Cintura nera a livello mentale: Act!onaid ci insegna come!

 

25-11-2013

Il video Planet Heart: Amazing Nature introduce il Primo laboratorio formativo solidale di Neuromarketing difesa mentale e consumo consapevole, organizzato da act!onaid e tenuto da Francesco Rodia, coordinatore degli attivisti di Act!onaid per Avellino e provincia, la cui eloquenza mi ha letteralmente inchiodata su una sedia per più di tre ore senza che mi rendessi conto che il tempo stesse passando!

Conosciamo già Act!onaid (ma è bene ribadirlo): un’organizzazione internazionale indipendente,…

impegnata nella lotta alle cause della povertà, della fame,  dell’esclusione sociale e delle emergenze umanitarie. Essa  opera  attraverso le adozioni a distanza  in cinquanta paesi,promuovendo non l’assistenzialismo ma impegnandosi a  sviluppare progetti nelle zone che hanno bisogno di aiuto, portando competenze.

Act!onaid crea le condizioni perché avvenga uno sviluppo nel rispetto della comunità di origine.

L’esempio è quello del bambino che  oggi riesce a frequentare la scuola nel proprio villaggio piuttosto che andare tutto il giorno a prendere acqua percorrendo distanze anche di 50-60 km alla volta perché, grazie ad Act!onaid, è stato costruito un pozzo nel villaggio in cui il bambino vive.

Una domanda che potrebbe nascere intuitivamente è subito: che relazione ci può essere tra un’organizzazione come Act!onaid e il neuromarketing ? Sembra strano, infatti, come due mondi opposti quali la strategia del marketing, che caratterizza il consumismo in cui viviamo noi (nonostante la crisi), e il mondo in cui si muore di fame, si possano  incontrare in una discussione.

L’incontro, invece,  avviene tramite l’analisi  del paradosso della nostra esistenza: una vita in cui la comunicazione ci spinge a comprare ciò che non ci serve, che poi va buttato, mentre ci sono persone che, di fatto, non hanno neanche l’acqua. Allora, contro una società altamente tecnologizzata e progredita avviene un regresso proprio  dal punto di vista umanitario.

Il laboratorio, così,  nasce proprio con l’intenzione di condividere qualcosa con qualcun altro riprendendo il vero senso della comunicazione, che si sta pian piano estinguendo di fronte a tutti i problemi della vita quotidiana  e al frettoloso modo di agire nei confronti della sfera sociale. Attraverso la formazione e la conoscenza si può fare qualcosa di diverso.

Il punto di partenza è la curiosità perché grazie ad essa  si ha sempre il desiderio  continuo di apprendere e di confrontarsi con le persone.  La dimostrazione di tale affermazione è stata proprio il successo di questo corso che ha  “riunito” persone così diverse per età, interessi, vita lavorativa, persone, insomma, che non si conoscevano, eppure sono state spinte dalla curiosità a parteciparvi.

Durante il corso sono stati messi in visione alcuni video molto significativi tra cui uno che mostra ciò che l’uomo ha fatto del mondo, diventando il sovrano di uno smisurato cumulo di immondizia e si conclude con l’arrivo degli alieni i quali, guardandosi intorno, non possono far altro che sollevare  il re dal suo trono e appallottolarlo, facendolo poi diventare uno zerbino su cui campeggia la scritta Welcome.

Un video che ha lasciato la platea dei corsisti molto impressionata,  forse perché noi abbiamo un po’ l’abitudine di osservare ormai poco di ciò che ci circonda con lo giusto spirito critico.

Il nesso tra povertà e neuromarketing potrebbe ancora non essere chiaro ai lettori, se non introducessi ora il concetto di neuromarketing.

Il neuromarketing si occupa di processi  decisionali di acquisti e comportamentali il che tradotto in spiccioli, significa studiare la mente degli uomini per creare strategie di vendita.

Ma il neuromarketing non deve essere associato solo alla vendita bensì anche  alla comunicazione perché aiuta a capire chi abbiamo di fronte.

Ebbene Act!onaid dice che noi siamo schiavi della comunicazione sbagliata, che ci riempie la testa di messaggi, e per spiegarcelo fa riferimento a Carl Jung, uno degli studiosi più importanti della mente umana,  che anni fa scrisse: “Rendi cosciente il tuo inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare  la tua vita e tu lo chiamerai destino”.  Ciò spiega perché anche  se tutti sappiamo che è sbagliato fare qualcosa la facciamo egualmente.

