La capoeira: storia di libertà

 

 

La capoeira ha origini antiche e abbastanza sconosciute…

 

 Le prime fonti risalgono al 1500: siamo ai tempi della colonizzazione portoghese del Brasile e, quindi, delle deportazioni degli schiavi africani nelle piantagioni di canna da zucchero. Gli africani, appartenenti a tante etnie diverse, aventi ciascuna la propria identità, vengono accomunati da un’unica speranza che è quella della libertà.

La storia della schiavitù è una storia molto triste, fatta di sofferenza e di sangue ed è un po’ difficile immaginare il nesso tra tale prepotenza e la danza , l’arte che sono manifestazioni che fanno pensare al gioco, al divertimento, al piacere.

Della capoeira iniziale oggi, fortunatamente, resta solo un brutto ricordo perché essa ha lasciato il posto alla parte armonica di sé.

I documenti storici, infatti,  parlano di uno strano modo di combattere degli schiavi quando, imprigionati, cercavano di liberarsi  lottando con calci e testate. Secondo la leggenda, tramite la danza tribale, essi si esercitavano cercando di dissimulare agli occhi dei loro padroni i colpi della difesa. Ciò spiegherebbe la caratteristica di quella che, oggi,  è una vera e propria arte marziale che ha la particolarità di essere accompagnata dalla musica.

Dalla mescolanza delle origini africane con quelle brasiliane intrecciate agli eventi  politici e sociali che hanno accompagnato questi popoli sono nate diverse scuole di capoeira tutte accomunate, però, dalla musica che accompagna e scandisce ogni fase del gioco nella roda (il cerchio di persone che si forma attorno ai due capoeiristi che stanno giocando). Esistono tipi di gioco diversi a seconda del ritmo: infatti, attraverso la musica, i suonatori possono modificarlo, comunicare messaggi al pubblico e ai giocatori.

Oltre il berimbau, che è lo strumento simbolo della capoeira, ve ne sono molti altri. Si dice che il berimbau comanda la roda perché con tale strumento, tramite un ritmo specifico, si può formare la roda, iniziare il gioco, far uscire dalla roda, interrompere il gioco e terminarlo.

La roda di capoeira è un microcosmo che riflette il macrocosmo della vita e del mondo. Gli elementi che la caratterizzano sono la malizia, il rispetto, la responsabilità, la provocazione, la competizione, la libertà, ma ogni gioco è diverso dagli altri e in ognuno si ritrovano elementi più marcati rispetto ad altri.

In generale nella capoeira non si cerca di sconfiggere il rivale ma si preferisce dimostrare la propria superiorità senza affondare i colpi.

La ginga è il movimento base della capoeira, ed è un movimento delle gambe al ritmo del tocco del berimbau e ricorda una danza.

Una roda di capoeira può durare pochi secondi o alcuni minuti a seconda del numero di capoeristi che vogliono giocare. Durante gli scambi più lunghi capita che un capoerista interrompa il gioco, girando nella roda, e dopo due o tre giri i capoeristi ritornino ai piedi del berimbau e riprendano a giocare.

In Italia attualmente esistono diverse associazioni che si occupano di capoeira.

Tra queste vi  è l’Associazione Capoeira Sou Eu di Milano e al suo Presidente, Francesco Calderoni, ho rivolto alcune domande.

“Una curiosità di fondo riguarda lo stretto legame con la musica perché la capoeira nasce insieme alla musica mentre noi siamo abituati a pensare alle arti marziali come a discipline rigide, che hanno determinate regole e procedure e di solito non sono associate alla musica. Inoltre gli allievi devono anche suonare e quindi conoscere gli strumenti e saperli suonare, per cui mi chiedo se il corso comprende anche l’insegnamento della musica o se vi sono persone addette ad accompagnare gli esercizi”.

Risponde Francesco: “Il canto e la musica sono elementi essenziali della capoeira e non può esistere capoeira senza il suono del berimbau e canzoni. La nostra associazione dedica molta attenzione a questi aspetti e per questo alla fine di ogni allenamento si svolge una breve roda in cui gli allievi, oltre a giocare, suonano e cantano. Ogni quindici giorni inoltre tutti i membri del gruppo si ritrovano per praticare musica e canto, imparando i diversi ritmi e le canzoni. Diamo molta importanza al fatto che ogni allievo comprenda quello che suona e canta, imparando il significato dei ritmi e delle parole, non solo quello immediato ma anche le allusioni che possono essere contenute in una canzone, perché questo tipo di malizia fa parte della capoeira”.

 

“Ancora, nelle discipline accompagnate dalla musica, i passi base, le routine o i percorsi sono comunque arricchiti dalla fantasia oltre che dalle competenze degli istruttori. Anche nella capoeira questo può avvenire? In che modo?”

“Nella capoeira l’improvvisazione è essenziale. Durante gli allenamenti ripetiamo costantemente che le sequenze trasmesse devono essere fatte proprie ed interpretate da ciascun allievo mediante la propria fisicità e la propria espressività. In questa arte ad ogni movimento corrispondono sempre innumerevoli risposte possibili e la capacità di improvvisare e variare è una delle qualità più importanti da acquisire”.

 

“Essendo dei colpi molto forti che necessitano anche di una certa precisione e sono per di più scanditi dal ritmo, è necessario avere un allenamento di base?”

“Uno dei motti di capoeira che preferisco e Capoeira è pra homem, menino e mulher: la capoeira è per uomini, bambini e donne. Credo che, insieme ad altre espressioni ormai proverbiali, esprima al meglio  lo spirito delle capoeira. Se è vero che a prima vista alcuni movimenti sembrano particolarmente difficili, è anche vero che i principali movimenti di base non richiedono particolari abilità fisico-atletiche. In sostanza, chiunque può apprendere quanto necessario per giocare, divertirsi ed esprimersi. Nella nostra associazione insegniamo agli allievi che è importante rispettare le differenze e le individualità di ciascun capoerista”.

 

“Infine chi può praticare il corso, qual è l’età più adatta per iniziare e chi ha difficoltà nelle discipline aerobiche potrebbe essere aiutato da un allenamento del tipo della capoeira o sarebbe del tutto “negato” perché  non riesce a coordinare movimento e ritmo?”

“La capoeira è aperta a tutti. Nel nostro gruppo ci sono allievi dai 3 a oltre i cinquant’anni. In generale, sono ormai diffusissimi corsi per bambini e cominciano a vedersi corsi dedicati alla terza età. Chi avesse una limitata capacità aerobica potrà trovare nella capoeira un metodo per migliorarla in modo stimolante e divertente. Personalmente credo che la capoeira sia un’arte troppo bella e ricca per limitarsi al suo aspetto strettamente fisico. Non esistono persone negate, ognuno ha i suoi tempi. Noi istruttori miriamo a rispettarli e allo stesso tempo stimolare una crescita. Per me le soddisfazioni maggiori sono arrivate proprio da chi ha maggiori difficoltà fisiche perché anche loro nel giro di pochi allenamenti si rendono conto di riuscire a sviluppare nuove capacità e movimenti; allo stesso tempo poi scoprono la musica e il canto e trovano grandi energie”.

Maria Paola Battista

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