Lettere dal Fronte, umanità in trincea di Gianluca Amatucci. La recensione
Lettere da fronte di Gianluca Amatucci, edizioni Terebinto. Partendo dal sottotitolo, è possibile immediatamente scorgere il senso profondo di questo volume. La sua nascita si deve all’attenzione all’aspetto umano che il giornalista irpino Gianluca Amatucci mette in ogni cosa che fa, illuminando di una luce diversa la realtà che puntualmente va a descrivere. Si può dire: con la meticolosità del ricercatore.
Non solo cronaca di ciò che accadde agli irpini, di cui sono riportati alcuni esempi toccanti nel libro, ma sotto il suo obiettivo ci sono i sentimenti, le angosce e le speranze dei soldati in trincea, al fronte appunto. Tutto ruota attorno alle lettere, oggetto di un monologo dal titolo “Lettere dal Fronte”, che ha riscosso successo e ancora ne sta riscuotendo. Ma queste lettere fanno da perno alla complessità di aspetti che Amatucci affronta con la professionalità di un giornalista attento, a cui non sfuggono però i delicati aspetti che, per i figli, i nipoti e i pronipoti, hanno una grande importanza sentimentale. La partecipazione emotiva dell’autore alle storie di questi uomini, dispersi, seppelliti lontano dalla terra natale, dall’affetto dei cari, dall’ultimo saluto alle persone amate, è palpabile e arriva al lettore, così come l’entusiasmo con cui ci racconta l’epilogo delle sue ricerche, condotte con l’accanimento dell’investigatore, che qualche volta incontra il muro della burocrazia.
Alla fine, raccontando le storie degli altri, Gianluca Amatucci racconta se stesso e lo fa con sincerità, mentre si fa portavoce di una memoria che, altrimenti, andrebbe perduta per sempre, e lo fa con l’urgenza della necessità, con la generosità del padre che ascolta le richieste dei figli, con la determinazione di chi ne comprende l’importanza. E così persone sconosciute gli chiedono di fare ricerche su un proprio caro, perché si possa chiudere il cerchio della vita e si possa dare un senso anche alla fine. La guerra fa da scenario a tutte le storie, rappresenta lo stato delle cose, l’ineluttabile realtà in cui vennero e vengono purtroppo catapultati giovani inconsapevoli del proprio destino.
Gianluca Amatucci ripercorre, come a riviverne le sensazioni, anche le tappe del tour di incontri del suo monologo e lo fa richiamando in causa in quelle pagine anche i nomi di coloro che lo hanno accompagnato a condividere il suo racconto con il pubblico, con le loro parole e con la musica. Ogni tappa un momento di crescita attraverso l’incontro con chi nel pubblico è stato colpito nel vivo dal racconto, ma anche con chi gli ha sottoposto una propria richiesta. E tutto ciò è, per l’autore di questo straordinario lavoro, la ricerca della pace.
Auguro a questo libro di fare parecchia strada e di incontrare altri costruttori di pace, perché alla fine non venga persa la speranza nell’umanità.
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