Comunicazione pubblica e contrasto all’odio. Università di Urbino in prima linea

Si è da poco insediato per volontà di Fabiana Dadone, Ministro per la Pubblica Amministrazione, il Tavolo degli stakeholder che, nell’ambito del 4° piano di  azione nazionale sull’ Open Government, ha il compito di fornire gli spunti decisivi per una riforma complessiva  della legge 150/2000 sulla comunicazione pubblica e tratteggiare metodi e obiettivi di una social media policy nazionale 

Il Tavolo è composto da Formez PA, Dipartimento Informazione ed Editoria, Ordine dei giornalisti, Fnsi, Ferpi, le università, PaSocial, Agcom, Gus, Aicpi, Conferenza delle Regioni.

Per le Università, nel Gruppo di lavoro è presente Gea Ducci, docente di Comunicazione Pubblica all’Università di Urbino Carlo Bo.

Il ministro Fabiana Dadone si propone di arrivare ad una nuova social media policy nazionale e di “riconoscere e valorizzare le figure, vecchie e nuove, cui va demandato il compito fondamentale di coltivare la trasparenza delle Pa, mettendosi al passo con le nuove tecnologie, e di porre al centro i diritti e la partecipazione di un utente che si trasforma compiutamente in cittadino”.

Per il fenomeno degli haters, gli odiatori che utilizzano i social network, il Ministero ha istituito una task force. Ne fa parte il docente Uniurb Giovanni Boccia Artieri 

È stato firmato a Palazzo Chigi un decreto ministeriale che istituisce un gruppo di lavoro dedicato all’odio in rete e alle modalità per contrastarlo. Si tratta di sociologi, giornalisti, professori universitari e avvocati coordinati dal Ministero dell’Innovazione, tra i quali il professor Giovanni Boccia Artieri, docente di Sociologia della Comunicazione ed esperto di new media dell’Università di Urbino Carlo Bo. Tre mesi la durata prevista dei lavori

Lo scopo della task force sarà di individuare le caratteristiche del fenomeno, “mappare i possibili strumenti tecnologici di contrasto, identificare le modalità con le quali i gestori delle piattaforme possono contribuire a limitarne l’impatto sulla società nel rispetto dei principi costituzionali”, ha spiegato il governo dopo la sigla del provvedimento intestato all’Innovazione, di concerto con la Giustizia e l’Editoria. In tre mesi il gruppo di lavoro stilerà “una relazione conclusiva contenente i risultati dell’analisi e una o più proposte concrete per contrastare l’odio online”.
Per la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, è “un passo in avanti importante che testimonia l’intenzione del governo di conoscere e studiare un fenomeno complesso prima di valutare l’opportunità di qualsiasi intervento regolamentare”. Un passo da compiere visto che, sottolinea, “assistiamo quotidianamente a episodi di violenza verbale online che ledono i più elementari diritti delle persone minacciando le potenzialità del web”.
È venuto il momento di agire per il titolare della Giustizia, Alfonso Bonafede, che dal nuovo organismo si aspetta anche “proposte per contrastare in maniera efficace un fenomeno che sta trovando purtroppo sempre più spazio sui social e la rete, spesso con conseguenze negative anche nella vita reale”.
Soddisfazione viene anche espressa dal sottosegretario Andrea Martella, che tiene a precisare: “Non si tratta affatto di demonizzare la rete e l’uso dei social ma semmai si vuole innalzare il livello degli anticorpi sociali e culturali contro il linguaggio d’odio e la tendenza alla sua esibizione e amplificazione nell’ecosistema digitale”.
Il gruppo di lavoro avrà una durata di tre mesi e sarà coordinato dall’avvocato Guido Scorza. Con lui a titolo gratuito sedici esperti esterni: oltre a Giovanni Boccia Artieri, Stefano Epifani, Luca De Biase, Sonia Montegiove, Martina Pennisi, Anna Masera, Ilaria Sotis, Massimo Mantellini, Carlo Blengino, Juan Carlos De Martin, Giovanni Ziccardi, Giovanna Cosenza, Sara Bentivegna, Walter Quattrociocchi, Paolo Iabichino e Rosy Russo.

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