5 MOTIVI PER CUI GUARDARE “GIU’ LA TESTA” E’ MEGLIO CHE INTERROGARSI SUL FUTURO DEL GOVERNO

Il governo si farà. Ci vorrà del tempo – presumibilmente più di quanto immaginiamo – ma si farà. Le ipotesi avanzate da stampa e addetti ai lavori lasciano però ampio spazio alle più variegate ipotesi. Cinque stelle e Pd. Cinque stelle e Lega. Forza Italia, Pd e altri. Probabilmente le consultazioni dureranno molto, e continuare ad interrogarsi sulle componenti del nuovo esecutivo potrebbe risultare estenuante.

Così, stanchi delle tantissime tribune politiche trasmesse in queste ore, ci siamo dati allo zapping, ed abbiamo riscoperto un capolavoro di Sergio Leone che per troppo tempo ha vissuto all’ombra della ben più nota “Trilogia del dollaro”. Si chiama “Giù la testa“, ed ha un fortissimo contenuto storico-politico che ci ha spinti a compiere questa riflessione: ecco 5 buoni motivi secondo cui dedicare un pomeriggio a “Giù la testa” sia meglio che interrogarsi sul futuro del governo.

1 – IL CAST – A differenza degli altri film del Maestro Leone, “Giù la testa” propone un cast poco altisonante. Si dice che questa particolarità fosse voluta dal regista stesso, il quale preferì affidarsi ad attori meno “stellari” per non spostare eccessivamente l’attenzione su un personaggio in particolare.

2 – LA MORALE –La rivoluzione è una cosa seria“. E’ la frase che apre la pellicola e trasmette sin da subito il messaggio che si ripercorrerà nell’arco di tutto il film. In un periodo storico segnato dalle perturbazioni della rivoluzione messicana, il coprotagonista Juan Miranda matura una severa riflessione: le rivoluzioni cominciano con un entusiasmo travolgente, ma dopo una lunga serie di vicissitudini finiscono spesso per sgonfiarsi in una bolla di sapone e ristabilire l’ordine iniziale che la rivoluzione stessa aveva tentato di sovvertire.

3 – IL RISCATTO – Il Messico di Madero viveva in maniera particolarmente dura una netta contrapposizione tra la classe dirigente e quella popolare dei “Peones“. Il leit-motiv del film è il riscatto che il Peone messicano MIranda riesce ad ottenere capitanando una rivolta nella città di Mesa Verde liberando centinaia di prigionieri politici rinchiusi nei sotterranei di una ex banca. Un riscatto che, seppur nobile e romantico, il bandito non aveva nemmeno cercato, finendo col ritrovarsi leader di una battaglia che nemmeno voleva combattere.

4 – IL PENTIMENTO – Il dottor Villega, altro personaggio di cruciale importanza nella storia, si trova costretto a tradire i suoi compagni rivoluzionari dopo aver subito angherie e torture. Il vero colpo di scena si verifica quando lo stesso Villega, pentitosi per non aver tenuto fede ai suoi ideali politici, sceglierà di non mettersi in salvo durante uno scontro ferroviario programmato dai rivoluzionari stessi.

5 – IL VALORE DELLA FAMIGLIA – In quella che probabilmente è la scena più significativa del capolavoro del Maestro Leone, Juan MIranda si stende inavvertitamente su di una cartina geografica del Messico. Quando l’altro coprotagonista, Mallory, gli fa notare di essersi “sdraiato sul suo paese”, Miranda ribatte spiegando che il suo Paese fossero solo lui e i suoi figli.

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About Angelo Damiano

Angelo Damiano, giornalista classe 1992. Avellinese e Napoletano di origine, meridionale per vocazione. Da anni collabora con varie testate (soprattutto online), spaziando dallo sport alla politica passando per la cronaca. Si è appassionato alla politica negli anni del liceo e continua a seguirla con occhio quasi sempre imparziale. Pregi: amante di football manager. Difetti: ossessivamente amante di football manager. Per contatti angelodamiano92@gmail.com

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