Il Cammino di Guglielmo. Firmato il protocollo sulle tracce del santo

Firmato il protocollo di intesa per Il Cammino di Guglielmo, sulle orme del giovane pellegrino e santo fondatore delle abbazie di Montevergine e del SS. Salvatore del Goleto, santo patrono dell’Irpinia. A partecipare i comuni di Chiusano San Domenico, Ospedaletto d’Alpinolo Mercogliano Sant’Angelo de’ Lombardi, insieme alle associazioni Club Alpino Italiano, Touring Club, Info Irpinia, Irpinia 7x, Proloco di Ospedaletto e di Mercogliano.

L’iniziativa celebra l’anno giubilare dell’Abbazia di Montevergine, a novecento anni dalla fondazione. Nove tappe per 250 chilometri che porteranno i visitatori lungo il Cammino. Questo si sviluppa dall’Abbazia di Montevergine, a Mercogliano, a quella del SS. Salvatore del Goleto, a Sant’Angelo de’ Lombardi, passando attraverso il comune di Chiusano San Domenico, con l’eremo di San Guglielmo, l’altopiano del Laceno, dove si trova la Grotta dell’Apparizione e fermandosi al Pozzo di San Guglielmo sui monti Picentini. Poi il cammino si dirige in Basilicata, alla Badia di Santa Maria di Pierno, nel comune di San Fele (PZ). Passando per il comune di Rionero, con il complesso di San Michele, presso il lago di Monticchio, si dirige a Melfi, dove sorgono la Cripta rupestre, di Santa Margherita, in cui si trova un affresco di San Guglielmo del tredicesimo secolo, e il monastero di San Bartolomeo. Infine punta verso la Puglia, attraverso Lavello, all’incrocio tra via Appia e via Traiana, seguendo la via del fiume Ofanto fino in Puglia, dove, a Barletta si trova la Basilica del Santo Sepolcro e c’era l’imbarco per la Terra Santa.

Per i diversi enti hanno sottoscritto il protocollo: l’Abate don Riccardo Luca Guariglia, il rettore don Salvatore Sciannamea, i sindaci Carmine De Angelis, Vittorio D’Alessio, la delegata Rosa Anna Repole; Alfonso De Cesare, Dario Bavaro, Francesco Celli, Stefania Porraro e Fabio Clemente.

Le associazioni già da dodici anni propongono il Cammino di Guglielmo che parte la mattina del 1 giugno da un luogo caro al santo e arriva nel pomeriggio al Goleto.

La figura del Santo, protettore dell’Irpinia, ricopre una importanza particolare per le regioni che attraversò fondando abbazie e cenobi, che sono sopravvissuti nei secoli traghettando, attraverso le diverse epoche storiche, una spiritualità antica.

Abbiamo posto qualche domanda al rettore del Santuario diocesano del Goleto, che sovrintende al luogo che ospitò il monastero fondato da San Guglielmo, don Salvatore Sciannamea, studioso e scrittore, per saperne di più.

Don Salvatore, considerando che il Cammino si presta a diverse chiavi di lettura, da lei vorrei sapere qual è il significato profondo dell’aspetto spirituale di questa iniziativa.

Il significato spirituale è che per il mondo il cammino spesso scivola nel vagabondaggio, mentre senz’altro come pellegrinaggio il Cammino ha una meta e il percorso genera il rinnovamento interiore, la vera conversione.

Come può questo Cammino essere accomunato o distinto da quello di Santiago di Compostela, fatte salve le distanze, ovviamente?

Quello di Santiago è di tradizione apostolica, si sviluppa su oltre 1000 km, mentre quello di San Guglielmo è l’inizio di un cammino grande, che guarda ai grandi pellegrinaggi, cercando di attingere ai modelli più belli.

Quali iniziative crede saranno adottate nelle diverse tappe, a cominciare dal Goleto?

C’è il desiderio di creare spazi di accoglienza, di coinvolgimento culturale, facendo lavoro di rete. Siamo all’inizio, ma ci sono tante speranze e germogli di speranza. Il prossimo pellegrinaggio si terrà il 24 giugno e partirà da Ospedaletto a Montevergine, lungo il noto Sentiero dei pellegrini. Alle 18,00 ci sarà un convegno a Montevergine, in cui si presenterà il progetto del Cammino nella sua interezza alla presenza dei sindaci e delle associazioni che hanno aderito al progetto. Ma questo è solo l’inizio.

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.