Intervista a Lucia Lo Bianco
Un altro articolo oggi per la rubrica L’AUTORE DEL MESE realizzata in collaborazione con Domenico Faniello e La Casa del Menestrello. Oggi incontriamo Lucia Lo Bianco
Buon pomeriggio e benvenuta nella nostra rubrica. Lei insegna lingue straniere, è saggista, giornalista, poetessa e scrittrice. Ha un curriculum stimabile. La sua carriera letteraria le è stata riconosciuta da numerosi e prestigiosi premi; per citarne uno il Premio Alda Merini di Imola. Guardandosi indietro, c’è qualcosa che avrebbe voluto fare o non fare nella sua vita?
Buon pomeriggio, Eleonora, e grazie per avermi invitato nel suo spazio per questa intervista. La sua prima domanda è stimolante e si collega bene con le riflessioni che abitano in ognuno di noi spesso nel corso della vita. Siamo davvero soddisfatti delle nostre scelte e dei risultati che abbiamo raggiunto o cambieremmo qualcosa con uno sguardo retrospettivo? Confesso che molte volte ho messo in discussione le scelte da me effettuate in passato. Ad esempio, forse avrei potuto seguire la mia ansia d’espressione artistica anni fa, soprattutto in considerazione del fatto che il mio desiderio di scrivere è nato con me e mi accompagna da sempre. Poi però rifletto e mi rendo conto che la penna ha guidato la mia mano al momento giusto, quando la mia persona era cresciuta al punto da tirare fuori tutto ciò che aveva dentro. Allora comprendo di essere riuscita a realizzare molte delle cose che sognavo da piccola, sia a livello professionale che personale. La mia giornata è piena di attività e di iniziative di natura diversa, piacevoli ma anche difficili e sfibranti, belle e meno belle; insegno, mi occupo della mia famiglia, mi dedico all’attività fisica per rilassarmi mentalmente ma soprattutto, quando scende la sera, le mie dita si riempiono di parole e la scrittura mi conduce là dove la mia vera essenza vive e respira.
Come dicevamo, oltre che nella poesia, si è cimentata nella scrittura di un romanzo “Dove gli angeli camminano di notte” nel 2022, e in due raccolte di racconti, l’ultima di recentissima pubblicazione: “Stelle ribelli”. Quando la presenterà al pubblico? Ce ne vuole parlare?
“Stelle ribelli” è la mia seconda raccolta di racconti e si pone in continuità con “Le donne lo dicono” per lo stile e le tematiche trattate. Sono storie di donne, bambine, adolescenti, giovani e adulte. Emergono dalla mia memoria ma ricorrono facilmente nel nostro quotidiano. Donne che lottano e pagano in prima persona. Donne attraverso la diversità, l’amore e la guerra. Donne protagoniste di eventi luttuosi o vittime del peso dei propri, personali ricordi. Donne in grado di sostenere l’ombra dei fantasmi del passato proiettandosi positivamente e con speranza verso l’avvenire. Donne quindi: stelle ribelli incapaci di accettare regole e imposizioni e dotate di quel misterioso “fil rouge” che permetta loro di unificare e gestire gli opposti, tracciando linee armoniche e inaspettate, magicamente ricreando il bene ed il male all’interno del ciclo dell’esistenza. Il filo conduttore delle storie è sicuramente l’originalità dei personaggi, soprattutto femminili, il loro andare contro le convenzioni o le aspettative.
La raccolta sarà presentata per la prima volta a Palermo alla quindicesima edizione de “La Marina dei Libri”, importante festival siciliano dell’editoria indipendente, che tornerà a Parco Villa Filippina dal 6 al 9 giugno. Saranno anche giornate di ospiti nazionali ed internazionali, dibattiti, anteprima, musica, teatro, eventi: un’autentica festa del libro.
Torniamo alla poesia. “Canto della Terra”, la sua ultima silloge, è anch’essa uscita quest’anno, avvalendosi della prefazione di Luciano Giovannini, che è stato nostro ospite in una precedente intervista di questa rubrica. Raccoglie la voce della Terra e vi si tratta anche di guerra. Vorrei che ci spiegasse come ha costruito il percorso delle liriche e a chi si è ispirata per i suoi versi.
“Canto della terra” è nato da un’immagine in cui uno scorcio agreste offriva l’immagine di un fattore. La lirica che dà il titolo alla silloge è stata costruita così e ha finito poi per trascinare con sé testi poetici che si dipanano come un canto, dolente e struggente proprio come le vicende drammatiche che riempiono il nostro tempo presente. “Canto della terra” è una melodia di varie voci dai vari ambiti umani e sociali che attraversano il nostro tempo tormentato. Parte dalle viscere della terra e trova corpo nei venti di guerra, o nelle stragi storiche che hanno afflitto il nostro paese. Un lamento di dolore in presenza dei tanti atti di violenza perpetrati ai danni delle donne accompagnati da indignazione e, talvolta, senso di sconfitta. È un canto, infine, che mescolato alla bellezza del creato e della natura non riesce ad accettare le morti per mare in un continuo e costante “naufragio” che connota il nostro stesso esistere. Il verso dà sostanza alla sofferenza dell’umanità e diventa una necessità quasi vitale di scavare l’esistenza attraverso diversi stimoli sensoriali.
Secondo lei, la poesia può cambiare le cose? Vorrei sapere in cosa pone l’importanza di questa forma espressiva e se la definizione di poesia come arte le sembra corretta.
