Pensieri sparsi in cerca d’autore, 6° capitolo

6° capitolo, Canea imperante

A proposito di costumanze diverse, da noi Andrea è un nome rigidamente maschile. Oltrepassate i monti o il mare e vi ritroverete una Andrea. Il perché di questa digressione è dovuto ad una trasmissione televisiva, otto e mezzo, che mi ha riappacificato con la Gruber. Vedo poco la televisione, amo la radio.  Pochi programmi. Vedo Report, in cui la chiarezza e l’onestà intellettuale la fanno da padrone. In questi ultimi tempi la Gruber aveva ospitato una canea che faceva gara a sparare cazzate. L’incipit è essere contro. Nel periodo del referendum costituzionale, come per le unioni civili, il parterre cambiava di rado. Scelto in funzione dell’audience. Business. Il solito. La mia generazione era contro. Volevamo tutto per tutti. Utopia. Ma non albergava disonestà mentale. Oggi è un contro funzionale. A sé stessi. Il solito giornalista. Sorriso ironico, sardonico. Alla domanda “Quanto fa due più due?”, partiva la registrazione che niente aveva a che fare con la domanda. Un caso? Il politico 1. Difensore dei deboli. Stessa domanda. Stessa risposta. Il politico 2. Viso pulito, capelli ossessivamente della stessa lunghezza. Viso rasato. Con una espressione di chi aveva il globo sulle spalle. Solita borsa. Modo di incedere con spalle curve verso il torace. Come se avesse l’esigenza di nascondere il cuore. Possiede il vezzo di non riuscire a capire la differenza fra congiuntivo e condizionale. Stessa domanda. Stessa risposta. La farsa elevata a sistema. La risposta sarebbe stata semplice. Quattro. La sostanza è un optional.

In questa si discettava sulle lingue morte. Sono morte? Ospiti. Un professore italiano, Gardini, docente ad Oxford di letteratura rinascimentale. Una giovane grecista donna, Andrea Monorchio. L’adolescente colto, Sgarbi. Leggete, se vi capita, il libro di Gardini, Viva il latino[1]. Resterete affascinati. Ancora. Leggete poi La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco, di Marcolongo[2].  Vi stupirete.

Un godimento per l’animo e la mente. Quella sera stessa rincaso nella medesima casa, medesima nel senso del santuario precedentemente descritto. Mi verso un abbondante dose di Armagnac e: “Rebecca il mio capo” e le spiego il macinato. Non uno sguardo di interesse, non una sillaba.

“La prossima settimana parto per l’America.” Ni, non lo so, ma, niente. La guardo con intensità, come se volessi che. Vado a letto. Mi giro e mi rigiro di pancia, di lato, supino. Niente. Sono eccitato, come al primo appuntamento.

 

[1] N. Gardini, Viva il latino. Storie e bellezza di una lingua inutile, Garzanti s.r.l., Milano 2018.

[2] A. Marcolongo, La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco, Laterza, Bari 2018.

Nando Percopo

Nando Percopo

Nasce ad Avellino il sette marzo 1945. Laurea in Ingegneria al Politecnico di Torino. Naia e lavoro da ingegnere industriale e imprenditore e amministratore di una società di consulenza aziendale. Irrequieto, va dove lo porta il cuore. Si definisce fondamentalmente umanista eclettico, ama i classici e vola con la fantasia. Gira il mondo ma ha nel cuore l’Irpinia. Ama dipingere, restaurare mobili, scrivere.

 

Print Friendly, PDF & Email