Autori in Bookfair 2023. Intervista a Lisa Pitrolo Savà

Ci parli di lei, dei suoi sogni e della sua esperienza di scrittura. Si tratta di un sogno che ha realizzato?

È un sogno che ho realizzato da poco meno di un paio d’anni, quello di diventare un’autrice pubblicata, ma la scrittura risale alla mia infanzia ed è, quindi, legata alla mia identità. Va oltre una mera ambizione. Forse è per via di ciò che, indipendentemente dal fatto che scriva in poesia o in prosa, c’è una forte componente autobiografica nel mio lavoro. Da bambina, erano i diari e i racconti in grado di manipolare la mia piccola realtà e renderla più gioiosa; da adulta è un’esigenza di costante introspezione, di dissezionare ogni emozione o esperienza, al fine di comprenderla in maniera più approfondita.

Venendo al suo libro principale presentato in fiera. A che genere può essere attribuito e di cosa tratta?

Piccole Morti è la mia prima raccolta di poesie. Al suo interno, si intrecciano eros e melancolia, il sesso e la depressione. Il loro solo legame è il corpo, che si riappropria del primo e subisce la seconda, che cerca di farsi messaggero di un disagio, ma finisce per diventarne schiavo e perpetuatore. A partire dal titolo, ho voluto trattare, in poesia, del legame che intercorre tra la malattia del secolo e l’intimità, nella sua accezione romantica. Sono poesie interamente autobiografiche, che raccontano un percorso lungo sette anni, un ponte tra adolescenza ed età adulta; poesie che mostrano, al contempo e in chiave psicoanalitica, il processo creativo: un ciclo eterno, dalla distruzione alla creazione e ritorno.

La sua lettura e il suo autore preferiti?

Il libro che rileggo più spesso è Cime Tempestose. Sono un’amante dei classici e, a mio avviso, nessun romanzo è equiparabile a questo. Contiene tutti gli ingredienti di cui sono più affamata: antieroi, oscurità, passione, ossessione, vendetta, un amore in grado di sopravvivere alla morte… e una splendida prosa, ovviamente. Le mie autrici preferite in assoluto, ad ogni modo, sono altre e legate alla me scrittrice, prima che alla me lettrice. Le considero le mie grandi insegnanti. Annie Ernaux mi ha insegnato il valore della memoria e dell’introspezione; Anaïs Nin ad ascoltare il mio corpo per aver accesso ai luoghi più reconditi della mia mente.

Cosa si aspetta dalla sua partecipazione a questa edizione della Fiera del libro della Biblioteca Suore Montevergine?

Sono sinceramente onorata di questa opportunità. Tutto ciò che desidero è mettermi in gioco e scoprire cosa accade; magari intrecciare la mia vita (e la mia penna) con quella di altre autrici ed altri autori. Spero di crescere come autrice. Per il resto, mi sento in buone mani e do completa fiducia agli organizzatori della fiera, che negli anni passati hanno fatto un ottimo lavoro.

LA SCHEDA DI LISA PITROLO SAVA’

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