LE POLITICHE DI UNBURNABLE CARBON AL BO

Università degli Studi di Padova

Dove, come e perché lasciare petrolio, carbone e gas naturale esattamente dove stanno

McGlade e Ekins, in un articolo su Nature nel 2015, stimano che, per limitare l’aumento di temperatura ai 2° C, oltre l’80% del carbone, il 50% del gas e il 30% delle riserve di petrolio dovrebbero rimanere stoccati nel sottosuolo; evidenziano inoltre come l’utilizzo di tutte le riserve di idrocarburi disponili produrrebbe emissioni pari a 11.000 Gt, ben al di sopra del range di 870-1.240 Gt stimato per il periodo 2011-2050.

In letteratura scientifica per unburnable carbon si intende la  necessità di stabilire politiche e azioni mirate al fine di lasciare una parte dei combustibili nel sottosuolo.

Globalmente è stato realizzato un solo esperimento politico, tra il 2007 e il 2013, nel Parco Nazionale Yasuní (Ecuador), per lasciare gli idrocarburi nel sottosuolo, con la contemporanea creazione di un fondo di compensazione internazionale. Anche se l’iniziativa, denominata Yasuní-ITT, è stata poi abbandonata, l’idea è tuttora oggetto di riflessione da parte dalla comunità scientifica e della società civile che hanno creato il neologismo Yasunisación.

Il cambiamento climatico rappresenta la più grande sfida per le generazioni attuali e future nell’ambito della sostenibilità, come ribadito nell’obiettivo 13 dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile al 2030.

Garantire l’accesso a energia economica, affidabile, sostenibile e moderna per tutti (obiettivo 7 dell’Agenda 2030), significa superare l’attuale sistema energetico che contribuisce per il 60% al totale delle emissioni di gas serra (UN, 2017).

Su questi temi il Centro Levi Cases dell’Università di Padova propone il convegno dal titolo “Unburnable Carbon. Perché come e dove lasciare i combustibili fossili nel sottosuolo” alle ore 15.00 nella giornata di martedì 22 gennaio in Aula Ederle di Palazzo Bo di via VIII febbraio 2 a Padova.

L’appuntamento affronta quindi la transizione dalle fonti energetiche fossili declinandola attraverso il tema del leaving fossil fuel underground. Si intrecciano quindi più piani di sfida scientifica: dalla prospettiva geografica nel definire criteri per scegliere “dove” lasciare nel sottosuolo i combustibili fossili, alle politiche e iniziative mirate a ridurre la produzione di combustibili fossili, alla dimensione economica capace di evidenziare i costi totali della produzione di idrocarburi ed i costi necessari per la transizione energetica.

Alle 15.00, dopo l’introduzione ai lavori di Alberto Bertucco, Direttore del Centro Levi Cases, prenderanno la parola Massimo De Marchi e Daniele Codato dell’Università di Padova sulla geovisualizzazione della transizione energetica al fine di disegnare un atlante mondiale dell’unburnable carbon, Glada Lahn della Chatham House – Royal Institute of International Affairs di Londra London, sul vero costo delle fonti fossili di energia, Ivetta Gerasimchuk dell’International Institute for Sustainable Development di Ginevra che affronterà il tema di come si possa gestire il declino dell’estrazione dei combustibili fossili, infine Salvatore Eugenio Pappalardo, Alberto Diantini dell’Ateneo patavino concluderà la sessione con un intervento su “Pixel and people: dai combustibili fossili alla yasunizzazione dei territori in Amazzonia”.

Il Centro Levi Cases, che promuove ricerca e divulgazione sull’economia e tecnica dell’energia, offre la possibilità di incontrare alcuni dei massimi esperti internazionali su un tema particolarmente innovativo e ricco di sfide, che vede la presenza dell’Università di Padova, attraverso il gruppo di ricerca in geografia e GIScience attivo presso il Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale.

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