Credo che la poesia non soltanto possa ma debba adoperarsi per cambiare le cose. Purtroppo oggi viene considerata come una forma di scrittura avulsa dalla realtà, quasi non ne facesse parte a causa di un linguaggio difficile da comprendere. Si legge sempre di meno, per colpa della tecnologia che ha rimpiazzato la fruizione cartacea del testo a favore della digitalizzazione, ma proprio per questo motivo la poesia deve tornare a calarsi nel vissuto, un po’ come succede per la musica che tutti amiamo e seguiamo. I testi delle canzoni non sono in fondo poesie?
La parola deve, oggi più che mai, agire come veicolo per stimolare la gente a pensare senza lasciarsi travolgere dagli eventi di ogni giorno passivamente. Le immagini, il linguaggio sensoriale, i suoni e tutto ciò che il testo poetico racchiude possono e devono farsi carico di un valore sociale e civico. Credo fermamente che la poesia sia una forma d’arte e in quanto tale non può restare chiusa in una torre d’avorio. Le giovani generazioni, poi, vanno stimolate a leggere ciò che a loro piace di più senza imporre generi o testi solo perché facenti parte di un programma prestabilito. I programmi, i classici vanno sicuramente proposti e studiati ma, da docente, credo sia sbagliato consigliar loro una lista di autori noti da leggere durante il loro tempo libero. Così facendo si uccide la loro voglia di leggere. Un altro errore è pretendere che memorizzino interpretazioni di opere letterarie che non hanno elaborato loro per primi. È un difetto della scuola italiana che non esiste, ad esempio, nel mondo anglosassone, dove gli studenti leggono dei testi integrali e non antologici e ne discutono insieme in dibattiti organizzati ad hoc.
La poesia, in conclusione deve assolutamente ritornare ad essere parte attiva della vita di ognuno di noi.
La ringrazio per averci chiarito gli aspetti della sua produzione letteraria e le auguro il meritato successo per le sue opere.
Lucia Lo Bianco è nata a Palermo. Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e con un Master of Arts in Professional Development for Language Education, dal 1993 insegna lingua e letteratura inglese al liceo. Poetessa, scrittrice, saggista e giornalista ha pubblicato otto sillogi di poesie “Le Ali ai Piedi”, (2013); “Il Faro”, (2015); “Il Silenzio del Tempo”, (2020); “Sono una barca”, (2021); “Come una libellula”, (2021); “E plana stanca sulla riva” (2022), “Sono occhi scomparsi dentro il buio” (2023) frutto di un podio al Premio Città di Arcore 2022, “Canto della terra” (2024) frutto di un podio al Premio Città di Fermo 2023, due raccolte di racconti “Le donne lo dicono” (2021), “Stelle ribelli” (2024) ed un romanzo “Dove gli angeli camminano di notte” (2022). Nel 2020 è divenuta Co-Fondatrice di WikiPoesia, Accademica del Convivio ed Accademica di Sicilia. Numerose sue poesie, racconti ed articoli sono stati selezionati per concorsi letterari e si è classificata ai primi posti in numerosi e prestigiosi premi nazionali ed internazionali ottenendo riconoscimenti anche all’estero per poesie scritte in inglese e spagnolo. La vera fonte di ispirazione di Lucia Lo Bianco sono i rapporti umani, l’impegno quotidiano a valorizzare gli incontri, il valore delle piccole cose, la corsa, i rapporti familiari, le difficoltà del vivere, il tempo e il viaggio come metafora e simbolo dell’esistenza. La sua scrittura ha ultimamente assunto una nota più specificamente sociale, trattando temi quali l’immigrazione, e la violenza sulle donne. Recentemente ha scritto sulla guerra e le sue conseguenze e molti suoi testi sono stati premiati e considerati come una potente metafora sulla guerra. Dalla fine del 2019 con poesie, racconti ed articoli ha totalizzato oltre 650 premi in Italia e all’estero. Il 9 novembre 2021 ha ricevuto il Nastrino di Merito per aver raggiunto la prima posizione nella Classifica di WikiPoesia ed il 27 maggio 2023 le è stato assegnato il suo Primo Premio alla Carriera per l’attività letteraria al Premio Alda Merini di Imola (BO).
©Riproduzione riservata
- FRA FLORA E FAUNA. Uno sguardo nel tempo sulla natura nella Venezia Giulia. Apre domani la nuova mostra all’IRCI di Trieste - 12 Settembre 2024
- A Cava de’ Tirreni un evento per celebrare Michelangelo Angrisani - 11 Settembre 2024
- Anna Caterina Masotti. La mostra fotografica alla Milano Fashion Week 2024 - 10 Settembre 2024
- Apre il caffè Hope ad Avellino. Una nuova speranza in città - 3 Settembre 2024
- SUDDAMARE. Sbarca ad Atripalda il monologo di Gianluca Amatucci - 20 Agosto 2024
- Operazione Corsaro (1952-1953) di Walter Maucci. La recensione di WWWITALIA - 19 Agosto 2024
- Una voce dal Profondo di Paolo Rumiz. La recensione di WWWITALIA - 17 Agosto 2024
- Buonvicino (CS). Tra i monti e il mare segni d’arte e di fede popolare - 2 Agosto 2024
- Una mattina a Santa Domenica Talao (CS) - 30 Luglio 2024
- Grande festa al Castello che riprende vita grazie alle associazioni - 25 Giugno 2024