TRENT’ANNI DI POLIFONIA DAL CUORE

Questa è la storia della “Corale Duomo”, il coro polifonico della cattedrale di Avellino, più di trent’anni vissuti nella musica a cantare la vita attraverso i repertori più affascinanti del panorama classico europeo e non solo…

 TRENT’ANNI DI POLIFONIA DAL CUORE (puoi scaricarlo in formato pdf cliccando sul titolo) è una bella favola, un viaggio sul binario della musica, così si potrebbe definire questa storia, da raccontare con la mano sul cuore. Una storia fatta di collaborazione  e solidarietà, di impegno e di arte, di prove dopo il lavoro e di applausi ricevuti con affetto da un pubblico che ha capito e nel tempo ha accompagnato questo gruppo nel suo cammino. Un’intesa costruita con la città di Avellino ed esportata in mezza Europa, con tanta voglia di far bene dando un piccolo contributo alla crescita culturale dei suoi cittadini e dando nel contempo una carezza all’animo di chi viene per ascoltare. Questo è il vero motivo di un incontro con la musica, che permetterà a chi vuole iniziare questo viaggio di scoprire tante altre cose.

Una storia di trent’anni per un’associazione “amatoriale” non è poca cosa, soprattutto quando a essere celebrati in ogni rappresentazione sono l’amore per la buona musica e il rispetto dei valori etici della convivenza sociale.             

La Polifonica “Corale Duomo “di Avellino, associazione nata nel 1980 dall’impegno di un gruppo di giovani, alcuni dei quali provenivano dall’edificante esperienza musicale compiuta con don Teodorico Marra, monaco benedettino di Montevergine, ha consentito in tutti questi anni a persone giovani e adulte, amanti del bel canto, di condividere l’impegno di diffondere la pratica e la conoscenza della musica corale come valore culturale e sociale.                         

Ciò è stato realizzato attingendo in modo particolare a un repertorio sacro che in Italia trovò il massimo lustro nel Settecento della Scuola Napoletana, ma anche al recupero di canti tradizionali ed in lingua napoletana più adatti a valorizzare e divulgare il patrimonio musicale dell’Irpinia e della Campania. La ricerca e lo studio dei brani scelti dal maestro Carmine Santaniello, direttore del coro e vice direttore del conservatorio musicale “Domenico Cimarosa” di Avellino, dal maestro Maurizio Severino, preparatore del coro e maestro di cappella della Cattedrale di Avellino, con il supporto e la valida collaborazione del maestro Romilda Festa, soprano dalle note virtù vocali, hanno forgiato delle solide coscienze musicali in coristi che oggi, a distanza di tanti anni, sono divenuti punto di riferimento per tutto il gruppo.

Alla diffusione della cultura musicale si accompagna il servizio presso la Cattedrale, con l’animazione dei più importanti momenti liturgici, impegni che hanno valso all’Associazione riconoscimenti di stima e rispetto da parte degli organi amministrativi cittadini e provinciali.

I membri del coro, tra cui compaiono tutte le figure sociali, dal medico, all’insegnante, alla casalinga, alla direttrice scolastica, all’infermiera, alla scrittrice, allo studente, all’artista, all’operaio, all’informatore scientifico, al direttore dell’ufficio postale, al pensionato, al generale dell’esercito, alla giornalista, al direttore amministrativo, all’elettricista, rappresentanti di una provincia lavoratrice e operosa con velleità intellettuali di prestigio, sono sempre stati obbedienti alla regola dettata dall’appartenenza all’Associazione, rispondendo agli impegni presi, con passione ma anche con determinazione, dando in ogni occasione il meglio di sé.          

