APES REVOLUTION, RECENSIONE (no spoiler)

“Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie” sorprende non solo per gli effetti speciali ma anche per il forte impatto emotivo. Il miglior colossal fantascientifico da Avatar.

 

La pellicola costituisce il secondo capitolo della nuova saga dedicata ai primati, inaugurata da “L’alba del pianeta delle scimmie” (2011). Dieci anni dopo gli eventi del film precedente, le scimmie, guidate dal leader Cesare, hanno formato una comunità strutturata ed indipendente. Il virus che ha reso intelligenti le scimmie protagoniste ha, allo stesso tempo, decimato la popolazione umana, che è andata incontro al collasso della civiltà.

Il regista Matt Reeves (“Cloverfield”, 2008) ha mantenuto la fluidità narrativa e la semplicità del primo capitolo, introducendo elementi nuovi. Tra questi, si apprezzano le scene d’azione alternate ad altre di introspezione dei personaggi, scimmie e umani. Dal punto di vista cinematografico, si trovano punti in comune con altri film di successo come “Io sono Leggenda” e “Avatar”. Dal primo, riprende l’atmosfera post-apocalittica, caratterizzata da città abbandonate, invase dalla vegetazione e popolate da pochi superstiti. Dal secondo, invece, l’incontro/scontro tra due razze intelligenti, con i rispettivi esponenti pacifisti e guerrafondai. In una sequenza del film emerge una velata riflessione sociale: in un dialogo, un personaggio attribuisce la colpa di tutto questo alle scimmie, mentre, in realtà, l’uomo si è distrutto con le sue mani. Questo porta alla mente le critiche e gli atteggiamenti aggressivi nei confronti degli immigrati, degli stranieri, dei “diversi” da parte dell’uomo occidentale sempre in cerca di capri espiatori.

Il cast del lungometraggio è di tutto rispetto, considerati anche gli interpreti delle scimmie protagoniste; infatti, grazie al “motion capture”, i primati in versione digitale vengono animati da esperti attori, come nel caso di Andy Serkis che dà vita a Cesare. Delude Gary Oldman, chiamato a impersonare Dreyfus, uno dei leader degli umani, una figura che non spicca né in bontà né in cattiveria. Insomma, un personaggio insipido per un attore del suo calibro. Sorprende, invece, Jason Clarke che passa dall’interpretare un personaggio non protagonista in “Il Grande Gatsby” a ruolo principale in quest’occasione.

Come annunciato dai produttori, ci saranno almeno altri due capitoli della saga. Questo evidentemente rientra nella moda odierna di sfornare capitoli in sequenza, ma ricordiamo che “Il Pianeta delle Scimmie” è un franchise che dagli anni sessanta ha dato vita a otto film, due serie televisive e vari libri, fumetti e videgiochi. Per fortuna, in questo caso non si è trattato di un mero rispolvero ma di una riuscita operazione cinematografica.

A cura di Flavio Uccello e Francesco Medugno

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