro per Francesca. Ero cresciuto con Lucio Battisti.

Nando Percopo

Nando Percopo

Nasce ad Avellino il sette marzo 1945. Laurea in Ingegneria al Politecnico di Torino. Naia e lavoro da ingegnere industriale e imprenditore e amministratore di una società di consulenza aziendale. Irrequieto, va dove lo porta il cuore. Si definisce fondamentalmente umanista eclettico, ama i classici e vola con la fantasia. Gira il mondo ma ha nel cuore l’Irpinia. Ama dipingere, restaurare mobili, scrivere.

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