8 marzo. La tenuta dei melograni di Vincenza D’Esculapio al Castello di Montemiletto

Prosegue la rassegna letteraria organizzata da Daniela Merola ed Elio Sabia al Castello di Montemiletto, che ha visto diversi autori irpini avvicendarsi negli interessanti appuntamenti mensili. A marzo è la volta della scrittrice e promotrice culturale Vincenza D’Esculapio
L‘ 8 Marzo alle 17,30, a Montemiletto, presso il Castello della Leonessa con il patrocinio del Comune si svolgerà il consueto incontro mensile della Rassegna letteraria “AL CASTELLO ” ideata e curata dalla giornalista e scrittrice Daniela Merola, che modererà la presentazione, con lo scrittore Elio Sabia che farà un’incursione letteraria. Sarà Gabriella Tiné a proporre alcune letture dal romanzo.
La tenuta dei melograni, il romanzo di Vincenza D’Esculapio, una saga familiare che esalta la forza delle donne. Quale migliore ” giornata” se non l’8 marzo per discuterne insieme ai curatori della rassegna e a Sabrina Sarro, Presidente dell’ Associazione ” Il Forum delle donne”?
Il Libro
Il romanzo, articolato in due atti, in un gioco del tempo che diventa circolare si apre e si chiude in una Napoli imbiancata dalla nevicata del 1956, tra le antiche mura della Real Casa dell’Annunziata dove vive la protagonista, ormai agli sgoccioli della sua lunga esistenza.
Brigida Chiaramonte, contessa per nascita nel 1860 e poi duchessa D’Acquaviva per matrimonio, in un’alternanza di ricordi e allucinazioni rivede il passato della sua nobile famiglia di origine siciliana e rivive la sua tormentata storia fino all’ultimo respiro.
Il suo è un viaggio a ritroso nel tempo che prende l’avvio nel 1837, anno nefasto in cui ebbero inizio le cicliche ondate di colera che flagellarono in particolare la Sicilia lungo tutto dell’Ottocento, nel mentre la grande Storia seguiva il suo corso dando luogo alla rivoluzione del 1848.
Sullo sfondo storico della mitica Trinacria, terra di eterna primavera, gli eventi che si susseguono nella vita della famiglia di Ruggero e Ginevra Chiaramonte, narrati nel primo atto, si snodano nella città di Palermo.
Brigida, attingendo ai diari di sua madre, ci narrerà del fermento rivoluzionario, delle aspirazioni alla libertà, degli esiti immediati e delle delusioni che ne seguiranno. Ginevra, donna dal carattere forte e dalla personalità aperta vivrà appieno gli eventi del 1848, anno cruciale in cui fonderà il movimento della Legione delle Pie sorelle, insieme a nobildonne realmente esistite – tra cui la principessa di Butera, poetesse come Giuseppina Turrisi, intellettuali e giornaliste come Rosina Muzio Salvo- in esso convergeranno anche donne di altri ceti per dare voce tutte insieme alle rivendicazioni politiche, sociali e culturali, diventando protagoniste dell’epoca e inconsapevolmente antesignane di futuri movimenti.
Nel secondo atto, altri luoghi: Modica, Catania e infine Napoli. A narrare gli intricati eventi di cui sarà protagonista diretta è ancora Brigida, ormai adulta, che a partire dal 1890 in un andirivieni nel tempo e nello spazio ci svelerà quale triste gioco del destino aveva travolto la sua famiglia e costretta lei, in giovane età a lasciare la sua Palermo, per trasferirsi sulla costa orientale dell’isola. A Catania vivrà un periodo sereno e realizzerà le sue aspirazioni di donna libera e indipendente. Conoscerà l’amore rassicurante di Amedeo e poi quello travolgente e tormentato per Manfredi, figlio del duca Rinaldo d’Acquaviva, potente massone e signore della Tenuta dei melograni nei pressi di Modica, dove è stata accolta fin dal suo arrivo. Il duca, come moltissimi nobili, intellettuali e finanche medici di gran levatura dell’epoca, è convinto esoterista. Inoltre, ossessionato dalle teorie sui caratteri ereditari della specie che nel tardo Ottocento prendevano le mosse, si frapporrà tra i due innamorati e dopo il matrimonio la sua ostilità verso Brigida crescerà a dismisura.
Costretta da una scelta dirompente a lasciare l’isola per sempre, Brigida si ritroverà a Napoli, più sola che mai a superare un dolore immenso.
Solo la forza ereditata da sua madre Ginevra le consentirà di ricostruire lentamente la propria vita, in un modo per lei assolutamente impensabile.
Il filo rosso, il denominatore comune che caratterizza il susseguirsi degli eventi felici, drammatici, storici o immaginari di questa saga familiare, in cui si intrecciano microstorie di importanti personaggi femminili e maschili, è AVO’, AVO’ un’antica nenia siciliana, la cui eco accompagna lo scorrere del tempo.
- Francesco è morto, la Terra è più povera - 21 Aprile 2025
- Giorno del Ricordo o della Conoscenza? Intervista a Rocco Roccia, profugo di Montona d’Istria - 11 Marzo 2025
- 8 marzo. La tenuta dei melograni di Vincenza D’Esculapio al Castello di Montemiletto - 7 Marzo 2025
- Buona festa del gatto… - 17 Febbraio 2025
- L’era dei rapporti tossici. Una società al veleno nel romanzo di Daniela Merola “I giorni del Cobra” - 2 Febbraio 2025
- Cosa sta rompendo il patto di fiducia tra popolazione e forze dell’ordine? - 1 Febbraio 2025
- “1954. Trieste è italiana. La Zona B è perduta”. Successo per la mostra all’IRCI di Trieste. Prorogata la chiusura - 28 Gennaio 2025
- Un evento-concerto celebra il Venerabile don Antonio Vincenzo Gallo a Monteforte Irpino (AV) - 10 Dicembre 2024
- Vite sospese di Elio Sabia. La recensione di WWWITALIA - 19 Novembre 2024
- Da Napoli a Dakar. Dove la musica costruisce ponti - 19 Novembre 2024