Il vento tra le foglie. Recensione di Maria Teresa De Donato
Avendo avuto l’opportunità di leggere e recensire i suoi due romanzi L’odore dei giorni (E. Fioritti, 2016, Teke Editore) e Vite convergenti (E. Fioritti, 2021, Bertoni Editore), mi ero già resa conto della notevole sensibilità ed empatia di Elisabetta Fioritti, del suo atteggiamento positivo nei confronti della Vita, della sua grande capacità di amare.
Ne Il vento tra le foglie, Elisabetta raggiunge, tuttavia, nuove altezze e profondità. Se, infatti, lo stile narrativo dei romanzi era vincolato a regole grammaticali e sintattiche tali barriere vengono superate nell’edizione poetica i cui versi, liberi da ogni vincolo strutturale e di espressione, permettono all’Autrice sia il volo pindarico sia la totale immersione negli abissi della propria anima.
Con questa raccolta Elisabetta esce, quindi, allo scoperto: si mostra a nudo al suo interlocutore rivelando candidamente, a cuore aperto ed in maniera completamente disinibita, la propria vulnerabilità di donna, di moglie, di madre, di figlia, e soprattutto di Essere Umano, le proprie incertezze, i propri timori, le domande a cui non riesce a dare una risposta, la sua angoscia esistenziale e al tempo stesso i suoi valori, la sua gioia di vivere e la sua speranza in un Mondo migliore.
Alcune domande le assillano la mente. Sono domande che, probabilmente, a causa del suo animo sensibile e della sua profondità di pensiero, si è sempre posta. Tuttavia, ora, con l’avanzare del tempo ed il conseguente aumento della maturità e della consapevolezza, queste domande acquistano nuovi significati rendendola ansiosa di trovare delle risposte adeguate. Il tempo della spensieratezza, dell’allegria, e della ‘insostenibile leggerezza dell’essere’ è svanito e ha lasciato il posto a quella che spesso appare come la cruda realtà dei nostri giorni mentre continua a meditare sul senso della Vita:
Cosa resta poi
…
dopo il frastuono,
dopo le parole,
quelle giuste e quelle sbagliate.
…
Cosa resta di notte
[quando] …
… le incertezze
hanno spento ogni luce.
Se non tenerci per mano. (Fioritti, 2023, p. 11)
Cosa siamo noi
dopo tutto questo tempo
…
Resistiamo
Alla storia che corre
E ci travolge. (p. 16)
…
ma questo nostro sentirsi
dove andrà
quando tutto sarà concluso
quando l’abisso coprirà
la terra
e svaniranno
il sole la neve il mare il vento
le stelle? (p. 23)
L’amore, gli affetti e la fede vengono in aiuto e la sostengono nei momenti di incertezza, di paura, quando il Vuoto sembra attanagliarla. La Fede, pur essendo un valido e, spesso, insostituibile strumento di supporto durante le tempeste e le avversità che la Vita presenta, non riesce a prevenire i momenti di smarrimento e di abbattimento per il Tempo che avanza inesorabilmente e non fornisce neanche risposte adeguate al perché delle circostanze drammatiche cui l’Umanità tutta assiste impotente ed affranta:
…
Mai più tuoni di bombe
a sconvolgere sonni
innocenti.
…
Oggi ogni uomo è
affrancato
da una pagina nera di storia.
…
Ogni casa ricostruisce
l’utopia della pace.
…
per dimenticare
la follia perversa del male. (p. 21)
Come parlare d’amore
se dinanzi agli occhi
ho l’orrore di morti innocenti
bambini affamati
angeli imprigionati
donne umiliate e offese
vecchi dimenticati (p. 21)
…
La speranza e la fede in un Mondo migliore restano comunque vivi fungendo, in qualche modo, da salvagente in un mare aperto e burrascoso:
Perdermi
In questo cielo sconfinato
al di là del tempo
…
Verso un mondo che
attraverso il buio
rinasce vivo.
Ed io con lui. (p. 22)
…
via dai vuoti dai silenzi
di una primavera che rinasce.
Dentro amori nuovi
e bimbi appena nati.
…
Mare che scorri…
…
E sulla scia d’oro
…
dipingi la tumultuosa danza
dell’anima smarrita. (p. 25)
L’altalenarsi delle stagioni e dei rispettivi paesaggi e colori è accompagnato dai ricordi e conseguenti stati d’animo ad essi associati. Il mare, ma anche la terra, soprattutto quella di Puglia, con il suo cielo azzurro e il caldo sole d’estate rallegrano il cuore dell’Autrice grazie alle memorie della sua spensierata infanzia e adoloscenza e dell’amore della sua famiglia di origine.
Mentre la mente vaga attraverso i ricordi di coloro che non ci sono più fisicamente, ma che non ci abbandoneranno mai, la ‘mano’ e il cuore si tengono stretti alla famiglia che l’Autrice si è creata e per cui vale la pena vivere e gioire, a prescindere dai capelli grigi e dalle distanze che separano genitori e figli.
Malgrado il giorno offra i suoi doni è, tuttavia, la notte che le infonde pace e tranquillità permettendo ai suoi pensieri, timori ed ansie di placarsi:
Amo della notte
La quiete
La sinfonia dei respiri
L’umanità dormiente
la sospensione del tempo.
…
E lì, nell’infinito tempo,
una pace rara
scende dentro al cuore. (p. 17)
Il vento tra le foglie è, dunque, una bellissima raccolta poetica ricca di sentimento, di profondità di pensiero e di condivisione di stati d’animo la cui lettura consiglio a tutti.
In essa, Elisabetta Fioritti manifesta tutta la sua sensibilità e capacità di espressione dando voce a quell’Urlo di Dolore e a quel Grido di Pace che si sta elevando come un coro unico da tutta l’Umanità:
Mi duole il tuo dolore
…
Soffro delle tue ferite
…
sono una creatura fragile
e avverto il dolore del mondo.
Ma anche l’amore,
io sento l’amore,
entro
in punta dei piedi
nel cuore dell’universo. (p. 59)
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