AL GAM LA MOSTRA “ADOLFO WILDT, L’ULTIMO SIMBOLISTA”

Presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano dal 27 novembre al 14 febbraio 2016 è allestita la mostra “Adolfo Wildt (1868-1931). L’ultimo simbolista”, uno dei maggiori scultori del principio del secolo scorso, nato ed attivo a Milano, di origini tedesche, ma poco noto al grande pubblico perché erroneamente considerato dalla critica un artista di regime.

La mostra propone 55 sculture in gesso, marmo e bronzo provenienti dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, dai Musei Civici di San Domenico di Forlì, dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Completano l’esposizione, articolata in sei sezioni, 10 disegni dell’artista celebrato quest’anno anche dai Musées d’Orsay et de l’Orangerie di Parigi e sei opere a confronto con gli allievi della sua Scuola del Marmo (1922).

 

La rassegna si pone al centro di un percorso storico-artistico sviluppato in collaborazione con il Touring Club Italiano grazie a cui è possibile ammirare le sculture wildtiane in altri luoghi della città. Il parco di Villa Reale ospita, infatti, La Trilogia (Il Santo, Il Giovane, Il Saggio), il Cimitero monumentale edicole e mausolei dedicati alle più importanti personalità milanesi del tempo, come ad esempio  il Monumento a Ulrico Hoepli, fondatore dell’omonima casa editrice (1924). In largo Gemelli, dove si trova il Tempio della Vittoria, è situata un’imponente statua in bronzo di Sant’Ambrogio, mentre nel Chiostro dell’Università Statale di Milano si può apprezzare il modello in gesso della stessa opera. In via Serbelloni 10, presso il palazzo Sola-Busca, si trova l’ Orecchio, scultura in bronzo realizzata da Wildt nel 1927 che ha rappresentato uno dei primi citofoni di Milano e della storia. Un’ultima e straordinaria opera è esposta nell’atrio di Palazzo Berri Meregalli in via Cappuccini 8.

 

La mostra, aperta dal martedì alla domenica dalle 9 alle 17.30 e promossa dal Comune di Milano, è curata da Paola Zatti in collaborazione con i Musées d’Orsay e l’Orangerie di Parigi ed è realizzata nell’ambito della partnership triennale fra la GAM e l’istituto bancario UBS.

 

 

 

 

 

@Riproduzione riservata                                Gemma Alifano

 

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