AGATHOS: quando il pensiero è già spettacolo

Intervista a Carlo Franzoso

Il 26 agosto scorso a Siena, è stata presentata con una conferenza stampa la mostra: SIENA – L’ARTE E I NUMERI, personale di Carlo Franzoso, in arte  Agathos.

Di seguito l’intervista realizzata per WWWITALIA al Maestro.

D: Matematica e pittura: sembra un connubio strano se non addirittura fuorviante, invece c’è, può esistere e rappresentarsi. Da dove nasce la sua arte?

R: Da adolescente ero convinto che la Matematica non fosse un sistema autoreferenziale e riuscii a scoprire che già alcuni matematici e fisici, tra cui Godel, non solo si erano posti tale problema, ma lo avevano anche risolto arrivando all’indecidibilità di talune asserzioni.  Anche Kant, con le sue convinzioni sullo spazio e sulle dimensioni che credeva un fatto aprioristico della mente umana, più che un fatto oggettivo, ha influenzato il mio percorso conoscitivo della scienza, arrivando, lo dico troppo in breve, alla necessità di raffigurare intuizioni matematiche per poi stabilizzarle nel loro rigore formale. Un semplice cambio di prospettiva che ci consente di non vedere incompatibilità ma interazione tra arte e scienza.La ‘Mathematical Art’ di Agathos non raffigura rapporti, misure, figure geometriche  ma il pensiero umano che crea geometria, con i suoi assiomi.

D: La sua opera è unica perché è un collegamento artistico: vi è prima la matematica per ordine cronologico di studi o prima l’arte?

R: Non c’è stata in realtà una vera e propria successione cronologica tra attività artistica e studi scientifici:  i due momenti si sono alimentati a vicenda. Un grande gallerista di Milano che amava il mio modo non convenzionale di fare arte e matematica mi propose di metterle insieme e di rompere gli indugi, anche rischiando una destabilizzazione del mercato delle mie opere. Così sono arrivato ad esporre al Louvre di Parigi e ad essere conosciuto anche all’estero. Ora anche in Italia la curiosità per quel che faccio è divenuto un piano di lavoro con un centro studi vero e proprio.

D: Può spiegarci semplicemente cos’è l’Espressionismo Matematico?

R: Il termine ‘Espressionismo Matematico’ è stato coniato dal critico e storico dell’arte Lucia Dendisova in una sua pubblicazione che mi riguardava e si riferiva ad una serie di opere, sempre appartenenti al ciclo continuo ‘Universo Adimensionale’, in cui lavoravo nel solco dell’Espressionismo Astratto, senza però lasciare la composizione al caso, bensì rispettando canoni precisi.  Pennellate decise, forti, ma mai fini a se stesse. Negli ultimi anni la fase espressionista ha lasciato il posto ad esperienze legate alle correnti nate in seno all’età del funzionalismo di natura costruttivista, come il Cubismo e il Suprematismo Russo essendosi rafforzata in me la volontà di realizzare forme dallo stato puro ed elementare senza rispettare le regole classiche di simmetria e di equilibrio delle masse. La produzione più recente delinea quella che Vincenzo Sardiello definisce ‘Spazialismo Transgeometrico’, ovvero un superamento delle concezioni spazialiste dei grandi maestri dello spazialismo come Fontana verso la direzione di creazione di dimensioni qualitative.

D: “Umanizzare la matematica”  è un’espressione che rende merito al suo splendido pensiero perché, secondo me, avvicina il visitatore tramite l’arte a una disciplina a cui in altri momenti non penserebbe mai. Trova pertinente questa mia considerazione?

R: Certamente, non è un caso che la matematica sia una disciplina ‘odiata’ o spesso confusa col mero calcolo. Le opere di Agathos aiutano a vedere nella matematica una scienza meno arida, sempre tesa sì a formulare leggi e princìpi che cercano di spiegare la realtà, ma al centro di tale realtà c’è l’Uomo che non vive direttamente tali leggi e tali princìpi, ma è spinto dai suoi sensi, dalle sue relazioni.

D: È prevista qualche altra “tappa” per la mostra dopo Siena?

R: Beh, sono previste da qui ad un anno almeno cinque mostre in Italia e all’estero, e sarò presente soprattutto laddove la mia proposta è giustificata da ambienti culturali favorevoli, come lo è in toto il contesto storico-artistico senese. Quella che ho già nel cuore sarà una personale a Salonicco che il popolo greco, che vuol vivere un momento forte di ripresa, anche culturale, mi ha chiesto da tempo.

Non potendo sperare in una conclusione migliore, non resta che ringraziare Agathos per la sua variegata opera.

Maria Paola Battista

@Riproduzione riservata

Si ringrazia per la gentile collaborazione, Roberta Ferri Capo Stampa Comune di Siena.

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