LE DOMENICHE ALL’AUDITORIUM

IL CICLO DI CONCERTI DI MUSICA DA CAMERA DELL’ORCHESTRA SINFONICA DELLA RAI INIZIA DOMENICA CON IL SALON ORCHESTRA

Prende il via il ciclo di concerti di musica da camera dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai intitolato “Le domeniche dell’Auditorium”. Il primo appuntamento di questa stagione, domenica 29 ottobre alle 10.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, vede protagonista il gruppo cameristico “Salon Orchester”, coordinato dal violinista slovacco Michal Ďuriš. Il concerto, dal sapore viennese, è intitolato “Wiener Melange” e comprende pagine celeberrime come Tritsch-Tratsch-Polka, Dove fioriscono i limoni,Tik-Tak-Polka e Pizzicato Polka di Johann Strauss figlio, o Lippen schweigen (Tace il labbro) di Franz Lehár; altre meno note come Tutto è uno slancio di polka di Karl Mosheimer, e Vienna ognora se stessa di Johann Schrammel; passando per brani come Peccato dell’amore – meglio nota come Rosamunda – di Jaromír Vejvoda, Tango della gelosia di Jacob Gade, e la Canzone della Vilja, sempre di Lehár.

Conclude la serata la sfavillante e virtuosistica Csárdás di Vittorio Monti, popolare brano rapsodico composto nel 1904 su ispirazione dell’omonima danza ungherese. Scritta originariamente per violino o mandolino e pianoforte, Csárdásè suonata oggi soprattutto dai violinisti, anche se è stata spesso arrangiata per orchestra e trascritta per fisarmonica, piano o sassofono solo.

Il concerto è preceduto da una breve presentazione curata dagli stessi esecutori.

Il concerto è registrato e sarà trasmesso in differita su Radio3.

Il concerto è proposto al prezzo unico di 10 euro in ogni ordine di posti, e a 5 euro per gli under 18 e i possessori della 18app. Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it.

Salon Orchester dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Fra i gruppi da camera nati all’interno dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai la Salon Orchester è un caso speciale, insolita e brillante come il violinista intorno a cui si è formata, Michal Ďuriš. Slovacco, entrato a far parte dell’Orchestra Rai da pochi anni, Ďuriš ha portato con sé l’entusiasmo per la musica popolare e da intrattenimento che ha imparato a suonare nelle feste o in strada, accanto agli Stehgeiger slovacchi, austriaci, ungheresi. Attraverso questa musica rivive, infatti, la memoria della Mitteleuropa, cioè di quel territorio dai confini molto flessibili che riuniva mentalità, gusti, stili e abitudini di vita di una parte ampia dell’Impero austro-ungarico. In quest’area i ceppi culturali austriaci, slavi e ungheresi si mescolavano e si trasformavano a vicenda. L’identità di ciascuna rimaneva, ma al tempo stesso veniva talmente sfumata da diventare un’atmosfera, un colore, un profumo. Porre questioni d’origine sulla cultura e la musica di quell’area è in molti casi vano: dov’è il confine tra l’accompagnamento ritmico del folklore slavo e l’incisività delle czardas ungheresi? Quanto sono distanti la polka boema e quella suonata in Austria nell’Ottocento? E i valzer, le melodie, i percorsi armonici: dove cominciano gli scambi fra una regione e l’altra, una tradizione e l’altra, e dov’è possibile tracciare il bordo che separa il campo della musica popolare da quello della musica “educata”, per non dire “colta”? Autori come gli Strauss, Franz Lehár o più tardi Emmerich Kálmán hanno nobilitato con il teatro una musica che era già arrivata nelle città provenendo dalle campagne e dai villaggi. Le loro composizioni, tuttavia, non hanno mai aspirato al rango che veniva attribuito alle opere più serie, eseguite in teatri più sfarzosi con allestimenti molto più impegnativi. Venivano chiamate operette e, come sempre è accaduto nel teatro comico, prendevano di mira la realtà di tutti i giorni con ironia, sarcasmo e brillantezza. La loro musica, però, non aveva niente di riduttivo. Lo sapevano bene i grandi musicisti che venivano a trarne ispirazione, a partire da Johannes Brahms, amico personale e ammiratore di Johann Strauss Jr., così come lo hanno capito i più grandi direttori d’orchestra del Novecento. Il Concerto di Capodanno di Vienna ha diffuso in tutto il mondo l’affermazione del valzer per grande orchestra, ma da qualche tempo ha spinto anche i musicisti a risalire più indietro nel tempo, verso l’ambiente dei locali e delle feste che era appunto la fucina di questa musica. La Salon Orchester dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, guidata da Michal Ďuriš, propone questo repertorio restituendogli quella sensibilità per il fraseggio, quel gusto per i cambi di tempo e quell’innata forma di eleganza che lo caratterizza.

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