Enzo Ferrari: «Se lo puoi sognare, lo puoi fare»

«Nella mia adolescenza ha conosciuto tre passioni dominanti, tre grandi sogni: tenore d’operetta, giornalista sportivo, corridore d’automobile. Il primo sogno sfumò per mancanza di voce, il secondo resistette, ma in forma velleitaria; il terzo ebbe il suo corso, la sua evoluzione. E’ sempre bene avere dei sogni di riserva.» Enzo Ferrari.

Maranello - Casa Ferrari

Ed il sogno di Enzo Ferrari è stato lungo una vita intera. La sua biografia racconta di un ragazzo tenace perseguitore di un sogno che ha visto la sua piena realizzazione, ma solo dopo una lunga gavetta fatta di sacrificio, abnegazione, sconfitte, dolori e successi. Sin da piccolo non ha mai mostrato interesse per lo studio se non curiosità per la vita di officina di carpenteria meccanica del padre Alfredo, morto prematuramente lasciando il figlio solo alla realizzazione dei suoi obiettivi. Quell’officina adiacente alla sua casa natale è attualmente a Modena, unitamente ad una nuova galleria espositiva dal 2012 sede del museo Enzo Ferrari. Il progetto ha previsto la realizzazione di una struttura il cui tetto richiama il cofano delle antiche vetture da competizione  per l’esposizione di auto significative per la carriera del mito Drake e, all’interno dell’officina del padre Alfredo, che resta volutamente il baricentro dell’intera area, è stato realizzato un percorso fatto di filmati, immagini e effetti personali che fanno rivivere la vita di Enzo Ferrari. Una vita tribolata e altalenante: «Sono i sogni a far vivere l’uomo. Il destino è in buona parte nelle nostre mani, sempre che sappiamo chiaramente quel che vogliamo e siamo decisi ad ottenerlo». All’inizio riuscì a farsi valere come pilota per l’Alfa Romeo e fu in quel periodo che la contessa Paolina Biancoli, la madre del famoso aviatore Francesco Baracca, gli consegnò il simbolo del cavallino rampante che il figlio portava sulla carlinga. A partire dal 1932 questo simbolo apparve sulla carrozzeria delle vetture utilizzate da quella che divenne la mitica Scuderia Ferrari. Al cavallino aggiunse come fondo il giallo di Modena, la sua città in cui tornò e stabilizzò la sua fabbrica di autovetture nella vicina Maranello contribuendo alla diffusione nel mondo di un vanto made in Italy.  «…Tengo a dire che, quale fui allora, sono adesso: mai mi sono considerato un progettista, un inventore, bensì soltanto un agitatore.»

Museo Ferrari

E’ solo negli anni ’60 che Enzo Ferrari cominciò a produrre auto di lusso su strada, ma sempre per finanziare le corse sportive che negli anni hanno conseguito primati e vissuto entusiasmanti vittorie. La vita non gli ha risparmiato grandi dolori come la perdita del figlio Dino, ma sicuramente è stato un uomo che, come affermava, ha vissuto della sua passione. Ha contribuito all’ascesa della sua città: oggi il modenese è la motor valley: un distretto industriale e culturale che abbraccia l’intera Emilia-Romagna di fama internazionale che ha dato i natali oltre alla Ferrari anche alla Lamborghini, Maserati, Ducati ed altri marchi, tutti eccellenze in materia di ricerca, sviluppo e produzione di tecnologia per il settore delle auto, sia artigianalmente che industrialmente.

«Non abbiamo petrolio e miniere, ma possiamo primeggiare nel mondo con la fantasia». In oltre 70 anni la filosofia della Ferrari non è cambiata, ogni nuovo modello è un concentrato di eleganza, tecnologia., prestazioni e personalità, il risultato è ogni volta più avanzato, Enzo Ferrari affermava che la migliore Ferrari è la prossima.

Il design, la ricerca, la progettazione da cui conseguono l’università di ingegneria a Modena, insieme all’Accademia, popola di giovani questa bella, elegante cittadina dal sapore rinascimentale. Si sente che si è al centro dell’Italia produttiva, quella del lavoro e che dà lavoro. Girando tra le autovetture di extralusso del valore di milioni di euro che gratificano la narcisistica vanità di pochi eletti, tanto da progettarne prototipi personalizzati, non si avverte la rabbia di un’ingiustizia sociale, anzi è quasi un dazio estorto a chi può per dar vita ad un indotto smisurato per tanti lavoratori e per la ricchezza del nostro paese fondata sulla perseveranza e ingegnosa fantasia di uomini di talento.

«Ammiro tutti coloro che hanno una passione ed hanno la sapienza e la costanza di coltivarla. Sono loro il motore del mondo», Enzo Ferrari.

Angela Ristaldo

Angela Ristaldo

Laureata in Lingue e letterature straniere ed abilitata alla scuola secondaria, ha assunto il ruolo nella scuola Primaria e per scelta ci è rimasta. Attualmente insegna in un Istituto Comprensivo di Napoli, una scuola ritenuta, per platea, a rischio, ma l’unico rischio riscontrato è di non educare questi ragazzi che vivono il disagio, alla bellezza che esiste nel reale e in questa controversa città. Dal 2005 dirige con un collega, un giornale scolastico ‘Ristoriamoci’ con una redazione mista di ragazzi dai 9 ai 13 anni che raccontano la realtà e la loro esperienza dal proprio punto di vista spesso non richiesto e non ascoltato, che invece riserva sempre sorprese e meraviglia per osservare la realtà da un’angolazione ancora fresca e non inquinata da ingombranti sovrastrutture. Da qui l’interesse per il giornalismo. Ha scritto per diverse testate online locali e nazionali. I suoi interessi vanno dall’Arte al sociale e ad eventi culturali in genere con un’inclinazione a raccontare il nostro di Napoli spesso maltrattato per preconcetti e mezze verità.

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