Purtroppo, pur avendo la giusta consapevolezza, siamo facilmente manipolabili  perché, pur vivendo una grave crisi economica, compriamo più del necessario e poi lo buttiamo e ciò prova che nei consumatori c’è qualcosa che non va.

Per avere successo nel suo scopo il neuromarketing si avvale di importanti studi sulla nostra mente.

Nel nostro cervello esistono l’emisfero destro e sinistro i quali hanno funzioni diverse.  L’emisfero sinistro è analitico, mascolino, egocentrico, meccanicistico, conta sulla ragione, interroga l’istinto, controlla il corpo destro. L’emisfero destro è intuitivo, femminile, altruista, comunitario, artistico, conta sull’istinto, interroga la ragione, controlla il corpo sinistro.

Oltre l’emisfero destro e quello sinistro c’è una terza parte che agisce.

 I neuroscienziati hanno scoperto, utilizzando la risonanza magnetica funzionale, che  il flusso del sangue arriva al cervello dopo aver avuto un segnale, un’esperienza, un’immagine, un momento;  in questa zona ci sono due noccioline posizionate nel cervello ancestrale che si chiamano amigdala. Essa è il luogo delle emozioni ed è il primo organo a ricevere le informazioni.

Le informazioni sono percepite dai nostri cinque sensi che le trasmettono all’amigdala e al talamo. Nella parte anteriore  del cervello si sviluppa la scelta: se si realizza l’equilibrio si passa al ragionamento, ma se l’amigdala interviene perché agitata da qualcosa, non c’è scampo . Gli scienziati, infatti, sostengono  che ragioniamo con tre cervelli: il livello razionale (pensa), il cervello emotivo (che ascolta e sente), infine c’è un cervello  primitivo (l’amigdala) che decide. Sulla sua decisione interviene il fattore emotivo che è determinante quando dobbiamo acquistare qualcosa, e poiché per prendere una decisione  in tal senso ci occorrono 2,5 secondi, ecco che il gioco emozione- acquisto è fatto.

L’85% delle nostre decisioni sono prese inconsciamente e la componente emotiva ha un ruolo fondamentale.

Noi siamo consapevoli solo del 10 % di ciò che facciamo, il resto è inconscio cioè  meccanismi automatici : da un lato è utile per la nostra sopravvivenza,  il problema è quando qualcun altro  capisce il nostro inconscio e ragiona come se fosse il suo facendoci agire in maniera inconsapevole.

 La mente non cancella, sostituisce, le tracce sono archiviate in continuazione ed ha una missione: trovarci le soluzioni, non  generare ragnatele.

 Questo è il motivo per cui, se si parla di pubblicità, nessuno fa conoscere il contenuto di ciò che compriamo mentre ce ne fa vedere solo gli ottimi effetti. Si gioca sull’emozione di possedere qualcosa e sulla fiducia che riesce a carpire. Così il nostro inconscio è costantemente sotto attacco. Molte persone sono stressate perché l’amigdala riceve tantissime informazioni  e impazzisce: se non si ha consapevolezza di ciò che accade si è portati a pensare sempre che la situazione sia difficile da gestire.

È la questione di “essere scolpiti da terzi” o autoscolpirsi. La differenza tra il subire e agire è proprio quella di lavorare su se stessi.  Tra le due cose c’è la scelta: conoscere, informarsi, focalizzare ciò che è importante, decidere cosa è bene. Il proprio focus  deve far prendere ciò che  serve e far scartare ciò che  non va bene.

Cintura nera a livello mentale. Oggi le pubblicità non sono più come prima quando bastava far vedere il prodotto ma sono montate come dei film proprio per distogliere dalla qualità del prodotto e attirare l’attenzione sulla trama.

Imparare a buttar via tutto quello che non serve alla nostra mente è un elemento essenziale per vivere in maniera attenta, per vedere ciò che ci accade intorno.

La relazione tra Actoniad, la difesa mentale e il consumo consapevole è proprio quella di non comprare in più: gettare soldi, consumare cibo, produrre rifiuti: se si vuole gestire al meglio la situazione del mondo bisogna saper gestire il consumo in maniera consapevole: non di meno ma in maniera consapevole. Ciò comporterà meno rifiuti e un risparmio almeno del 20%.

Un incontro che, come già detto, è risultato davvero molto interessante e di grande attualità. Sia Act!onaid che i partecipanti devono un ringraziamento all’Associazione Jayananda Yoga che ha fatto della sua sede la sede di Act!onaid Irpino, mettendo a diposizione una accogliente e confortevole sala in cui i corsisti hanno potuto anche “respirare” un po’ di sano benessere yoga.

Maria Paola Battista

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