Intervista alla scrittrice Maria Antonella D’Agostino

Il nostro appuntamento mensile con la rubrica L’autore del mese, dedicata agli autori segnalati dal gruppo Facebook La Casa del Menestrello, oggi è dedicato alla scrittrice Maria Antonella D’Agostino, cui porrò alcune domande. Il gruppo Facebook accoglie scrittori e lettori per la divulgazione di opere e la condivisione di opinioni e recensioni, oltre ad organizzare eventi, premi e video-presentazioni ed video-incontri, grazie all’attivismo dell’instancabile Domenico Faniello. Chi volesse leggere le precedenti interviste le trova QUI.

Il suo curriculum artistico è davvero lodevole, vi si legge che, oltre a essere appassionata di pittura, poesia, libri d’arte e presepi, forme d’arte che lei pratica con successo, stando alla critica e ai premi che le sono stati conferiti, ha la responsabilità, da presidente, dell’Associazione Matera Poesia 1995. Oltre a coltivare le sue creazioni, è impegnata nella promozione della cultura e dell’arte, come dimostra anche il Premio “Una cartolina da Matera”, la sua città, che lei ha ideato. La mia domanda è: da cosa nasce questa passione e come viene alimentata?

Non so se esiste una risposta al perché delle proprie passioni. Io so che da sempre sono stata attirata dalla possibilità di comunicare in modo personale la mia interiorità attraverso la creazione di tele, oggetti artistici e successivamente attraverso la scrittura. Ma la comunicazione, l’espressività non può avvenire solo in un verso. Si completa con il confronto con l’altro, con l’ammirazione della bellezza delle creazioni di chi condivide le medesime passioni. Insomma, l’arte, la scrittura, tutte le forme creative prevedono un dare ma anche un ricevere, in un ciclo di arricchimento interiore, di crescita e di piacere che ne deriva. Per questi stessi motivi le passioni legate alla creatività, come la promozione della cultura e dell’arte vanno incentivate, i talenti messi in luce, spinti a venir fuori e a mettersi in gioco.

La seconda domanda che le pongo è d’obbligo. Quale delle arti che lei pratica occupa la maggior parte del suo tempo e del suo cuore? E perché?

Il primo amore non si scorda mai, si dice. Creativamente parlando il mio primo amore è stata la pittura che tuttavia col passare del tempo ho messo un po’ in disparte per svariate ragioni: il poco tempo a disposizione tra lavoro, famiglia, impegni associativi e i nuovi traguardi della scrittura. Non l’ho mai accantonata del tutto e spero presto di riprendere con maggior frequenza a dipingere. Intanto, quella della scrittura è la sfida che al momento mi sta impegnando con maggior frequenza. E se il piacere di scrivere poesie è consolidato da ormai oltre un ventennio di prove, pubblicazioni, nuove frontiere, la narrativa è la novità che da pochi anni stimola la mia vena creativa e sento che adesso è in questo campo che ho necessità di concentrare le mie energie.   

E, appunto, arriviamo al suo romanzo H2O, questa storia d’amore ambientata nel paesino dove la protagonista torna dopo averlo lasciato. Perché questo titolo? Quanto è importante l’acqua per lei?

L’acqua, quella del mare in particolare, è stata ed è sempre presente nelle mie creazioni, a cominciare da quelle pittoriche, ma moltissimo anche in quelle poetiche. È l’elemento della natura che maggiormente mi affascina nel colore, nella forma, in ogni suo aspetto. Immergermi nel mare mi riconcilia col mondo, mi fa sentire parte dell’universo. Ma anche solo la sua vista ha la capacità di placare il mio animo e di donarmi gioia infinita. Starei per ore davanti al mare e nel mare, a pensare, talvolta a sfogare le mie ansie e le conflittualità della mia vita quasi come con un confidente segreto che non tradirà mai. E così anche nel mio romanzo H2O il mare la fa da padrone. In qualche modo ho trasposto nel protagonista maschile tutto il mio amore per il mare. Infatti, davanti all’immensità della distesa azzurra Alberto si sente libero, estasiato e proprio grazie ad una strana esperienza vissuta indirettamente attraverso il mare (che può essere vista come un sogno ma anche come un’esperienza ai confini con la morte) riesce a prendere decisioni di fondamentale importanza per la sua vita.   

Ora, passando alla poesia, lei ha pubblicato la silloge Parallele anche in inglese e rumeno. Ho avuto sempre una grande curiosità a riguardo. Mi dica: il linguaggio poetico può essere tradotto senza perdere il suo senso e il messaggio che porta?

Credo che la traduzione in particolare di testi poetici in altre lingue non sia assolutamente una cosa semplice. Chi traduce, oltre a padronanza della lingua che permetta di apportare modifiche – direi meglio adattamenti – anche talvolta alla forma del verso, deve riuscire a comprendere quanto più possibile il significato di ciò che il poeta vuol esprimere, per evitare di stravolgerne il senso. Quindi, a meno che non parliamo di traduzioni di testi di poeti non più viventi, è auspicabile che il traduttore si rapporti, ove possibile, con l’autore. Nel mio caso, la traduzione inglese è frutto di una lunga rielaborazione che ho realizzato personalmente, sperimentando in vari modi il risultato, in ultimo sottoponendo il testo a rilettura di terzi. La traduzione in rumeno è stata eseguita da una poetessa rumena – Daniela Lupi – che vive in Italia da oltre 15 anni e scrive ormai i suoi testi poetici in italiano, con la quale ho avuto quel confronto continuo di cui dicevo prima. Spero in un caso e nell’altro di essere riuscita ad avvicinarmi il più possibile a rendere le mie poesie fruibili anche in inglese e rumeno. Intanto, ho iniziato a diffondere i testi tradotti tra un gruppo di poeti conosciuti in un festival internazionale di poesia e spero di avere presto un riscontro in tal senso. Si è trattato di un’esperienza di grandissimo coinvolgimento emotivo, in cui la poesia si respirava nel suono, nella profondità, nonostante a volte non si riuscisse nell’immediato a comprendere i testi. Ed è in quell’occasione che ho preso la decisione di cominciare a tradurre i miei testi, soprattutto in inglese, per la necessità di poter comunicare anche in una cerchia di scrittori oltre i confini nazionali.

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.