Io Dalì: al Pan di Napoli a soli 5 euro

Un grande viaggio nella mente di uno dei più geniali artisti del XX secolo fino al 10 giugno 2018 al PAN di Napoli.

salvador dalìNAPOLI – Mercoledì 21 marzo, in occasione della Giornata della Disconnessione, ci sarà un motivo in più per visitare la mostra io Dalì” al Palazzo delle Arti di Napoli pagando il biglietto d’ingresso solo 5 euro invece di 10.

Per la prima volta in Italia una mostra che svela l’immaginario di Salvador Dalí, portando i visitatori nella Vita segreta del genio poliedrico. “Io Dalí” passa in rassegna, attraverso dipinti, disegni, video, fotografie e riviste, il modo in cui il pittore è stato capace di creare il proprio personaggio rendendo opera d’arte ogni suo gesto; indagando e rivelando l’altra vita dell’artista catalano, quella meno conosciuta, fondamentale per comprendere la sua incredibile personalità.

La mostra è stata fortemente voluta dal Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura e al Turismo, nelle persone del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris e dell’Assessore Nino Daniele e nasce in collaborazione con la Fundació Gala- Salvador Dalí nella persona di Montse Aguer, Direttrice dei Musei Dalí. La direzione generale è di Alessandro Nicosia Presidente di C.O.R. Creare Organizzare Realizzare che l’ha realizzata e co-organizzata. Inoltre è supportata dal Ministero della Cultura spagnolo, con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia e l’Istituto Cervantes.

L’esposizione è curata da Laura Bartolomé e Lucia Moni per la Fundació Gala- Salvador Dalí e da Francesca Villanti direttore scientifico di C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, con la consulenza scientifica di Montse Aguer e di Rosa Maria Maurell.

oera dalì“Dalí non solo arriva alla genialità – scrive Laura Bartolomé – ma assicura anche un’eccezionale immortalità al suo genio”.
Salvador Dalí è un creatore nel senso più ampio del termine, un artista che travalica l’ambito ristretto della pittura. Dalí è pittore, disegnatore, pensatore, scrittore, amante delle scienze, catalizzatore delle correnti d’avanguardia, illustratore, designer, cineasta, scenografo. È un artista che si cimenta in tutti i campi della creazione, compresi i più innovativi quali le installazioni e le performance. Elabora la propria opera partendo tanto da linguaggi artistici complessi ed eterogenei, quanto dalla costruzione del proprio personaggio. Lo fa in maniera sistematica, quasi programmatica, con il desiderio di suggestionare la società di massa.

opera dalì

Dai primi autoritratti, pitture e disegni degli anni ’20 e ’40, è evidente il desidero dell’artista di presentarsi al mondo con la sua genialità. Nella mostra vediamo l’Autoritratto con il collo raffaellesco (1921) e diversi disegni per la sua autobiografia Vita segreta, pubblicata nel 1942. Dalí è il genio, il personaggio, l’artista che trasforma se stesso in una delle sue creazioni più celebri, diventando riferimento naturale di artisti del calibro di Andy Warhol.

“Per Dalí – spiega Francesca Villanti – l’uso dei media diventa, come l’utilizzo di una lingua, un atto performativo, che può produrre risultati altissimi, uno degli strumenti più potenti a disposizione del singolo per la messa in scena di se stesso, per la narrazione e, soprattutto, per la propaganda di sé. Dalí inizia a pensare a se stesso in termini di un brand da promuovere e controllare. Scopre che l’immagine mediale è sì comunicazione, ma soprattutto un processo creativo”.

Nell’esposizione del PAN si vedranno anche i filmati, le performance e le frequenti apparizioni, tutt’altro che improvvisate, nei mezzi di comunicazione: dalle copertine della riviste – tra cui il Time del 1936 – alla sua partecipazione in veste di ospite a un concorso televisivo americano di grande popolarità come What’s My Line? trasmesso nel 1957 dall’emittente CBS.

Pronto ad affrontare qualsiasi sfida, fosse quella di disegnare un oggetto di design, di creare la copertina di una rivista, di collaborare con una scenografia a una scena teatrale, di immaginare abiti per un ballo, Dalí era sempre attento anche alle novità del mondo scientifico. Tanto da confrontarsi con la ricerca della terza dimensione, anticipando quello che sarebbe stato il 3d. Nucleo centrale, attorno al quale gira l’esposizione, sono i suoi capolavori della fine degli anni Sessanta e di tutti i Settanta: opere stereoscopiche che permettono di vedere la pittura in tre dimensioni. Questi dipinti, che saranno esposti con attrezzature per consentirne di valutarne gli effetti tridimensionali, rappresentano perfettamente l’interesse di Dalí per le nuove frontiere della visione.

salvador dalìE poi ci saranno le fotografie: straordinarie quelle di Philippe Halsman che hanno come soggetto i suoi celeberrimi baffi. Se qui Dalí è in posa, in altri scatti assistiamo a momenti della sua vita quotidiana; una quotidianità, la sua, resa tutte le volte straordinaria. Ogni fotografia, ogni evento, erano vissuti come una performance. Si deve a lui l’invenzione dell’artista come divo, che si impegna affinché il suo aspetto e il suo comportamento vengano considerati surrealisti, come la sua arte.

“Man mano che la popolarità di Dalí aumenta, – scrive Lucia Moni – l’artista diventa consapevole di dover adottare alcuni semplici e precisi attributi che lo identifichino agli occhi del grande pubblico, qualcosa che possa resistere al tempo, che sia facilmente riconoscibile e che lo aiuti a rendere la sua immagine eterna, immortale. Ecco quindi il perché di baffi e occhi sgranati, che fissano l’obiettivo, sia fotografico che televisivo, uno sguardo penetrante che arriva allo spettatore e che rimane impresso nella mente e nella memoria collettiva.

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