Autori in Bookfair 2023. Intervista a Cristina Serravalle
Ci parli di lei, dei suoi sogni e della sua esperienza di scrittura. Si tratta di un sogno che ha realizzato?
Ho cominciato a scrivere ch’ero ancora molto piccola, in effetti. Scrivere, o meglio, diventare una scrittrice è sempre stato il grande sogno della mia vita. Ci ho messo un po’ di tempo per riuscire a concretizzarlo; sono passata attraverso il giornalismo, che non mi ha dato la soddisfazione che speravo, e ho lavorato duramente per riuscire a trovare la mia formula, il mio stile. Il sogno non si è ancora realizzato del tutto, ma adesso mi posso dedicare alla scrittura a tempo pieno e questo mi fa immensamente felice.
Venendo al suo libro principale presentato in fiera. A che genere può essere attribuito e di cosa tratta?
Il libro che ho presentato in fiera s’intitola La casa degli orologi. Si tratta di un romanzo che può collocarsi a metà tra un thriller e un mistery, nel senso che non appartiene completamente a nessuna delle due categorie, ma mescola vari ingredienti (tra i quali anche l’amore) per arrivare a raccontare l’evoluzione psicologica dei personaggi che sono descritti. Ecco, proprio l’aspetto psicologico, emotivo e di crescita personale dei miei protagonisti, è forse l’aspetto che mi appassiona di più e che cerco di trasmettere nel racconto.
La casa degli orologi è il secondo capitolo di quella che ho definito la saga tinerfeña, e che si è aperta nel 2019 con la pubblicazione del romanzo La ragazza delle onde. Entrambi i libri sono autoconclusivi e possono essere letti anche non in sequenza, sebbene un fatto, un fil rouge, leghi le due storie, alle quali ne seguiranno altre.
La sua lettura e il suo autore preferiti?
Sono moltissime le letture che mi hanno appassionata negli anni. Se devo fare una scelta, di sicuro non posso non citare Ivo Andrić (La cronaca di Travnik, il ponte sulla Drina) e Rebecca West (Black lamb and grey falcon), che hanno dato il là alla formazione dell’aspetto stilistico del mio narrare, mentre Jacky Collins, durante gli anni dell’adolescenza, ha influenzato l’aspetto più prettamente narrativo.
In quest’ultimo periodo ho trovato molto affine alla mia idea di «bel romanzo» Tre e Cambiare l’acqua ai fiori, entrambi di Valerie Perrin.
Cosa si aspetta dalla sua partecipazione a questa edizione della Fiera del libro della Biblioteca Suore Montevergine?
Questa è la mia prima esperienza con la fiera del libro della Biblioteca Suore Montevergine, e spero che possa aiutarmi ad acquisire maggiore visibilità come autrice.
LA SCHEDA DI CRISTINA SERRAVALLE
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