MOSTRA FOTOGRAFICA LIGHT GAMES

È stata inaugurata l’undici ottobre e si terrà fino al 25, la mostra fotografica Light Games di Francesco Maria Olivo.

La mostra , allestita presso la Casina del Principe di Avellino, a circa 200 m da Piazza Castello, è aperta tutti i giorni dalle ore 10 alle 24.

Le fotografie esposte sono “ritratti di luce” perché ,rispettando la massima dell’artista che le ha create, “niente è reale tranne ciò che vediamo. Le trenta foto scelte dall’artista tra le sessanta realizzate rappresentano scie luminose che si incontrano e si rincorrono in fotografie psichedeliche e non e  hanno l’intento di rappresentare l’imponenza della luce.

Del resto, da sempre, la luce è simbolo della vita.

Da questa considerazione vorrei partire per chiedere, appunto, all’artista: “Come sono state composte le foto?”

R: L’aspetto più interessante, a mio giudizio, è proprio questo. Le foto non sono state ricercate, studiate. Ho fotografato alcuni oggetti più o meno usuali e , una volta stampate, ho intravisto delle forme, dei soggetti, i più vari. Naturalmente, ognuno vede ciò che crede in base alle proprie esperienze, alcuni visitatori mi hanno suggerito titoli alternativi, tutti validi. E, ci tengo a sottolinearlo, le foto non hanno subito alcun ritocco software, sono tutte autentiche.

D: Leggendo le sue note biografiche ho desunto che pur essendo ingegnere è diffidente delle tecnologie e si fida solo delle routine. Se ho capito bene, e gliene chiedo conferma, in che modo si manifesta tutto questo nella sua arte di fotografare luce?

R: Non è che mi fidi solo della routine, ma ritengo che la tecnologia abbia assunto oggi un ruolo troppo invadente. La tecnologia deve esserci di supporto, non può essere indispensabile. Non è accettabile che non si riesca a farne a meno. Così come non è accettabile che, ad esempio, in caso di un incidente, si pensi prima a filmare la scena con questi maledetti telefonini piuttosto che ad aiutare il malcapitato. Spesso facciamo un uso improprio della tecnologia senza renderci conto che essa ci priva di un po’ di comunicazione e ci toglie privacy. Cosa c’è di più naturale della luce, la luce del tramonto o le prime luci dell’alba… se solo sapessimo soffermarci ad ammirare gli spettacoli che quotidianamente ci vengono offerti, anche un filo d’erba, ad ammirarli senza desiderare di possederli o valutare quanto possiamo ricavarci.

D: Tra le tante, una foto mi ha particolarmente colpito: Lo strascico della sposa, che effettivamente sembra essere quello. Mi dice qualcosa in più?

R:  Strano, ha scelto la foto che preferisco anche io. Le foto sono divise per argomento, ad esempio la serie Viaggio psichedelico nella magia degli anni settanta,  Il pianeta terra , Fiori, clima e così via, con un’attenzione particolare ai fenomeni della natura. Ma Lo strascico della sposa mi affascina, nella sua accattivante e maliziosa ricerca di offrire un’immagine di purezza che appartiene ad altri tempi, nella sua luminosità e leggerezza.

D: La mostra, come dicevo inizialmente, è aperta tutti i giorni dalle ore 10 alle 24; a che ora i visitatori possono incontrarla?

R: Sono presente ogni giorno dalle 19,30 alle 21.

D: Vedo che oltre l’arte della fotografia si dedica alla scultura e alla scrittura.

R: Si, in effetti ho realizzato alcune sculture in legno anche se sono convinto che più di me le abbia create la natura, io le ho solo viste. Riguardo la scrittura ho pubblicato il romanzo Trenta giorni di luce” nel 2012 con Edizioni Il Papavero e una raccolta di poesie Biglietto di sola andata quest’anno sempre con la stessa casa editrice.

Inoltre, insieme alla suddetta casa editrice, abbiamo istituito un concorso letterario aperto a tutti, ma soprattutto ai non vedenti. L’iniziativa è stata presentata il 25 novembre 2012 alla Camera dei Deputati e ha avuto un bel successo considerato che alla sua prima edizione ha contato la partecipazione di 300 manoscritti.

Il risultato del  Concorso Omero è stata una Antologia in cui sono stati pubblicati i cinque racconti più meritevoli senza graduatoria.

È stato per me un vero piacere visitare la mostra e conoscere il suo autore, grazie e complimenti a Francesco Maria Olivo.

Maria Paola Battista

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