L’occasione della celebrazione del trentennale della nascita della Corale Duomo di Avellino offre lo spunto per presentare questa realtà che ormai è entrata a far parte a tutti gli effetti del tessuto sociale e storico della città e della provincia. Si tratta di un atto dovuto a quanti credono e si impegnano per rendere più piacevole la convivenza in tempi in cui il profitto e l’interesse troppo volte la fanno da padroni. Un atto dovuto a chi vede nell’uomo una risorsa inesauribile di buoni insegnamenti, nonostante tutto ciò che ci viene continuamente proposto, sotto forma di notizie e di scandali. Un atto dovuto a chi crede che la musica faccia parte di noi, fin nell’intimo, contribuisca alla nostra crescita, anche se non siamo professionisti. Un omaggio a chi, in tanti anni, si è speso, nel suo piccolo, per rendere la sua città migliore, anche con la musica. Infine un doveroso tributo a chi si è dato sempre con passione, professionalità e impegno a istruire, accompagnare e dirigere un gruppo di persone in un viaggio che è diventato una bella avventura.

Lo spirito con cui nel 1980 fu dato inizio a quest’avventura da un gruppo di ragazzi e dal loro parroco, il compianto Mario Picariello, è ancora vivo sia in coloro tra quegli ex- ragazzi che ancora ne fanno parte, sia negli altri coristi che in tutti questi anni sono saliti su questo treno in viaggio nella musica.  L’esempio e la testimonianza di un servizio che doveva contagiare tutte le parrocchie della diocesi di Avellino ispirarono il vescovo Pasquale Venezia a farne un’Associazione alla cui presidenza fu posto, per statuto, il parroco del Duomo. Così, sotto la guida dell’allora giovanissimo Carmine Santaniello e con l’accompagnamento all’organo di Maurizio Severino, con la collaborazione del direttore del Coro del Conservatorio  M° Amedeo Tosa,  partì questo treno infilando diritto il binario della polifonia. Da allora tante cose si sono fatte, tanti brani si sono cantati, tante persone sono salite alle varie stazioni e vi sono scese o hanno abbandonato  il treno della vita, rimettendo nelle mani del Creatore la loro permanenza terrena. Ma la musica è rimasta viva e,  con quei coristi dilettanti, tra i quali c’era qualche addetto ai lavori, sotto il tenace controllo e impegno del Maestro, la Corale si è affacciata sui palcoscenici europei, incontrando il pubblico di Parigi e di Praga, di Barcellona e di Berlino, di Vienna e di Salisburgo, raccogliendo le cartoline di un viaggio bellissimo, emozionante e ricco di esperienze personali e umane, ma soprattutto musicali. Così, anche nella propria terra, l’Irpinia,il fuoco dell’entusiasmo portato dai successi delle tourné estere ha infiammato il pubblico colpito spesso dalla qualità dell’esecuzione, inattesa in un coro composto da persone che nella vita fanno altri lavori che quello del musicista. La passione è sempre stata trasmessa, nelle voci, nella postura, nella convinzione, ma soprattutto nell’armonia che i coristi sanno dimostrare durante le esecuzioni, al di là delle reciproche simpatie, affinità o divergenze caratteriali, che costituiscono la vita normale di qualsiasi gruppo eterogeneo e libero, come questo è. Mentre la figura del Maestro del coro, direttore nei concerti e nelle animazioni liturgiche, ha avuto sempre una grande importanza all’interno del gruppo, sia perché l’autorità di chi guida deve essere sempre riconosciuta da tutti, affinché tutto funzioni alla perfezione, sia perché la figura carismatica del M° Santaniello ispira naturalmente tale ruolo. L’amore che lui stesso ha dimostrato sempre nei confronti dell’Associazione e della funzione specifica del Coro, al di là dei rapporti con i singoli coristi, e l’atteggiamento paterno assunto quando c’era da risolvere controversie interne, ne hanno fatto un simbolo difficilmente scindibile dall’idea stessa della Corale. Ma, nello stesso tempo, la funzione esercitata dal preparatore del Coro, il M° Maurizio Severino, sia nell’indirizzare liturgicamente le scelte dei brani, sempre apprezzate dalla Curia di Avellino,  sia nel formare con infinita pazienza i coristi all’uso della voce e alla modulazione delle armonie partendo da un materiale talvolta abbastanza grezzo, ha avuto una rilevanza fondamentale nella crescita di una realtà musicale che oggi viene additata ad esempio.  La presenza del M° Festa, nel suo ruolo di soprano solista e preparatrice delle sezioni femminili, ha costituito quel valore aggiunto che è stato sempre apprezzato e applaudito per la bellezza della voce e l’emozione che è capace di suscitare in chi l’ascolta.

