Tutta Intera di Esperance Hakuzwimana: un romanzo per stare nella complessità
Tutta Intera è il romanzo di esordio di Esperance Hakuzwimana edito da Einaudi (2022). L’autrice è nata in Ruanda nel 1991. Sopravvissuta al genocidio, è stata adottata da una famiglia italiana ed è cresciuta in provincia di Brescia. Dal 2015 vive a Torino, dove fa attivismo collaborando con associazioni contro il razzismo. Ha raccontato la sua storia in E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana (People 2019).
Multiculturalità è una parola suggestiva che evoca colori diversi, paesi lontani e folklore. Suona come un arricchimento culturale, un valore aggiunto per una comunità, la caratteristica identitaria di un quartiere alternativo. È una parola che fa parte del nostro vocabolario, ma che spesso viene utilizzata senza comprenderne la complessità.
Tutta Intera è un romanzo che riesce a fotografare uno spaccato della realtà italiana contemporanea: la vita che scorre in una provincia dello stivale dove, intorno al centro storico costeggiato dal fiume Sele, si è formata un’altra cittadella abitata da famiglie straniere che lavorano per gli italiani, frequentano le stesse scuole e gli stessi luoghi di ritrovo.
Eppure tra loro si distinguono sempre tra chi vive di qua o di là del fiume e quando a scuola serve un insegnante di sostegno per aiutare i ragazzi stranieri a recuperare, la scelta ricade su Sara, una giovane italiana di origini africane, adottata da piccola e cresciuta nella parte “giusta” della città.
I ragazzi della scuola pomeridiana sono ancora un altro mondo: origini e lingue diverse, storie e trascorsi difficili. Nonostante queste differenze scelgono di comunicare solo tra loro, dimostrando una rigida sfiducia nei confronti degli italiani e il colore della pelle di Sara non basta a testimoniare un’appartenenza a cui affidarsi.
Tutta Intera è un romanzo che non ci parla del bisogno di sentirsi accettati o integrati, ma compresi e rispettati nella propria complessità. Non basta la cittadinanza a definire un’identità e un’appartenenza ma nemmeno la stessa pelle. Essere stranieri in Italia, oggi, vuol dire comunque essere ibridi e di conseguenza vuol dire andar bene in certi campi ma faticare tanto per avere gli stessi diritti e le stesse opportunità.
Un romanzo da leggere o da regalare come prezioso doto natalizio, una fotografia contemporanea e situata utile per ascoltare e comprendere le complessità ibride del nostro presente.
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