Calcio Napoli. Soddisfazione per la formazione di Ancelotti che convince anche su un terreno insolito

Ogni partita di campionato porta con sé novità, e, quasi sempre, dal sapore dolce per il palato dei sostenitori del Napoli, di settimana in settimana più raffinato ed esigente: la gara di Genova stava per incamminarsi sul sentiero tracciato diverse domeniche addietro dalla compagine doriana (il sonoro 3-0 rifilato dagli uomini di Giampaolo), con un primo tempo dai connotati non consoni al gioco spumeggiante ed efficace prodotto dai partenopei, che si chiudeva con risultato e condizioni atmosferiche preoccupanti, segni caratteristici di una serata “no”.

La pioggia incombente presagiva un’imbarcata, anche perché con gli avvicendamenti proposti da Ancelotti, la squadra diventava leggermente fragile in avanti, stante un terreno di gioco tendente al pesante ed ancora non avevamo visto il comportamento degli azzurri al cospetto di acquazzoni. Un po’ tutti non si capivano, soffrivano la velocità e l’aggressività dei genoani, e tornavano alla mente le motivazioni delle uniche due sconfitte patìte dal Napoli, l’incapacità di reagire (Sampdoria) e le pause dovute alla soggezione (Juventus), queste ultime nella partita del Ferraris attribuibili non alla stanchezza ma alla poca concentrazione di alcuni che immaginavano una passeggiata contro i grifoni. Gli scrosci di Giove pluvio hanno risvegliato dal torpore, il riposo forzato consentito dall’arbitro Abisso ha rimesso a posto il team di Ancelotti, che avrà redarguito i suoi, inserito un Ruiz, che ha ereditato da Allan la tenacia, la vis pugnandi, caricandosi la squadra sulle spalle, diventando una furia sulla fascia più impantanata del campo: alleandosi con Rui, poco efficace nei primi quarantacinque minuti, hanno costituito la catena di sinistra, costringendo il Genoa a soffrirla in tutto e per tutto, quella catena che Ghoulam, Insigne ed Hamsik gestivano con autorità al tempo di Sarri.

La formazione iniziale, che per la prima volta il tecnico ha “copiato” bissando quella schierata contro il Milan, non lo ha soddisfatto e, come allora, ha capovolto il risultato con l’ingresso dello spagnolo e di Mertens, accantonando la quota “polacca”, Zielinski e Milik, lontani dal contributo che l’allenatore pretende da loro. E, a fine partita, la nota lieta è il giovanotto che siede accanto ad Ancelotti durante le gare ed al quale sovente il mister rivolge la parola, quasi chiedesse consiglio: lo junior della famiglia, Davide, che decide insieme al padre le mosse strategiche, condividendole non per spirito di corpo, ma perché ragionate e discusse democraticamente. Costui, per non sottolineare la dimestichezza con i microfoni, nel settore interviste, dribbla con sagacia tutte le domande anche sul perché sostituisce il genitore nei commenti: “troppa acqua incassata e giusto “turn over” anche per la panchina….” Sembra proprio che il Napoli sia completo, e sognare fa parte dell’attività prevalente dei tifosi! Ed ora, finalmente, tanto, tanto riposo, per recuperare forze e dare spazio anche ai riabilitati da infortuni, Ghoulam, Verdi e Meret, che tanto in naftalina non riescono a starci.

Adriano Mongiello

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