Theresa May si dimette: il peso del mancato accordo e la prospettiva del voto europeo
LE DIMISSIONI – Theresa May scoppia in lacrime e annuncia al Paese quello che in tanti avevano già compreso da parecchio tempo: le trattative per la Brexit non hanno portato alcun risultato, anzi, rischiano di continuare a impelagare l’Inghilterra in una fase storica difficile e controversa.
Accordo mancato, dunque, perchè per arrivare ad una soluzione c’era bisogno di un compromesso che non è arrivato. Ed ha portato alle dimissioni dell’ormai ex Primo Ministro conservatore.
Never forget that compromise is not a dirty word. Life depends on compromise.
Questo il passaggio più significativo dell’intervento della May, destinato ad aprire ad una nuova stagione della Brexit. Quella in cui il prossimo leader del partito conservatore avrà il compito arduo di continuare le contrattazione e giungere ad un risultato tangibile che tenga fede al risultato del referendum del 2016.
Del resto – e ad annunciarlo è stato il portavoce dell’esecutivo Ue – non ci saranno cambiamenti nella linea della Commissione Ue circa gli accordi della Brexit, e dunque la sensazione è che il successore della Premier Britannica debba cercare una strada alternativa per portare a compimento il progetto di fuoriuscita dall’Unione Europea. La conditio sine qua non è necessariamente questa.
DIMISSIONI A DUE GIORNI DAL VOTO EUROPEO: PERCHE’ E’ IMPORTANTE ANDARE AI SEGGI – A chi giovano le dimissioni di Theresa May, in ottica elettorale? Probabilmente agli euroscettici, che potranno battere sulla difficoltà degli Stati membri nel divincolarsi dai legami con Bruxelles, nonostante le consultazioni referendarie che hanno visto propendere gli inglesi per la “Brexit”. Ma il quadro potrebbe essere letto anche in chiave opposta: la premiership May è stata evidentemente compromessa dalla ricerca perenne di un accordo che portasse il Paese fuori dall’Unione, e dunque a pagarne le conseguenze è stato tutto l’esecutivo, impelagato da una difficoltosa negoziazione e dunque paralizzato dallo scontro interno al parlamento.
Difficile comprendere, a poche ore dall’apertura dei seggi, se la notizia di oggi possa dunque influire pesantemente sull’esito delle consultazioni. Di sicuro le dimissioni di Theresa May sottolineano l’importanza di questo voto, troppo spesso “snobbato” (le percentuali di affluenza sono di gran lunga le più basse rispetto alle altre scadenze elettorali) in un immaginario collettivo che deve avere il coraggio di cambiare prospettiva. Se si vuole cambiare l’Europa bisogna partire dall’Europa.
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