CONOSCERE CELIBIDACHE: NIENTE PIU’ E’ COME PRIMA

Una lezione di umanità, quella tenuta dal Maestro Raffaele Napoli al Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino 20 e 21 maggio 2013, in occasione della Masterclass “Sergiu Celibidache – Quando il suono diventa musica”.

Perché l’uomo, secondo il musicista rumeno, portatore della fenomenologia musicale, è strutturato in un certo modo e “reagisce” ai suoni in un modo proprio dell’essere uomo. Questo è l’intimo senso della disciplina che studia gli effetti del suono sulla coscienza umana.

La percezione della musica come tale è la stessa, è universale e la coscienza di questa percezione ci da modo di conoscere ciò che altrimenti non riusciremmo a trovare: la nostra struttura, come siamo fatti. Il compositore, racconta il maestro che ha studiato e lavorato con Celibidache per dieci anni, facendosi poi portatore del suo pensiero, è colui che costruisce strutture musicali conformi a come siamo fatti e, solo in virtù di questo, una musica “funziona”; altrimenti si tratta semplicemente di una pura sequenza di suoni.

Un giorno “Cosa è la musica?” venne chiesto a Celibidache da un suo allievo e il Maestro rispose: “La musica sei Tu”. Non si trattava di filosofia, ma di dare un nome a quella consapevolezza che in un brano musicale esiste lo stesso rapporto tra inizio e fine che esiste per tutti noi, nella nostra vita, nelle nostre azioni, nel nostro percorso su questa terra. Il principio e la fine, come nella sapienza di Dio, si fondono e sono intimamente legati. Nell’inizio di un brano c’è la fine, anzi il compositore parte da quella per dare senso al principio e sviluppo a tutto il brano. Ma tutto ciò non si risolve solo pensando agli estremi e allo sviluppo che passa tra questi, perché la complessità dell’uomo è strutturata in articolazioni, così quella sequenza di suoni che darà vita alla musica dovrà essere “articolata”. Ogni battuta dello spartito è in relazione con le altre come una rotella in un motore: se una non funziona, non funziona il motore e non avviene la percezione della musica da parte dell’ascoltatore.

Celibidache non ha inventato un nuovo modo di fare musica, ha scoperto la sua forma e riconosciuto perché e come certe cose funzionano e ciò gli ha rivelato come funzioniamo noi. La musica “alternativa” o “sperimentale”, racconta Napoli, viene considerata da Celibidache un inutile sforzo per dare ai suoni una valenza che non hanno: non c’è niente da inventare, tutto da scoprire, invece. E’ per questo che un brano può essere eseguito nell’unico modo possibile, poiché in un cammino non è possibile cambiare la topografia del percorso che dobbiamo compiere, cambiando i monti in valli: non avrebbe senso. Invece, ad incidere sulle differenze che inevitabilmente ne verranno fuori, sarà la differenza tra gli strumenti, tra la grandezza delle mani dei musicisti e altre marginali differenze soggettive, nessuna interpretazione, però, è ammessa. L’interpretazione è un concetto che denota ignoranza. Ogni suono (con la sua altezza, intensità e timbro), così, ha la durata giusta e ogni brano il giusto tempo, ma la musica è musica per Celibidache e non deve suscitare associazioni visuali, non deve mimare la realtà o evocare immagini, ma rispondere a leggi fisiche oggettive.

Così la musica non può essere registrata, perché l’unicità dei suoni prodotti dalle sorgenti sonore dei vari strumenti, come le interferenze che tra essi si producono, non possono essere ridotte alla bidimensionalità della registrazione, neanche dalla stereofonia, che anzi le distorce. Questo il motivo per cui il Maestro non accettò mai di registrare e di lui rimangono documenti video catturati da amatori e, ai più, questo passò come una bizzarrìa.

Il Maestro Raffaele Napoli è attualmente impegnato nella scrittura di un libro dal titolo “Perché ho scelto Celibidache”, animato da quello che lui chiama “Calvario dello studente che cerca il suo maestro: colui cui dovrà affidare completamente la sua formazione, fino al momento in cui sarà proprio il maestro, consapevole di essere un trampolino per l’allievo, a dirgli: Tu ora sei il maestro di te stesso!”.

Eleonora Davide

Di seguito alcuni video su Sergiu Celibidache

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