La violenza della polizia religiosa in Punjab. In moto verso le vette più alte del mondo.

Il viaggio del nostro Domenico ha superato il giro di boa e si avvia al termine, ma le emozioni e gli imprevisti sono dietro l’angolo. La strada verso il Nepal è lunga e difficile.

La Yamaha Ténéré si lascia le terre Pakistane alle spalle borbottando e conduce instancabile @nomad_nose fino al confine con L’India. Il Wagah-Attari, nei pressi di Lahore, è il luogo dove si trova l’unica frontiera aperta tra Pakistan e India. Non si tratta di un semplice check-point presidiato da un pugno di militari ma di un vero e proprio monumento.

La struttura è stata ideata nel 1947, dopo che il Pakistan ha raggiunto l’indipendenza. Da quando è in funzione, ogni pomeriggio si tiene una complessa cerimonia, in cui soldati pakistani e indiani si esibiscono in una sorta di ballo rituale militaresco. Domenico mi racconta che non ha avuto il tempo di assistere alla cerimonia, nel pomeriggio doveva essere in un albergo in India per il check-in. Una volta posati i bagagli e ripulitosi dal lungo viaggio, è uscito per visitare un luogo importantissimo: il Tempio d’Oro, il luogo più sacro della cultura Sikh. Questo popolo ha tradizioni antiche e in antitesi rispetto all’Induismo, in passato ci sono stati scontri sanguinosi tra le due culture e i Sikh hanno sempre lottato per la propria identità culturale.

Come al solito, queste rivendicazioni culturali hanno sempre un rovescio della medaglia. Se da una parte è affascinante assistere alla conservazione di antiche usanze, dall’altra si può andare incontro a comportamenti di puro fanatismo:

“Lascio l’albergo nel pomeriggio per visitare il Tempio d’Oro e, prima di avvicinarmi al santuario, mi fermo in una stradina secondaria per fumare. So che nei pressi del tempio non è permesso e perciò mi tengo a debita distanza, circa trecento metri in una zona abitata. Sono vicino alla mia moto con la sigaretta accesa e vedo un pick up avvicinarsi. Scendono due uomini con un turbante arancione. Non ho neanche il tempo di reagire, uno di loro si avvicina velocemente e mi colpisce con una lunga spada, per fortuna ancora nel suo fodero, mentre il suo compare urla qualcosa di incomprensibile. L’uomo mi colpisce al petto, perdo il fiato e mi accascio, poi continua a colpirmi senza sosta. Cerco di difendermi urlando di essere un turista. Dopo un po’ si convincono di essere di fronte a uno straniero ignaro e si fermano, non prima di avermi assestato un duro colpo alle natiche. Appena vanno via, la strada, che prima era deserta, si riempie di persone che cercano di soccorrermi. L’evento mi sconvolge non poco, resto due giorni in albergo a riprendermi. Per fortuna me la sono cavata con qualche livido. Solo dopo ho scoperto che si trattava di una sorta di polizia non ufficiale, una sorta di vigilanza religiosa.”

Potevi andare all’ambasciata italiana, avresti potuto denunciare l’accaduto: “Avrei potuto, ne avrei avuto il diritto. Magari sarebbe scoppiato un putiferio anche a livello mediatico, ma alla fine ne sono uscito quasi indenne, un’esperienza che non ripeterei, ma che posso raccontare. Ho preferito non pensarci troppo e proseguire con serenità il mio viaggio. Va da sé che, dopo questa esperienza, ho preferito lasciare velocemente l’India per la vera meta del viaggio: il Nepal.”

Domenico mi spiega che, dopo il caos e le difficoltà del Punjab, è arrivato tra le aspre vette del Ladakh e del Kashmir. Luoghi che rievocano magia e mito, montagne tra cui molte persone hanno cercato di trovare il vero significato della vita, magari con l’aiuto di sostanze stupefacenti, che in questi luoghi vengono prodotte da secoli con l’utilizzo di funghi allucinogeni autoctoni. Pensiamo alle numerose rock star che, negli anni Settanta, hanno raggiunto le regioni settentrionali dell’India e hanno trovato ispirazione per pezzi come “Kashmir” dei Led Zeppelin, per l’appunto.  Un luogo selvaggio e bellissimo, con montagne che superano i settemila metri, ambito anche dai turisti di oggi e soprattutto dai motociclisti d’avventura, che vanno alla scoperta dei passi di montagna più alti del mondo.

“Molti indiani vengono qui in vacanza per rilassarsi. Io ho fatto più di dodicimila chilometri per arrivare in questo posto, ma è possibile prendere un aereo che vi porta in India e ci sono molte aziende che fittano le moto in loco per girare il Ladakh.

Dopo aver visitato queste regioni sono, finalmente, arrivato in Nepal. Un luogo che ha rapito il mio cuore, dove si vive una dimensione a me affine. Qui le persone sono gentili, rilassate, un vero contrasto con le persone che ho incontrato nelle settimane precedenti. Il cibo è eccezionale, spesso ho mangiato i ravioli al vapore, buonissimi. Di fronte al mio albergo, dove sono adesso, posso ammirare una cima di settemila metri. Non avevo mai visto montagne così alte in vita mia.”

A questo punto il lungo viaggio è quasi arrivato a conclusione. Dopo qualche giorno, necessario per visitare il tanto agognato Nepal, Domenico farà imballare e spedire la propria moto via aereo. Vi racconterò, nell’ultimo articolo del viaggio, qualche curiosità su questo Paese incredibile e sul procedimento per spedire un veicolo dall’altra parte del mondo. Restate connessi e grazie per averci seguito fin qui.

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About Flavio Uccello

Giornalista pubblicista, è stato consulente assicurativo e finanziario, oggi si occupa di automotive. Oltre a trattare argomenti di natura socioeconomica, ha una smodata passione per i motori e il motorsport di cui scrive diffusamente nelle nostre rubriche. Ama leggere ed è molto curioso. Ha una gran voglia di comunicare con il mondo.