act!onaid sbarca in Irpinia

Un cucchiaino bucato è il simbolo della campagna Operazione Fame di act!onaid. Un simbolo eloquente, significativo proprio degli intenti di act!onaid che si sintetizzano nello slogan per combattere la fame ci vogliono gli strumenti giusti.

Wwwitalia arriva, in occasione del World FoodDay 2013…, al Circolo della Stampa di Avellino, dove act!onaid è approdata, per presentare il gruppo locale dell’associazione nonché l’importantissimo protocollo d’intesa nazionale act!onaid-coni.

È davvero bello, al di là della retorica, assistere a un incontro in cui si parla di solidarietà verso i deboli, alla luce dei nuovi fatti economici e sociali che accadono nel mondo, tenendo presente le nuove frontiere e, soprattutto,cogliere l’intento di aiutare in maniera intelligente.

Sfogliando la brochure informativa sull’associazione e su ciò che essa si propone, la mia attenzione va subito ad una frase, che mi lascia meravigliata e allo stesso tempo perplessa. La cito: “Vogliamo cambiare il mondo e ci dedichiamo alle persone in condizioni di povertà…”

Rimango perplessa perché ritengo un’impresa troppo ardua “cambiare il mondo” dal basso, la storia ci fa vedere che il mondo è cambiato dai potenti, dai ricchi, da chi governa e muove per tutti i fili dell’umanità. Allora giro la mia perplessità a Marco Ehlardo, referente Territoriale act!onaid per la Campania e lui, con la semplicità che contraddistingue chi ha le idee chiare, mi risponde: “Beh, se non si incomicia!” E, continua, raccontandomi che le realtà in cui loro intervengono sono già costituite e, soprattutto, sono già in movimento per “cambiare” e l’aiuto che act!onaid vuole dare non è una cooperazione che consiste, come nel passato, nell’assistenzialismo senza progresso e emancipazione ma, piuttosto, un aiuto concreto per insegnare alle comunità che hanno dei diritti e che qualcuno deve loro riconoscerli. L’esempio è quello della costruzione di un pozzo: ebbene dopo averlo costruito la comunità in questione deve essere capace di farlo funzionare, di ripararlo e di interagire con la propria istituzione perché essa ha l’obbligo di aiutarti a risolvere il problema. Le nuove comunità sono molto forti e si stanno organizzando per cambiare il loro mondo. La gente deve capire di avere dei diritti e deve imparare a capire come può esigerli dalle istituzioni. Il “fatalismo” che oggi accompagna le nostre vite deve essere eliminato, perché non deve necessariamente tutto andare male.

La povertà è sempre esistita, ma chiediamoci perché esiste dato che non è una calamità naturale. La povertà esiste perché è frutto di scelte politiche ed economiche, ma se la comunità riesce a cambiare queste scelte, partendo dal suo contesto, allora può anche sconfiggere la sua povertà. La nuova frontiera delle organizzazioni non governative che lavorano per aiutare è proprio basata sui diritti: i diritti sono fondamentali; così come c’è qualcuno titolare di diritti, c’è sempre qualcuno che è responsabile di soddisfarli. Pian piano, nelle comunità, si sta prendendo coscienza di queste idee.

Un’altra curiosità mi è sorta per la presenza al tavolo di Michelangelo Melchionna, responsabile dell’Associazione Culturale Jayananda Yoga, e mi sono chiesta cosa potrebbe avere a che fare lo Yoga con la povertà? Certo il pensiero d’istinto va all’India, ma il contesto non mi sembrava quello. Così Michelangelo provvede subito a chiarirmi le idee spiegandomi che  Yoga vuol dire proprio “unione” e non è solo induismo e oggi anche tecniche di respirazione, di rilassamento, di meditazione che possono aiutare a vivere meglio all’interno della nostra vita frenetica.

Si propone, quindi, l’idea di vedere nell’altro non un antagonista ma un compagno che, nonostante sia diverso, perché ognuno di noi è un essere unico, può unirsi all’altro cercando nelle diversità di opinione e di modi di vivere un’unione pacifica e produttiva.

Michelangelo, cogliendo perfettamente l’invito di Francesco Rodia (coordinatore provinciale attivisti act!onaid) nonché la stessa filosofia di act!onaid ha messo a disposizione ciò che ha per aiutare gli altri: innanzitutto le sue conoscenza e se stesso e poi la sede della sua associazione per le sue attività irpine convito “ché se facciamo del bene a persone anche distanti da noi, sicuramente diamo una mano anche a noi; vedendo e aiutando una persona in difficoltà si può ritrovare anche se stessi perché tra noi siamo tutti collegati”.

La collaborazione con act!onaid è nata con “Tarantella for Africa” ad Agosto, in occasione della quale hanno eseguito delle sedute di Yoga nel Bosco di Montemarano (peccato averla perduta, questa splendida occasione!) che ha avuto molto successo. Occupandosi, quindi, del benessere in generale è nata l’idea di partecipare al progetto di act!onaid in quanto “Associazione”, per Michelangelo, significa aggregazione, che parte da un comune denominatore quale è lo Yoga ma vuole essere aperta a tutti con l’intento di stare bene insieme.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il delegato del Coni di Avellino Giuseppe Saviano a testimonianza di quanto sia importante e felice il connubio sport-solidarietà, che, fra l’altro, in questa occasione coinvolge anche la squadra di basket della Sidigas Scandone di Avellino.

Partirà dal 2014 un gemellaggio con “Sportdays”, la fortunata manifestazione organizzata proprio dal Coni irpino. “C’è un protocollo d’intesa, a livello nazionale, con act!onaid – spiega Saviano -. Ma anche se non ci fosse stato, in Irpinia avremmo comunque collaborato. Dobbiamo lavorare, tutti insieme, per affrancare i più deboli”. Ed è molto incentrato su solidarietà-sport-divertimento il raggio d’azione di act!onaid in Irpinia. Infatti domenica 27 ottobre, in occasione della gara interna di basket Sidigas – Virtus Roma, gli atleti della Scandone indosseranno la canotta di act!onaid con il numero (45508) al quale inviare l’sms solidale per la campagna Operazione Fame, a fianco della quale si sono schierati personaggi come Beppe Fiorello, Stefania Rocca, Luca Ward ed altri.

Inoltre, è in programma una giornata della solidarietà ad Avellino e da gennaio partiranno dei laboratori formativi solidali gratuiti, per riaccendere le persone e dare loro nozioni in settori come la comunicazione, il neuromarketing, la spesa solidale. Tra le altre cose, vi è anche l’intento di sostenere la filiera corta e i piccoli produttori locali. La conferma della volontà di act!onaid di lavorare intensamente sui territori, come l’Irpinia, è ribadita da Marco Elhardo. “L’Irpinia è tra le province più attive per act!onaid. Siamo quindi pronti a lavorare in questo territorio, a fare rete, e a portare avanti le nostre battaglie”.

Nei prossimi giorni, proprio per essere più incisivi, act!onaid Irpinia partirà con l’esaminare le effettive esigenze e necessità del territorio irpino.

 “Vogliamo sensibilizzare le persone a pensare in maniera meno individualista”, ha rimarcato l’attore Carlo Todini, altro attivista irpino di act!onaid. Una presenza simpatica e gioviale come quella di Todini ha rafforzato ancora di più l’importanza dell’incontro tenutosi ad Avellino a dimostrazione del fatto che un sorriso può dare coraggio anche quando di parla di povertà.

Maria Paola Battista

 

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