L’ efficacia della comunicazione nei rapporti di coppia

Domenica 15 dicembre presso il Caffè Letterario Libreria di Avellino, la coach Emma Labruna  ha tenuto il seminario dal titolo “La comunicazione efficace per realizzare un meraviglioso rapporto di coppia”.

Abbiamo rivolto alcune domande alla Coach.

D. Le relazioni di coppia vivono oggi un momento particolare. Quale ruolo ha la comunicazione nella felicità di coppia?

R. I rapporti tra le persone…

 la convivenza civile e sociale, costituiscono la grande sfida del nostro tempo. Abbattute molte barriere di spazio,  tempo,  valori e culture  si ricercano nuovi equilibri. Anche nei legami affettivi, la convivenza è diventata onerosa: nei rapporti tra genitori e figli o nella relazione di coppia i  ruoli stabiliti e consolidati non funzionano più  ed è necessario ricercare nuovi equilibri.

Ancora oggi in realtà, quando si diventa marito o moglie, o madre e padre accade inconsapevolmente un fatto strano e malaugurato: si comincia ad assumere un ruolo, a recitare una parte dimenticando di essere una persona autentica dotata di sentimenti reali. Non ci si sente più liberi di essere se stessi ma si crede di dover sempre essere all’altezza di quel ruolo, e finiamo per chiedere anche agli altri di aderire ai nostri personali modelli di riferimento, creando quindi pretese e incomprensioni e uno stato di infelicità.

Uscire dai ruoli ci offre tuttavia una importante opportunità: quella di esprimerci e di comunicare in modo più autentico e più “umano”. Comunicare con un linguaggio personale significa esprimersi partendo da se stessi, dal riconoscere come ci si sente quando si vivono determinate situazioni, dal comprendere quali sono i nostri bisogni rispetto a ciò che accade e quindi a fare richieste decise e precise per chiedere che i nostri bisogni siano soddisfatti.

D. Il linguaggio personale dunque può contribuire a migliorare i rapporti?

R. Non solo il linguaggio personale contribuisce a migliorare i rapporti ma lo fa, aiutando chi lo pratica a conoscere meglio se stesso e a capire cosa vuole in una relazione. Attualmente  è molto difficile anche solo riconoscere le proprie emozioni e i sentimenti che proviamo di fronte ai piccoli e grandi avvenimenti che ci accadono: siamo molto ignoranti rispetto a ciò che sentiamo. Siamo abituati a giudicarci o giudicare gli altri secondo un criterio di giusto o sbagliato, ma in realtà i giudizi che esprimiamo su noi stessi e sugli altri non sono che espressioni dei nostri bisogni insoddisfatti.

D. Può fare un esempio?

R. Si pensi alla moglie che accusa il marito di essere un egoista e di amare il lavoro più di quanto ami lei. In realtà, la moglie sta dicendo che il suo bisogno di intimità  non è soddisfatto e vorrebbe trascorrere del tempo in compagnia del marito. Tuttavia il suo modo di esprimersi suona come una critica e causa una reazione di difesa o contrattacco, ma soprattutto non consente al marito di conoscere e quindi poter soddisfare il bisogno della moglie.

Molti pensano che esprimere i propri sentimenti e bisogni significhi rendersi deboli o vulnerabili. In realtà, questo modo di comunicare prende spunto da un approccio basato sulla persona (teorizzato da C. Rogers e mirabilmente espresso da M. Rosenberg come “Comunicazione Nonviolenta”) in cui si ritiene che acquisire il “Potere Personale” significhi proprio prendersi la responsabilità dei propri sentimenti, conoscere i propri bisogni emotivi e tendere a soddisfarli.

Quando ci relazioniamo e agiamo partendo da noi stessi possono finalmente cadere le maschere che abbiamo indossato per aderire ai falsi modelli che avevamo adottato. E ci sentiamo finalmente liberi di essere un po’ più autentici. In tal modo, consentiamo agli altri di fare lo stesso in un clima di reciproca maggiore accettazione.

D. Ma gli uomini e le donne non provengono da pianeti diversi?

R. Si,  nel seminario mi sono riferita al famoso manuale di J. Gray (Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere), per illustrare alcune importanti differenze che sono proprie del modo di essere maschile e femminile e che spesso causano litigi e incomprensioni se vengono prese “sul personale”. E’ importante conoscere ad esempio che la maggiore o minore disponibilità dei sessi ad avvicinarsi e allontanarsi sono cicliche e funzionali al benessere dell’uomo o della donna. Analogamente, l’uomo ha spesso necessità di allenare la sua capacità di ascoltare senza fornire immediatamente soluzioni, mentre la donna deve essere attenta a non dare consigli non richiesti.

D. Anche nel campo dei codici di comportamento maschili e femminili dunque abbiamo tanto da apprendere?

R. Spesso a scuola studiamo tante cose importanti ma poco di noi stessi e questo è un peccato perchè i ragazzi sicuramente sarebbero molto interessati a questi insegnamenti e potrebbero acquisire maggiore consapevolezza nelle relazioni affettive e sociali. Spesso ad esempio tendiamo a donare al partner quello che vorremmo per noi stessi senza conoscere ciò che l’altro desidera o di cui necessita. I codici maschili e femminili sono diversi e hanno bisogni diversi. Mi piace citare la storia del cavallo e del cane che si innamorano:  il cane porta ogni giorno al cavallo gli ossi e il cavallo porta al cane il fieno. Finisce che entrambi muoiono di fame. Così oggi comunque siamo alla ricerca di amore e affetto ma spesso non riusciamo a donarlo e a riceverlo in modo da  essere felici.

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 Maria Paola Battista

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