Pensieri sparsi in cerca d’autore, 7° capitolo

7° capitolo, La tragedia
E la mente va. E il fatto avvenne. Trovammo il corpo straziato di mia suocera, un salto dal terzo piano. Dopo non molto anche la nonna ci lasciò. Da allora Rebecca cambiò. Senso di colpa? Impotenza. E questo cambiò la nostra vita.
Spensi l’interruttore e volai da mio padre. Terza elementare, un incredibile senso della vita, mi disse, portandomi, come sempre, ad una cena con gli amici: “Figlio mio, ricorda che la vita senza problemi non è vita.” Io assentii senza capire. Ero preso dal fatto che mio padre parlasse con me. Capii più tardi sia l’una che l’altra cosa. Non parlava spesso con me, anche se aveva piacere della mia compagnia, perché provava disagio. Aveva più dimestichezza col mezzano. Istintivo, casinista. D’altra parte il secondo deve in un modo o nell’altro difendersi dalla primogenitura. I problemi nascono con la nascita, come la precarietà. È inutile combattere sia l’una che l’altra cosa. I problemi o sono irrisolvibili, e non sono problemi, o sono risolvibili e lo stesso non sono problemi. Si deve avere il coraggio di affrontarli, senza paura. La precarietà bisogna trasformarla da nemica a compagna di vita. Così ci si occupa e non ci si pre occupa degli eventi della vita.
Il pensare sbiadì e mi arresi alla stanchezza della giornata.
Nando Percopo
Nasce ad Avellino il sette marzo 1945. Laurea in Ingegneria al Politecnico di Torino. Naia e lavoro da ingegnere industriale e imprenditore e amministratore di una società di consulenza aziendale. Irrequieto, va dove lo porta il cuore. Si definisce fondamentalmente umanista eclettico, ama i classici e vola con la fantasia. Gira il mondo ma ha nel cuore l’Irpinia. Ama dipingere, restaurare mobili, scrivere.