IL VANGELO CHE FA NOTIZIA

La visita del Papa in Africa e i numerosi interrogativi circa il suo impegno politico

Per rispondere alla perplessità di alcuni cattolici sull’opportunità del viaggio del Papa in Africa, è necessario l’invito a considerare che questa non è solo l’occasione per parlare di pace tra gli uomini, ma è atto concreto della volontà di portare, in uno dei momenti più bui della storia dei popoli e della Chiesa stessa, l’essenza del Vangelo in uno dei luoghi tra i più straziati dall’abbandono.

La culla dell’umanità diviene per Papa Francesco il luogo da cui tutto deve ripartire. «La mia visita in Africa sia segno della stima della Chiesa per tutte le religioni e rafforzi i nostri legami di amicizia» è la dichiarazione che leggiamo sul profilo twitter del pontefice. Mentre l’esortazione «le autorità prendano insieme a voi la strada dell’inclusione sociale», riportata dall’Ansa stamane dal discorso tenuto a Nairobi, incita a una rivoluzione sociale, la stessa che il Vangelo auspica e che oggi deve essere attuata attraverso i cristiani «operatori di pace, che invitano gli altri a vivere in pace, armonia e rispetto reciproco», promuovendo la cura di se, dell’altro, dell’ambiente, piuttosto che quella dello scarto e dell’emarginazione. Gettando lo sguardo un po’ indietro, non dovrebbe essere difficile immaginare Gesù tra le folle che invita agli stessi valori. Allora il vangelo è ancora attuale? ci chiediamo. Sembra che Francesco ce ne voglia dare una prova calando i valori fondanti del credo cristiano sia nelle realtà quotidiane che nei rapporti tra le nazioni; lo fa parlando ai popoli e bacchettando i governi, lasciando ad altri la teologia per fornire armi e strumenti di azione, ancora prima che di difesa, a chi crede nel Vangelo di Cristo e nuova dignità ai poveri, perché alzino la testa e chiedano con forza i loro diritti, certi della regalità che il Padre Celeste ha trasmesso ai suoi figli.

Eleonora Davide

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