E, nonostante durante le due prove settimanali cui vengono sottoposti i coristi i maestri fatichino “a tenere la classe” spesso indisciplinata, all’entrata in scena tutto sembra magicamente rientrare in un ordine impensato fino al giorno prima, in cui ognuno sa perfettamente riconoscere il proprio ruolo e la propria funzione canora e scenica sul palco in cui si è chiamati a portare il nome della Cattedrale cittadina. Anche quando il contesto è laico, si intende.

Il repertorio su cui i coristi, avvicendatisi negli anni, hanno lavorato ha interessato la musica polifonica che ricopre un periodo esteso dal 1200 a oggi, dalle Villanelle napoletane, alla musica contemporanea di Mario Cesa,fino agli esperimenti sonori di Alvin Curran, il tutto debitamente filtrato attraverso la migliore tradizione del Settecento Napoletano di Francesco Durante, Cimarosa e Iommelli. Mentre con Vivaldi, Mozart, Beethoven e Bach il panorama interpretativo del coro si è spostato sulla grande musica classica. Negli ultimi anni la collaborazione con il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, diretto dal M° Carmelo Columbro e, attraverso questo, con il Teatro Comunale “Carlo Gesualdo” hanno   arricchito il Coro di un’esperienza particolare per il suo valore musicale, per l’impatto emotivo e spettacolare dell’esecuzione insieme all’orchestra e per la possibilità offerta ai coristi di esibirsi nella loro città al fianco delle istituzioni più prestigiose, con musicisti di indiscusso valore artistico. La responsabilità di cui il Maestro Santaniello ha investito  in queste occasioni il Coro ha sorpreso chi ne ha sempre preso parte con serietà, ma senza pretese di  trarne grandi soddisfazioni e ha ulteriormente motivato chi aspirava al piacere di confrontarsi ad un livello superiore. L’umiltà che nasce dalla consapevolezza di non avere i titoli professionali richiesti per affrontare tali sfide e il piacere di cantare, che ha sempre contraddistinto il gruppo, hanno permesso di raggiungere buoni livelli di preparazione e di raccogliere gli applausi meritati. 

Ma le sfide sono sempre dietro l’angolo e quel treno che è partito dai binari del Duomo trent’anni fa, continua a raccogliere passeggeri nuovi e a riprendere passeggeri scesi tanto tempo fa, per percorrere insieme quel meraviglioso viaggio nella polifonia, con un po’ più di sicurezza nel cuore.

Il viaggio in cui vi condurrò attraverserà gli anni e a ogni stazione conosceremo un personaggio che ha contribuito alla crescita del Coro o ne è stato testimone, osservandolo, sollecitandolo, invitandolo o prendendone parte attivamente per vivere dall’interno quest’esperienza. Affacciamoci quindi dal finestrino del nostro treno immaginario, che procede lento, per assaporare il viaggio. Vedremo le immagini di quel gruppo che cresceva e diminuiva, che invecchiava o ringiovaniva negli anni. La storia di un gruppo così ripercorrerà la storia di un’intera comunità.

Ad accompagnarci ci sono i vari riconoscimenti ricevuti dall’Associazione in occasione del trentennale, tra i quali spicca il dono di una medaglia che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha voluto destinare, quale suo premio di rappresentanza, alle manifestazioni celebrative indette in occasione del trentesimo anniversario di fondazione dell’Associazione, cui si aggiungono il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Dipartimento di Attuazione del Programma di Governo, oltre a quello della nostra amata Diocesi, concesso da S.E. Mons. Francesco Marino.                                                            Eleonora Davide

 

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