DENTRO L’INVERNO FINITO A S.ANDREA DI CONZA

IN MEMORIA DI DONATO TARTAGLIA IL COMUNE IRPINO OFFRE UNO SPETTACOLO DI MUSICA E POESIA SUI VERSI DI ALFONSO NANNARIELLO ALL’EX FORNACE 

A Sant’Andrea di Conza, il 27 marzo 2016, il giorno di Pasqua, alle ore 18.30, all’ex Fornace, l’Amministrazione Comunale cittadina, intendendo omaggiare la memoria dell’ingegnere Donato Tartaglia, attivista locale, offrirà lo spettacolo “Dentro l’inverno finito”, costruito sull’omonimo libretto (Delta 3 edizioni, 2015) del poeta Alfonso Nannariello. Dei dieci brani della plaquette quattro saranno recitati dagli attori Marika Vallario e Giuseppe Bellino della Compagnia ‘Teatro Novo’ di Sant’Andrea, mentre gli altri, musicati da Luigi Bellino, diretti dallo stesso Bellino al pianoforte, saranno eseguiti da Francesco Domenico Doto (baritenore), Lucia Cestone (clarinetto), Maria Carmela Li Pizzi (violino), Roberta Di Giacomo (violoncello), Riccardo Di Napoli (fisarmonica), Mattia Aiello (chitarra), Gerardo Bellino (percussioni).

 

Prima della performance, il sindaco Pompeo D’Angola traccerà un profilo di Tartaglia, mentre il critico letterario, il prof. Alessandro Di Napoli, Direttore di Dipartimento del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, e il Maestro Giacomo Vitale della Scuola di Composizione del Conservatorio ‘Cimarosa’ di Avellino, riferiranno, rispettivamente, sulla raccolta di Nannariello e sulla musica di Bellino. 

 

 nota sulla plaquette

Dieci brani pensati dall’autore come ‘ballate per amanti e rivoltosi’. Il titolo della raccolta, Dentro l’inverno finito, colloca in una situazione di straniamento, tra il già e il non-ancora. Le cose di prima, pur essendo passate, si trattengono in noi in qualche modo. Le nuove, pur già iniziate, sono ancora acerbe, non ancora mature. Pertanto, il sottotono, il sottosquadro esistenziale che si avverte, non è indice di rinuncia e rassegnazione, ma la condizione da cui, e il momento in cui, inizia a incubare la ‘rivolta’.

note sui brani recitati

Stamattina s’è alzata assonnata Nel cantiere dell’esistenza, l’autunno inizia a smantellare le cose dentro e fuori di noi. Inizia a maturare dolori, acini amari.

S’accumulano i giorni Sopraggiunto l’inverno, lo smantellamento, quasi ultimato, è rallentato da rievocazioni del vigore di notti insonni e giorni banditi, da retrospettive di amori freschi e immaturi, da risonanze d’impeti e crepacuori estivi.

Intorno ancora succedono cose Nel rivolgimento delle cose, nei turni del sole, il piede di ognuno, prima che la ruota lo schiacci, resta infossato nel fango. 

Come l’acquaneve dell’ostia Nel rivolgimento delle cose, nei turni del sole, ognuno, prima che la ruota lo schiacci, cerca e attende “lo sfarzo/ del bacio della neve di marzo”.

note sui brani musicati

Quando è inverno Il resoconto di un’esistenza spoglia di tutto, invernale, è mitigato dalla memoria di stagioni più fertili e calde. Il rimpianto del tempo trascorso, finito, accaduto e il dolore dovuto al raffronto con la condizione attuale sono in qualche modo sciolti nell’infuso di un amore che si sente, per quanto passato, non ancora finito. 

Su un soldo d’argento Un altro resoconto esistenziale. Questa volta, però, il rendiconto incita al riscatto dell’esistenza dalla sudditanza al caso o, se volete, alla sorte che ‘ci veste e ci spoglia’ a suo piacimento. Il protagonista, vendendo il proprio mantello, metafora della rinuncia ai conforti effimeri dell’esistenza, e comprando la spada, metafora della lotta che appunta alla vita le medaglie del senso e dell’onore, incita a insorgere contro le cose tranquille, banali e usuali. 

Il tuo sonno ha stordito la barca Un amore imbarcato clandestino sulla barca con cui, in solitaria, attraversiamo l’esistenza, per quanto irregolare, la conforta. Se la presenza dell’estraneo divenuto vicino anima e incita fino a farci fuorilegge e pirati, la sua caduta nel mare della notte lascia il mattino nel lutto e ferito il costato. 

Stamattina il vento Tre inquadrature di un’unica scena di caccia, immagine delle stragi e tragedie del mondo. Nella prima strofa la battuta è inquadrata dal punto di vista dei cacciatori che, accompagnati dai loro segugi, sono ornati del tremito di morte degli uccelli colpiti. Nella seconda, una citazione del De Rerum Naturae di Lucrezio relativa al ‘guardare da terra il naufragio lontano’, ossia la battuta di caccia, illustra la situazione di chi, a ‘distanza da una simile sorte’, si sente tranquillo.

L’ultima strofa scambia per un momento il nostro posto con quella preda. 

La mano che spezza al rovescio Ci sono esistenze che iniziano al rovescio, che s’alzano col piede sbagliato. Chi tra i pari in umanità sperimenta un’ingiusta distribuzione delle condizioni di vita, raccoglie, come i cani, le briciole cadute dalle tavole dei loro padroni. È evidente, in questo componimento, il riferimento al dialogo di Gesù con la Cananea che gli chiese quelle briciole per sua figlia. A differenza di quella volta, nel brano che state per ascoltare non si ottengono grazie, se non quella di un Dio che si storce la vita con gli storti. 

In un posto che non conoscevo Storia concisa di un padre che, per salvare il figlio dalle acque turbinose in cui si era tuffato, perde la vita. Questa immolazione restituisce vita al figlio e corona il padre di gloria. 

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